'Turisti' è la dimostrazione che la tv trash non morirà mai | Rolling Stone Italia
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‘Turisti’ è la dimostrazione che la tv trash non morirà mai

Dalla tana di legno del "Re del Po" fino allo sconvolgente "apericesso" con il vino di serie B, il programma di DMax è il trionfo del diversamente bello. L'unica cura per chi è stanco dei viaggi copia-incolla delle guide turistiche

‘Turisti’ è la dimostrazione che la tv trash non morirà mai

Alessandro Mannucci e Wikipedro nella puntata 'Savana Padana' di 'Turisti'

In un documentario molto noto sulla vita dell’artista, si scopre la giornata tipo di Nick Cave. Sveglia presto e giù in studio a scrivere pezzi e suonare. Poi momenti di lettura e studio. La sera però è uguale: sul divano a guardare la tv. Vedendolo rimasi sorpreso e sollevato allo stesso tempo. Mi ero sempre vergognato di quell’abitudine così poco colta di passare la serata, ma se lo faceva Nick Cave mi sentivo legittimato. Anche perché alla tv, adoro guardare le cose più becere, dal trash ai programmi sui sepolti in casa, passando per quelli che cercano tesori sull’isola deserta e poi contrattano con i rigattieri, fino ai dibattiti sulle tv locali. Infatti ieri sera sono rimasto incollato alla poltrona nel caldo torrido, per scolarmi tutto l’episodio di Turisti per DMax con Alessandro Mannucci e Wikipedro, un programma sul turismo brutto ma diversamente bello. Che significa?

Vi è mai capitata quella sensazione orrenda di essere in vacanza dall’altra parte del mondo con la vostra Lonely Planet e raggiungere il posto tanto osannato sulla guida? Un ristorantino, un locale isolato, un bosco… Sembra così esotico, così bello, poi vi girate distratti da un rumore e sentite che stanno parlando nella vostra lingua. Localizzate visivamente l’italiano e un attimo dopo la sua Lonely Planet. Stessa cosa per ogni meta del vostro viaggio che dovrebbe essere unico e invece è uguale a quello di tutti gli altri. Perché il turismo è una forma di consumismo di massa in cui diventiamo tutti un po’ gregge. A meno di non fare downshifting, di seguire l’itinierario dei posti Patrimonio Del Nonesco, geniale onorificenza coniata nel programma. I posti sono talmente fuori di testa o insulsi che nessun turista ci verrebbe mai, e proprio per quello hanno un valore aggiunto.

Nella prima puntata i due si sono trovati a scolare un “apericesso”, ovvero a essere tenuti seduti a forza su un wc mentre la cameriera versa in gola da un imbuto del vinaccio di serie b. A tavola, il risotto veniva cotto nella betoniera e poi servito dalle cameriere con la paletta per dare la calce. Poi c’è stato un epico passaggio sulle rive del Po, nella tana di un signore che vive con una sola lampadina (che odia accendere) in una capanna di legni e teschi e si fa chiamare il Re del Po. A caso. E giù per un motel luxury con camere a tema per notti erotiche, lap dance e sesso davanti allo specchio fino a una palestra di wrestler locali in zona Crema, dove quello più sano di testa è matto del tutto. Il finale scenico: una finta nave da crociera in un paesino lombardo, costruita da un imprenditore che voleva dare un tocco diverso alla città. Il tutto mentre ridete senza nemmeno rendervene conto, alla faccia di chi dice che la tv è morta.

La tv non è morta, si sta trasformando. Col digitale terreste si sono aperti i rubinetti e moltiplicati i canali, forse si assiste a una sorta di nuovo boom creativo come negli anni 80. Finiscono a condurre dei format, quelli che sono forti online, come Wikipedro, fiorentino e star del web affiancato da Mannucci. Chi guarda la tv lo conosce come autore di numerosi programmi e l’anno scorso ha fatto l’inviato in Rai per Luca e Paolo, ma era un ruolo che lo sminuiva, in cui non brillava, continuamente pressato dai due genovesi. Una sera Costantino Della Gherardesca redarguì i comici, dicendo che Mannucci era un genio. Se è un genio non lo so ma ricorda Pozzetto, o una comicità no sense che è in grado di fare solo chi ha una mimica facciale e una mente come la sua.

L’anno scorso, ho passato l’estate a vedere le instagram stories di Mannucci, per cui aveva creato un format: L’italia a Misurina d’uomo. Emanuele Misurina è il tecnico del suono con cui lavora, il classico ragazzo del nord che non spiccica parola o dice cose insensate. Con Mannucci accanto, faceva buttar via da ridere. Alla faccia di chi vi dice che la tv è morta: tutti i giovedì alle 22.20 su DMax potete darle una chance.