I 10 titoli più attesi di Cannes 2022 | Rolling Stone Italia
Cinema & TV

I 10 titoli più attesi di Cannes 2022

Dai grandi habitué della Croisette come David Cronenberg e Baz Luhrmann alla doppietta italiana Bellocchio-Martone (più il ritorno della coppia Borghi-Marinelli), passando per il nuovo ‘Top Gun’. Tutti pronti?

I 10 titoli più attesi di Cannes 2022

Léa Seydoux, Viggo Mortensen e Kristen Stewart in ‘Crimes of the Future’ di David Cronenberg

Foto: NEON

Crimes of the Future di David Cronenberg

«Mi aspetto che molti spettatori lascino la sala nei primi minuti del film», ha già messo le mani avanti David Cronenberg. Che, a otto anni (di già?!) da Maps to the Stars, torna a Cannes da habitué qual è con una storia ambientata in un futuro non troppo lontano dove l’umanità sta imparando ad adattarsi a un ambiente sintetico e in cui, di conseguenza, i corpi sono soggetti a strane mutazioni. Un Cronenberg in purezza, starring il feticcio Viggo Mortensen (già con lui in A History of Violence e La promessa dell’assassino), più Léa Seydoux e Kristen Stewart. L’auteur canadese ha già pronto il nuovo progetto: The Shrouds con Vincent Cassel, che sarà venduto negli stessi giorni al Marché.

Elvis di Baz Luhrmann

Un altro veterano della Croisette, da Moulin Rouge! al Grande Gatsby, l’ultimo film da lui diretto che nove anni fa (di già?!/bis) aprì il Festival. Baz Luhrmann stavolta si misura con un personaggio realmente esistito, e che personaggio: Elvis Presley in persona, o quantomeno in una rielaborazione che unisce biopic e, ça va sans dire, musical. A dare il volto al protagonista è la scommessa Austin Butler, che mixa la sua vera voce con quella dell’originale; nei panni del suo manager, il “colonnello” Tom Parker, c’è invece Tom Hanks. Nelle sale a giugno: can’t wait.

Esterno notte di Marco Bellocchio

Un film? Una serie? Un’opera di Marco Bellocchio, e basta. Che torna sul “luogo del delitto”, cioè il rapimento Moro e i suoi strascichi politici e sociali, a quasi vent’anni dal capolavoro Buongiorno, notte. Stavolta a dare il volto al leader della Democrazia Cristiana sequestrato dalle Brigate Rosse c’è Fabrizio Gifuni, affiancato da Margherita Buy (la moglie Eleonora), Toni Servillo (Papa Paolo VI) e Fausto Russo Alesi (Francesco Cossiga). Un affresco monumentale da sei ore in totale che arriverà sulla Rai il prossimo autunno. Ma che sarà subito in sala: la prima parte dal 18 maggio, la seconda dal 9 giugno.

Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski

Dopo una serie di première internazionali, arriva anche in Europa il blockbuster, rimandatissimo causa pandemia, in cui Tom Cruise torna a vestire il giubbetto e i Ray-Ban di uno dei suoi personaggi più celebri e amati. Ma stavolta il pilota di caccia più veloce d’America è diventato un istruttore di giovani allievi; tra cui il figlio (Miles Teller) del compagno Goose, morto al suo fianco nell’originale. Tante new entry (ci sono anche Jennifer Connelly e Jon Hamm) e un tenero ritorno (Val Kilmer alias Iceman). E una canzone originale, Hold My Hand, scritta e cantata da Lady Gaga. La domanda è legittima: ci sarà anche lei sulla Montée des Marches?

Triangle of Sadness di Ruben Östlund

Ruben Östlund dirige Woody Harrelson sul set di ‘Triangle of Sadness’. Foto: Plattform Produktion/BAC Films

Dopo Forza maggiore, che l’ha consacrato nel 2014 nella sezione Un certain regard, e The Square, con cui ha meritato la Palma d’oro nel 2017, torna al “suo” Festival anche lo svedese Ruben Östlund, tra i nomi più acclamati della scena contemporanea. Alle prese con un’altra dark comedy, questa volta incentrata su una coppia di famosissimi modelli (Harris Dickinson e Charlbi Dean) invitati a bordo di una crociera per super ricchi. Tra gli interpreti anche Woody Harrelson: una certezza, anzi una “forza maggiore”.

Nostalgia di Mario Martone

Reduce dal successo, a Venezia e nelle sale, di Qui rido io, Mario Martone sbarca per la prima volta a Cannes con un film più “piccolo” e intimo, tratto dal romanzo omonimo di Ermanno Rea. Ambientato a Napoli nel rione Sanità, racconta di Felice (Pierfrancesco Favino), un uomo che dopo quarant’anni di assenza fa ritorno lì dove è nato, finendo per riscoprire i luoghi, i codici del quartiere e un passato che lo divora. Dopo il mancato premio per Il traditore di Bellocchio, sarà Palma per la miglior interpretazione maschile per “Picchio” Favino?

Three Thousand Years of Longing di George Miller

Tilda Swinton e Idris Elba in ‘Three Thousand Years of Longing’ di George Miller. Foto: MGM/United Artists

L’ultimo film di George Miller ha aperto il Festival di Cannes nel 2015, ed è diventato uno dei maggiori cult degli anni 2000. Dopo Mad Max: Fury Road, questa l’opera in questione, l’autore australiano torna con un’altra storia futuribile: un incontro a Istanbul tra i due personaggi principali (interpretati da Tilda Swinton e Idris Elba) porterà a sviluppi inaspettati. Di più non si sa: meglio così, l’hype è ancora più alto.

Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch

Dal romanzo Premio Strega di Paolo Cognetti, il film che riporta insieme sullo schermo Luca Marinelli e Alessandro Borghi sette anni dopo il titolo che li ha lanciati: Non essere cattivo di Claudio Caligari. Qui sono Pietro e Bruno, due amici divisi dalla vita e dal destino ma uniti dall’amore per la montagna. Un piccolo grande evento per il cinema italiano, ma diretto da una coppia belga, Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch: il primo è già l’autore di Alabama Monroe, arrivato fino agli Oscar, e di Beautiful Boy starring Timothée Chalamet.

Irma Vep di Olivier Assayas

Alicia Vikander è ‘Irma Vep’ per Olivier Assayas. Foto: HBO

Altro progetto seriale di un regista che, come Bellocchio, riprende il filo di una storia interrotta molti anni prima. Ma questo è un reboot vero e proprio: Olivier Assayas riesuma il personaggio cult di Irma Vep (nel 1996 interpretata dalla compagna e musa Maggie Cheung, qui invece con il volto di Alicia Vikander), attrice che deve entrare nei panni – no: nell’iconica tutina nera – di una sorta di intrigante Mata Hari. Nel cast anche Kristen Stewart, in un piccolo ruolo dopo le collaborazioni precedenti con l’autore in Sils Maria e Personal Shopper.

Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind di Ethan Coen

‘Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind’ di Ethan Coen. Foto courtesy of Festival de Cannes

Il “doc” musicale più atteso porta la firma di un altro cannense DOC: cioè Ethan Coen, che dirige per la prima volta in solitaria senza il fratello Joel per raccontare la vicenda di Jerry Lee Lewis, cantautore e pianista soprannominato The Killer per il suo modo selvaggio e anticonformista di esibirsi dal vivo. E, soprattutto, padre fondatore del rock’n’roll insieme a Chuck Berry, Bo Diddley, e Little Richard e… Elvis Presley. Tutto torna.