Rolling Stone Italia

‘Summertime’, and the livin’ is (not) easy

Crescono i protagonisti del teen cult ‘made in Netflix’, e crescono le responsabilità. Alla terza (e ultima) stagione, la serie forse diventa grande davvero

Foto: Netflix

Bye bye, Moccia

Alla base, si sa, c’è Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, già film cultissimo starring Riccardo Scamarcio e la meteora Katy Louise Saunders. Ma fin dalla prima stagione di questa serie teen-balneare si capiva che era solo molto “liberamente tratto da”. Alla terza (e ultima) stagione di Summertime, ora disponibile su Netflix, la prova è ormai provatissima: Step e Baby non c’entrano veramente un tubo con la storia (no: le storie) raccontate qui. Perché, appunto, non è soltanto una storia di piccioncini al mare. Summer (Coco Rebecca Edogamhe) e Ale (Ludovico Tersigni) restano la spina dorsale dello storytelling, che però si fa ancora più corale. E, crescendo i pischelli in scena, diventa più largo e adulto anche il racconto. Già si era capito dalla seconda stagione, ma qua potenzialmente (stiamo pur sempre parlando di uno svuota-cervelli su sfondo di Cesenatico) la posta in gioco si fa più alta, e aumentano le responsabilità. Summer trova una nuova passione-forse-carriera (vedi più avanti), Ale da pilota di moto si trasforma in allenatore (ma non spoileriamo oltre), Sofia (Amanda Campana) “fotografa” il suo futuro, Dario (Andrea Lattanzi) è in stallo con la milf Rita (Lucrezia Guidone). E tutti c’hanno i cazzi tipici di quella linea d’ombra che, stavolta ancora di più, separa la giovinezza dalla maturità. Summertime, sì: ma the livin’ is not easy. Non sempre, quantomeno.

Le storyline secondarie (si fa per dire)

Lucrezia Guidone, che interpreta Rita, e Andrea Lattanzi, alias Dario. Foto: Netflix

I personaggi, diciamo così, di contorno contano tanto quanto i due protagonisti, dicevamo. E, tra i tanti del gruppone, i nostri prefe restano loro: i già citati Dario e Rita. Che affrontano di petto la differenza d’età (e di stile di vita) connaturata al loro rapporto: dopo l’amorazzo estivo del primo giro (stagione 2), ora bisogna capire se si può fare davvero sul serio. Lattanzi e Guidone non solo hanno la chimica perfetta, ma hanno anche i tempi e i modi perfetti per ritrarre questa crisi del primo anno (a volte arriva presto). Tra gli altri, Sofia/Amanda Campana mantiene il suo spazio senza troppe evoluzioni nel suo arco psicologico-narrativo, Edo/Giovanni Maini è quello più in crisi (e anche colui che meglio incarna la difficoltà del diventare adulti, con l’aggravante della pressione dell’autorappresentazione tipica di quest’epoca), hanno più spazio i regazzini (leggi: la sorella di Summer & friends aspiranti biologi marini) mentre è ridotto quello dei “grandi” veri (soprattutto quello di “papà” Alberto Malanchino). E le new entry a volte sono giuste (l’ex di Rita interpretato da Stefano Rossi Giordani) a volte non azzeccatissime: vedi il Luca di Cristiano Caccamo, che pare finito dentro un crossover con Sotto il sole di Riccione e che non riesce a trovare una vera alchimia con Coco/Summer.

Il cast cresce, in tutti i sensi

Ludovico Tersigni/Ale e Coco Rebecca Edogamhe/Summer. Foto: Netflix

Già ne parlavamo ai tempi della stagione precedente: crescono (anagraficamente) gli interpreti, e cresce anche la loro capacità di stare sullo schermo. Ludovico Tersigni ha sempre quella giusta modalità “scialla” che è sia sua (vedi anche la parentesi da conduttore di X Factor) sia del personaggio, Coco Rebecca Edogamhe è sempre più sciolta, e così Campana, Maini, e tutti gli altri. Quanto a Lattanzi, è un fuoriclasse della sua generazione, e lo dimostra a ogni occasione di più. Amparo Piñero Guirao alias Lola, la “pilotessa” spagnola che – attenzione: spoiler – si è salvata dall’incidente nel finale della seconda stagione e che ora prova a tornare in pista, ci mette i toni più drammatico-mélo (e lo fa bene). E i veri “pro” (soprattutto Guidone, che viene dal teatro di Ronconi ma anche da recenti prove ultrapop come Fedeltà, sempre su Netflix) fanno da collante al team, e si sente. Ormai il gruppo è così affiatato che una quarta stagione mancherà soprattutto a loro.

Tutti al karaoke

Coco Rebecca Edogamhe con la new entry Cristiano Caccamo. Foto: Netflix

Da Madame a Levante, dai Måneskin a Motta, non manca nessuno della nuova scena musicale nostrana (con predilezione per il cantautorato, meglio ancora se femminile). Poi ovviamente ci sono i (t)rapper, l’inevitabile selecta straniera da Top 50 globale di Spotify, l’immancabile Bruno Martino e perfino la Carmen di Bizet. Ma la vera novità è che a curare la colonna sonora c’è – rullo di tamburi – Sangiovanni. Che si produce in un concerto ad hoc come Tommaso Paradiso in Sotto il sole di Riccione (aridaje) e firma anche un brano inedito “diegetico” rispetto all’evoluzione di Summer. La quale, da brava figlia di musicisti (Thony, vera songwriter che come di consueto ha il suo numero sul palco, e Malanchino, che musicista nella vita non è ma qua ci dà dentro col didgeridoo), potrebbe seguire la strada di famiglia. Cominciando dai duetti insieme a Cristiano Caccamo, che per farla provare a cantare attacca a strimpellare la chitarra e le dice: “Non so se questa canzone la conosci”. Il brano in questione è Nessuno mi può giudicare: va bene che sono giovani, ma trattarli così da scemi no, dài…

Iscriviti