‘So cosa hai fatto’: poteva andare peggio | Rolling Stone Italia
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‘So cosa hai fatto’: poteva andare peggio

Il ritorno di una delle saghe horror più famose degli anni '90 è un misto di citazioni e fan service che gli affezionati storici ameranno e gli altri forse un po' meno. Le 'Notti Horror' di Italia 1 sono salve

‘So cosa hai fatto’: poteva andare peggio

Un dettaglio del poster di 'So cosa hai fatto'

A crogiolarsi nella nostalgia si sta bene, lo sappiamo noi e lo sanno anche le case di produzione a Hollywood, che non sembrano aver raggiunto il picco massimo di titoli da reboottare, remakare, sequelare. I millennial sono d’altronde gli ultimi a percepire qualcosa di vagamente simile a uno stipendio: tanto vale spremerlo, quel limone.

Per questo la notizia del ritorno di So cosa hai fatto la scorsa estate (che ora si chiama solo So cosa hai fatto) non ha stupito nessuno. A stupire, semmai, è stato il ritorno di Jennifer Love Hewitt, che avevamo un po’ perso dai radar, e di altri membri del cast originale che però non vi diciamo per non fare spoiler.

Più di 25 anni dopo la storia è più o meno sempre quella: ci sono dei ragazzi che fanno una cosa «brutta brutta brutta» (cit. Barbara D’Urso) e c’è un tizio vestito da pescatore che cerca di ucciderli. Riusciranno i nostri a salvarsi? Andate al cinema e lo scoprirete.

So Cosa Hai Fatto - Dal 16 luglio al cinema - Trailer Ufficiale

Nel mentre possiamo però dirvi che So cosa hai fatto dà ai fan della saga praticamente tutto quello che cercano: sangue, splatter, un cast decisamente scripted su quello di partenza dove troviamo una ragazza mora sveglia, una ragazza bionda meno sveglia, un palestrato sensibile e uno insensibile. E poi citazioni all’originale e qualche salto sulla sedia. Il gioco si ripete dunque, è il ‘97 anche se non lo è più da un pezzo, e c’è anche qualche tentativo di aggiornamento. Nella trama non potevano che inserirsi i podcast crime (se solo Stefano Nazzi fosse nato in America), e in qualche modo viene affrontato il tema della gentrificazione (giuro). C’è poi una scena onirica che vorrebbe essere un tributo a qualcosa di vagamente lynchiano (con le dovute pinze), e nella quale succede qualcosa che i fan di vecchia data ameranno.

Il tutto mentre cast ‘nuovo’ e ‘storico’ si incontrano: nostalgia mista a facce nuove, tutti insieme per risolvere l’enigma dell’assassino. Il risultato è che So cosa hai fatto, tutto sommato, terrà gli amanti dei teen slasher revival saldi alla poltrona, senza farli annoiare. Che poi credo sia tutto quello che cerca chi lo va a vedere. Immagino nessuno cerchi lezioni di cinema tra i morti ammazzati con l’uncino di Southport, North Carolina.

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Certo, si può sempre fare di più. Perché a differenza di Scream, che ha saputo rinnovare anche un po’ gli ingredienti, qui la solfa è diversa. È come se questo film fosse fatto unicamente per chi c’era nel 1997, ci fosse in sala la Kiss Cam dei Coldplay inquadrerebbe sempre e solo loro, un po’ come se mancasse un vero motivo per cui i neofiti dovrebbero vederlo. C’è poi un momento preciso, dopo che è andato tutto bene per un po’, in cui vi verrà proprio da tirare un pugno alla sedia, dal nervoso o dallo sconforto, tipo i fidanzati di Temptation Island dopo che guardano i video dall’iPad con i brillantini. Allo stesso tempo però, alcune rivelazioni assurde e l’aggiunta di qualche punta di ironia (Jennifer Love Hewitt a un certo punto dice: «La nostalgia è sopravvalutata»), rendono So cosa hai fatto un filmino decisamente godibile per le vostre serate estive, ricordando i bei tempi delle Notti Horror di Italia 1. Se avete visto i primi capitoli, non saremo noi a dirvi cosa succede dopo i titoli di coda. Se invece siete tra i nuovi arrivati, sappiate che questa saga non vi cambierà la vita, ma vi farà perlomeno vedere le pescherie con occhi diversi.

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