Rolling Stone Italia

Stop ai casi clinici, vai con i drammi e gli amorazzi: a ‘DOC – Nelle tue mani’ la situazione è on fire

Appello agli sceneggiatori: date tregua alla povera Carolina. E poi l'exploit della caposala Teresa, ma anche un po' di sintesi: dal dolore di Kidane a Bonvegna workaholic

Foto: LuxVide

Basta pazienti, più flirt e misteri per tutti

Diciamoci la verità: a chi frega più dei casi clinici (e spesso anche umani) che arrivano in massa al Policlinico Ambrosiano? C’è sempre più carne “extra” al fuoco: amorazzi, tradimenti, colpi di scena thriller, scazzi, flirt, indagini, minestre riscaldate (non quelle della mensa, s’intende), eccetera. Bisogna stare dietro a troppa roba, chi ha più tempo – e siamo convinti di parlare anche a nome degli sceneggiatori – per stare appresso a diagnosi improbabili? (Parentesi: quella della puntata andata in onda ieri sera è forse in assoluto la più bella di tutte. “Claviceps purpurea”, declamava il dottor Kidane, “in passato ci sono stati diversi casi di intossicazione di massa: è successo ad Alicudi”. Standing ovation.) Rolling fa un appello a tutta la writers’ room: basta malati. Facciamo un ospedale senza pazienti, ma solo con medici e infermieri (vedi più avanti). Tanto ormai ci si cura su Internet, lo sappiamo tutti.

Drama Carolina

Ragazzi, se ce l’avete con Carolina Fanti allora ditelo. La figlia di Doc infatti è passata da supporting nella prima stagione a protagonista più vessata dai drammi della serie nella seconda. Già c’era stata la morte del fratello Mattia da piccolo, poi la vicenda dello sparo e del coma di Doc. Probabilmente era più che abbastanza, e invece no: aggiungiamoci la friendzonata da parte del collega Riccardo Bonvegna. Ma soprattutto la pandemia vissuta in reparto da neo-laureata, il senso di colpa legato al decesso di Lorenzo e, ultima in ordine di tempo, la scoperta di favoritismi da parte di mamma Agnese. Risultato: love story con il primario di Chirurgia cocainomane che potrebbe essere suo padre e di nuovo disordini alimentari (leggi bulimia, con sequenza in pieno stile Spencer di Pablo Larraín). Applausi a Beatrice Grannò, che regge tutto il caricone da novanta sulle spalle. Ma date tregua a Carolina, please.

Teresa rules

Sarà stata la “cura Fedeltà”? Forse non è un caso: da quando la caposala Teresa è diventata l’agente immobiliare della hot-serie based on Missiroli non è più quella di prima. Facciamo un po’ di ordine: la brava Elisa Di Eusanio, cioè colei che interpreta l’integerrima infermiera-boss, presta anche il volto alla collega di Margherita/Lucrezia Guidone nella serie übersexy appena arrivata su Netflix. E se nella prima stagione di DOC la sua Teresa era la quota “simpa” (e un po’ repressa), nella seconda ci dà guarda caso decisamente dentro: dalla love story ormai resa pubblica con lo psichiatra Enrico Sandri (Giovanni Scifoni) al look molto più “aggressive”, tra mise seduttive, brillocchi, nomignoli tipo “orsacchiotto”, eccetera. A noi così piace parecchio: sotto il camice c’è di più.

Ricapitolando

Finora le disastrose conseguenze del Covid sono state mostrate soprattutto attraverso gli attacchi di panico del personaggio di Gabriel. Mentre iniziamo finalmente a capire qualcosa di più del dramma di Kidane (rimandiamo al diario di Alberto Malanchino in esclusiva per Rolling) e speriamo in un ricongiungimento con Elisa, qui la trama va avanti, starring il mitico certificato medico che prova lo status di paziente zero di Lorenzo Lazzarini, nascosto da Giulia e ritrovato da Damiano, che lo porta dritto dritto dal responsabile amministrativo dell’ospedale (ahia). E vogliamo parlare del Bonvegna workaholic di Spollon che lavora h24, reggendo sulle spalle il peso dell’intero Policlinico Ambrosiano? Non contento, si mette pure a indagare come un novello Sherlock (sorry, Benedict Cumberbatch) sui segreti del primario di Chirurgia che esce con Carolina. Ma siamo sicuri che non tiri qualcosina pure lui per stare al passo?

Firestones e il resto scompare

L’abbiamo già scritto, ma qui la situazione sul versante musicale sta diventando esponenziale di puntata in puntata: Changed at All? Roba vecchia. I’ll Find You in the Dark? Sorpassata. Qui ormai è Firestones all the way. Che sta bene su tutto: sulle love story struggenti, sui drammi interiori di ognuno dei personaggi, persino sul nuovo caso di Damiano e del padre coinvolto nelle inchieste post-Covid. E fatevelo anche voi ‘sto piantarello su Firestones, dài.

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