In un episodio della nuova serie Netflix The Four Seasons, il personaggio di Tina Fey, Kate, paragona una situazione a Zelig, il film di Woody Allen del 1983. Il marito di Kate, Jack (Will Forte), risponde sarcastico: “Oh, questo è un riferimento davvero freschissimo!”.
The Four Seasons è forse un riferimento ancora meno fresco. La storia di tre coppie – Jack e Kate, Nick (Steve Carell) e Anne (Kerri Kenney-Silver), e Danny (Colman Domingo) e Claude (Marco Calvani) – che fanno quattro memorabili vacanze insieme nel corso di un anno, è il remake di un film del 1981 (da noi Le quattro stagioni, ndt) che fu il debutto alla regia di Alan Alda. La versione di Alda fu ben recensita e incassò oltre 50 milioni di dollari (quasi 180 milioni di dollari nel 2025), a testimonianza di quanto Alda fosse amato all’epoca come protagonista della sitcom di successo M*A*S*H. Ma non è rimasto nella memoria collettiva come altri film della sua epoca, in parte perché il suo pubblico di riferimento era costituito da spettatori di mezza età, come lo erano le sue star all’epoca.
Inoltre, è stato distribuito in un periodo in cui non c’erano costantemente film per famiglie nelle sale ogni fine settimana, per cui alcuni genitori che non volevano assumere una babysitter portavano i loro figli a vedere Le quattro stagioni. Io l’ho visto quando avevo sette anni, ma non ricordo altro se non la netta sensazione che si trattasse di un film assolutamente non adatto alla mia età.
Fey è un po’ più grande di me: aveva appena compiuto 11 anni quando è uscito il film. E a quanto pare, o il film o le interazioni con Alda quando quest’ultimo ha partecipato come guest star a diversi episodi di 30 Rock (interpretando il padre biologico di Jack Donaghy) hanno lasciato un tale segno su di lei che l’attrice e autrice, insieme ai suoi storici collaboratori Lang Fisher e Tracey Wigfield, ha deciso di adattare Le quattro stagioni per il piccolo schermo. Ehi, almeno si tratta di una deviazione relativamente insolita (*) dal genere di cose che di solito vengono rifatte nell’era televisiva dell’intellectual property!
(*) Alcuni altri film per adulti degli anni Settanta e Ottanta hanno ricevuto un trattamento simile negli ultimi anni, con Showtime che a un certo punto ha offerto nuove versioni sia di American Gigolò che di L’uomo che cadde sulla Terra, entrambe passate senza molto clamore.
Poiché anche le recensioni più lusinghiere del film del 1981 suggerivano che Alda avesse girato diversi episodi televisivi e li avesse messi insieme, il passaggio da un medium all’altro è comprensibile. E la natura della storia si presta a essere raccontata in questo formato, con due episodi a testa per ogni stagione solare, e quindi per ogni viaggio che il gruppo compie insieme.
Ma nonostante il pedigree di questo cast e di Fey, Fisher (che ha creato anche Non ho mai…) e Wigfield (che ha creato Grandi notizie e il sequel di Bayside School) come sceneggiatori, The Four Seasons non riesce mai ad argomentare in modo convincente il motivo per cui la sua storia debba essere rivisitata oggi. Ci sono alcuni momenti divertenti e alcuni genuinamente toccanti, ma nel complesso il risultato sembra un po’ debole: non è tanto una serie tv quanto una scusa per un gruppo di persone di talento, molte delle quali vecchi amici nella vita reale, che si ritrovano insieme in luoghi incantevoli. È come un film della saga Un weekend da bamboccioni, ma senza le battute sulle scoregge.
La storia inizia in primavera, quando il gruppo si riunisce come da tradizione nella bella casa sul lago di Nick e Anne. Le altre coppie hanno dei problemi – il matrimonio di Jack e Kate è diventato un po’ troppo vittima della routine, mentre Claude ritiene che Danny sia troppo cavilloso riguardo ad alcune notizie sulla salute delle persone di mezza età – ma la principale fonte di tensione deriva dalla confessione di Nick di voler divorziare da Anne. “Siamo come colleghi di un impianto nucleare!”, dice Nick a proposito della mancanza di vita del loro matrimonio. “Stiamo seduti nella stessa stanza tutta la notte a controllare schermi diversi!”.

Steve Carell e Kerri Kenney-Silver in una scena della serie. Foto: Netflix
Dopo un cameo dello stesso Alda – di gran lunga la parte più divertente e toccante, con Alda che dimostra di essere ancora in gamba, anche a 89 anni e alle prese con il Parkinson – ci spostiamo in estate, dove le altre coppie stanno lottando per abituarsi alla nuova fidanzata di Nick, Ginny (Erika Henningsen), molto più giovane, mentre sono in vacanza in un resort ecologico che lei ha scelto per loro. Poi c’è un weekend autunnale con Jack, Kate, Nick e Anne che vanno a trovare le figlie al college, prima che la stagione si concluda con soggiorni invernali paralleli in un rifugio per il gruppo ormai diviso (*).
(*) Considerando che la maggior parte di queste amicizie risale a decenni fa, è impressionante che abbiano resistito così a lungo facendo più viaggi insieme all’anno, sia per la logistica che per il fatto che nessuno si è stancato l’uno dell’altro fino a questo punto.
Ci sono alcuni solidi momenti di comicità fisica qua e là, soprattutto negli episodi estivi, e di tanto in tanto arrivano anche momenti drammatici. Per la maggior parte del tempo, però, Fey e compagnia sembrano accontentarsi di sfruttare le vibrazioni e l’affiatamento del cast. I risultati sono gradevoli, ma raramente più di questo. La figlia di Nick, Lila (Julia Lester), lo accusa di avere una “classica crisi di mezza età”, e la frase si applica alla maggior parte della serie. Sembra che tutti si siano divertiti a realizzarla, e a volte questo spirito può essere contagioso. Ma proprio come i vari personaggi continuano a chiedersi perché il gruppo abbia scelto di fare un viaggio o un altro, probabilmente arriverete alla fine della stagione chiedendovi perché questo impressionante gruppo di attori abbia deciso che questo era il progetto attraverso cui voleva rimettersi insieme.
Alda ha diretto altri tre film, tra cui Sweet Liberty – La dolce indipendenza, ambientato dietro le quinte di una produzione hollywoodiana. È un tema che Fey potrebbe sapere bene come trasformare in una serie tv…