Rolling Stone Italia

‘Tutti per 1 – 1 per tutti’ è il film di Natale da vedere sul divano

Tornano i moschettieri attempati e goliardici di Giovanni Veronesi per una nuova avventura: il D’Artagnan fanciullesco di Favino, il Porthos disincantato di Mastandrea e l'Athos autoritario di Papaleo

Foto: Tullio Deorsola

Il film di Natale nel senso più puro del termine quest’anno arriva su Sky. C’è tutto: i buoni sentimenti, il cazzeggio, la fantasia, la tenerezza, gli ideali, un family movie in piena regola di quelli che fanno passare due ore serene di solito al cinema e, in questo 2020 assurdo, invece sul divano. Tornano i moschettieri stagionati e goliardici di Giovanni Veronesi, per un’ultimissima missione (almeno per ora): il sequel Tutti per 1 – 1 per tutti: «Mi addolora il fatto che non esca in sala, perché è un film ricchissimo, con tante scene di duello, ma Sky ci ha accolto splendidamente, come degli orfanelli».

Ovviamente c’è ancora il D’Artagnan fanciullesco e français (più o meno) di Pierfrancesco Favino: «Sono felicissimo di essere tornato nei panni di questo personaggio, ci sono molto affezionato. È raro che ti venga data l’occasione non di tornare il bambino che sei stato, ma di interpretare il bambino che hai dentro ora. La fantasia che c’è dietro questo mondo immaginario creato da Giovanni è lenitiva, poi è un film fisicamente impegnativo, ma averlo fatto con lui e questi due scagnozzi è stato bellissimo».



«Fa ridere che questi supereroi invecchino con me», spiega Veronesi. «Perché per Superman il tempo non deve passare come succede a tutti? Questi “ragazzi” me li porterò dietro finché non morirò, facciamo un bel funerale collettivo», ridono tutti. «Mi sono divertito molto a vederli soffrire, tra i costumi pesanti e le ore di trucco. Poi però, quando li vedevo così belli a cavallo, un po’ li invidiavo, perché interpretare questi supereroi, anche se attempati, dev’essere sempre emozionante per un attore. Anche se Valerio si lamentava sempre del costume, del freddo, del caldo, e io godevo un po’».

Mastandrea, aka il Porthos più disincantato di sempre, controbatte: «Non è vero, lui soffriva per primo più di noi, noi stavamo lì, pagati, e pure troppo secondo me. Io non ho letto nemmeno il copione, e non ho ricordi di quell’esperienza», scherza. Papaleo invece, per tornare a interpretare il suo Athos, si è preso la labirintite: «Sembro un bell’uomo, ma internamente sono marcio, le mie articolazioni vacillano e questo film ha dato la spinta definitiva al mio addio alle scene, che annuncio qui oggi».

L’avrete capito, il clima della chiacchierata è più goliardico di quello del film. A riportare l’attenzione sulla questione cinema è Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming Sky Italia e CEO Vision Distribution: «Il cinema deve andare dove ci sono le persone, è un privilegio avere un film Sky originale così per Natale, inaugura un filone che porteremo avanti. I prodotti possono avere modelli di posizionamento diversi, gli eventi in sala ci sono ed è fondamentale che continuino ad esserci, ma possono esistere anche sulla piattaforma Sky. Ci devono essere la volontà, la materia prima, e il coraggio».

Giulia Michelini (Tomtom) e Valerio Mastandrea (Porthos). Foto: Tullio Deorsola

Guidati da una singolare veggente di nome Tomtom, un mix tra un navigatore satellitare e Google (Giulia Michelini) con la quale Porthos trova l’amore (spin off!) , i moschettieri si lanciano in un nuovo viaggio su richiesta della regina Anna (Margherita Buy) che intreccia i destini della piccola principessa Ginevra (Sara Ciocca), figlia di Enrichetta d’Inghilterra (Anna Ferzetti), e Buffon (Federico Ielapi), un giovanissimo e riccioluto orfanello. E, tra incontri improbabili, come quello con Cyrano (Guido Caprino), si troveranno ad affrontare la più dura delle prove: scegliere tra la fedeltà alla Corona e quella all’amicizia.

«La fantasia in questo momento è fondamentale, necessaria. Mi piacerebbe che la libertà fosse svincolata dalla fantasia, che fosse qualcosa che abbiamo la possibilità di esprimere indipendentemente da quello che abbiamo intorno in questo momento», afferma Favino. «Mio figlio mi ha detto: “Papà, lo sai che la fantasia mi consola? È una scappatoia dalla realtà, nella fantasia a volte trovo la mia libertà”», gli fa eco Papaleo

«Il cinema ha il compito di portarti da un’altra parte e farti vedere le cose come non hai mai fatto», conclude Mastandrea. «I moschettieri abbandonano il ruolo per seguire un ideale: ideologia è considerata quasi una parolaccia negli ultimi trent’anni. Il film parla dello stare insieme, oggi ci sono quelli che pensano solo a sé stessi e quelli che pensano a sé stessi in mezzo agli altri, e spero che il futuro sia dei secondi».

Ancora Favino: «È meraviglioso quando hai la possibilità di misurarti con personaggi che non hanno per forza confini razionali e nemmeno storici, come in questo caso. È una bella palestra: come attori, ci releghiamo spesso solo nei termini del probabile, del possibile. Amo molto D’Artagnan perché mi dà la possibilità di superare quel confine, così come la linea del demenziale, perché l’orizzonte è tutto lo scibile umano e te ne puoi prendere gioco. C’è paura di andare oltre, ma poi chi osa viene premiato». Continua Papaleo: «Credo che la chiave di questo film sia stata la credibilità che abbiamo dato ai personaggi rendendoli tridimensionali, quando nella commedia spesso non lo sono».

Sara Ciocca (Ginevra), Federico Ielapi (Buffon) e Pierfrancesco Favino (D’Artagnan). Foto: Tullio Deorsola

 

Il film inizia con alcune sequenze ambientate nell’oggi, e quindi in qualche modo soggetto alle regole della pandemia, tra cui i ragazzini a scuola con le mascherine: «È un’idea che ci è venuta sul set, non pensavo di ambientare il film nella contemporaneità», spiega Veronesi. «Poi, quando ho visto i bambini arrivare con le mascherine e sedersi in palestra davanti a me, ho pensato che avrei avuto la possibilità di fissare quell’immagine una volta nella vita: i loro occhi erano quello che volevo raccontare. E fatalmente la mascherina li lasciava scoperti. Ho pensato che forse era un segno del destino, narrare attraverso gli occhioni dei bambini una storia che li porta da un’altra parte, che li renda liberi quando qui liberi non lo possono essere».

Tutti per 1 –1 per tutti andrà in onda il 25 dicembre in prima assoluta su Sky ore 21.15, e sarà disponibile anche on demand e in streaming su NOW TV.

Iscriviti