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Buon compleanno, Woody Harrelson! La “spalla” che tutti i colleghi (e anche i registi) vorrebbero, ma anche un divo a sua insaputa. Perché, anche se ha sempre scansato la fama, è diventato una delle certezze della Hollywood contemporanea. Non solo da “non protagonista” come molti pensano. Da Larry Flynt – Oltre lo scandalo a True Detective, ecco il suo greatest hits.
Dopo Pazzi a Beverly Hills e Proposta indecente, il primo ruolo da vero protagonista è subito nel segno dello scandalo. Diretto da Oliver Stone e in coppia con un’infiammabilissima Juliette Lewis (più il featuring di Robert Downey Jr.), Woody è uno dei killer più instant-icon della storia del cinema. Attore nato.
Dopo il passaggio nelle mani di un altro maestro (il Michael Cimino del sottovalutato Verso il sole), è con l’altrettanto grandissimo Miloš Forman che il nostro trova la consacrazione. E la prima nomination all’Oscar (la seconda arriverà più di vent’anni dopo per il dimenticabile Oltre le regole – The Messenger). Il biopic del “re del porno” è praticamente perfetto. Come la sua performance.
Un ruolo piccolo, ma in che film. Nel clan dei Coen Bros., Harrelson ci sta benissimo: tanto che vorremmo una nuova collaborazione tra loro al più presto. La scena memorabile è quella in cui si presenta davanti al letto d’ospedale in cui è ricoverato il collega Llewelyn Moss/Josh Brolin. Con cappello texano e mazzo di fiori in mano. Molti cuori.
Pure i toni leggeri sono nelle corde di Woody. L’avevamo già capito, ma questa è la prova schiacciante. Nella zombie comedy di Ruben Fleischer, guida i “piccoli” Jesse Eisenberg ed Emma Stone tra una schitarrata e una parolaccia (no: molte parolacce). Arriverà un sequel dieci anni dopo: non come l’originale, ma lui è sempre strepitoso.
Nella fantasy-saga che ha fatto di J.Law una star c’è pure Harrelson. Che veste i panni (e la zazzera bionda) di Haymitch Abernathy, splendido nome dietro cui si nasconde l’ex vincitore dei Giochi che, col tempo, finirà per aiutare la protagonista. Cinico sì, ma non stronzo come sembra: proprio come il suo interprete.
Negli anni in cui tutte le star del grande schermo (o quasi) passano al piccolo, anche lui trova il suo posto. E non uno qualsiasi: il ruolo da co-protagonista (insieme a un altrettanto clamoroso Matthew McConaughey) nel poliziesco che segna la definitiva maturità televisiva del genere. E, tra i due ruoli principali, lui si prende quello – sulla carta – più “tranquillo”. Colpo di scena, anzi no: è questo essere dei grandi attori.
L’ultimo personaggio indimenticabile è quello dello sceriffo Bill Willoughby nel bellissimo film corale by Martin McDonagh. Affiancato da Frances McDormand e Sam Rockwell, è quello che rivela i sentimenti più umani e struggenti. I primi due hanno vinto l’Oscar, Woody ha ricevuto “solo” una nomination (la terza della sua carriera). Prima o poi la statuetta arriverà: ne siamo certi.
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