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Presto lo vedremo nei panni di Diabolik, diretto dai Manetti Bros., al fianco di Miriam Leone e Valerio Mastandrea. Ma nel frattempo, in occasione del suo compleanno, abbiamo raccolto 10 dei suoi ruoli più significativi.
Per il suo debutto cinematografico, Marinelli è Mattia nell'adattamento del best seller di Paolo Giordano. Quando si dice 'chi ben comincia...'.
Marinelli è Guido, portiere di notte plurilaureato che si innamora di una cantante (Thony) che lavora in un autolavaggio. Virzì strikes again.
La consacrazione di Luca Marinelli (e Alessandro Borghi) a star arriva grazie al canto del cigno del maestro Claudio Caligari. Con il suo Cesare allucinato Luca entra nella Storia del cinema.
Il film di Mainetti è diventato subito cult anche e soprattutto grazie allo Zingaro di Marinelli, il migliore villain italiano degli ultimi anni, che è diventato addirittura un meme. Altro che Joker.
Marinelli è Paolo, un trentenne alla ricerca di se stesso in un road movie dolce e ironico attraverso il nostro Paese.
I fratelli Taviani adattano il capolavoro di Beppe Fenoglio: Marinelli è il partigiano Milton in un triangolo amoroso sullo sfondo della lotta partigiana.
Nei panni del balordo calabrese Primo, Marinelli ruba la scena nella serie sul rapimento del giovane John Paul Getty III diretta da Danny Boyle.
L'attore si confronta coraggiosamente con l’icona, Fabrizio De André, e restituisce meravigliosamente l’uomo, Faber. Chapeau pure alla voce. Sì, nonostante tutte le polemiche sull'accento romano.
Luca Marinelli è Lui, Linda Caridi è Lei in una storia d'amore tormentata (e bellissima), il viaggio di due persone attraverso episodi di vita più o meno falsati dagli stati d’animo, dal tempo, dai punti di vista dei protagonisti: insieme e divisi, felici e infelici.
Marinelli si misura con l'accento napoletano e con un altro classico, il romanzo di Jack London, nel libero (e splendido) adattamento di Pietro Marcello. Con la sua interpretazione di Martin, marinaio che trova il riscatto attraverso la cultura, Luca vince la Coppa Volpi a Venezia 76. E fa un discorso da antologia.
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