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‘Mare fuori 4’, episodi finali: e mo’?

Tra uscite di scena clamorose (che potrebbero minare il successo della serie) e gli sceneggiatori che non sapevano più cosa inventarsi, la domanda è una sola: e adesso? Attenzione, ci sono degli spoiler

Foto: Sabrina Cirillo

Attenzione: questo articolo contiene MOLTI spoiler

E mo? No, davvero, cari autori: dopo tutto ’stu burdell, che vogliamo fare? Perché arrivati a questo punto – ossia alla puntata numero 14 di Mare fuori 4 – c’è solo una domanda che ci rimbomba nella testa. Non “cosa succederà?”, né chi ucciderà chi, o chi copulerà con chi (quesito, quest’ultimo, che nelle ultime due stagioni è prevalso su tutto); bensì: “e mo’?”. La seconda domanda, che viene subito dopo, è: “Qualcuno ha forse drogato gli autori, per sabotare il successo della Rai?”. Può essere. La gelosia fa fare strane cose, figurati la concorrenza spietata. Giusto Netflix è al di sopra di ogni sospetto, visto che ha goduto di luce riflessa del fenomeno Mare fuori, ma gli altri? Chi ha allungato il caffè degli sceneggiatori faccia un passo avanti e parli. Coraggio. Altrimenti non si spiega, cari autori.

Quando è troppo è troppo

Carmine Recano (Massimo). Foto: Sabrina Cirillo

Sintetizzando: le prime due puntate erano la versione prison di Un posto al sole, spruzzate di (inspiegabile) ironia; nelle seguenti avete certosinamente distrutto la figura del Comandante, che da buon samaritano è di colpo diventato il Grinch delle carceri (espressione carina per evitare di scrivere “uno stronzo assurdo”), ma soprattutto – occhio allo spoiler – avete fatto uscire di scena Carmine (Massimiliano Caiazzo). Ora. Capiamo che non sapevate più cosa inventarvi: si vedeva. Eravate stanchi, ormai siamo alla quarta stagione e anche ’sta faccenda dell’amore shakespeariano per Rosa era tirata tirata. Ci sta. Non sapevate più che pesci prendere, bisognava calare il sipario. Però la sacra legge delle serie tv impone che, se vuoi andare comunque avanti con una storia senza il suo principale protagonista, devi: a) garantirgli un’uscita di scena epica e mozzafiato; b) trovargli un degno erede. Voi non avete fatto né l’uno né l’altro.

La sposa darkettona e altri scivoloni

Maria Esposito (Rosa). Foto: Sabrina Cirillo

Ci credo che sui social c’è stata un’insurrezione popolare: ’sti poveretti che sono rimasti in piedi di notte, per vedersi “il gran finale” si sono trovati davanti a un’uscita di scena nonsense. Per dire, rispetto a quello che avete pensato voi, avrebbe avuto più senso se fosse stato Carmine a rinnegare Rosa, dopo aver visto quanto era orrendo il suo look da sposa darkettona (a meno che l’infiltrata dei competitor non fosse proprio la costumista…). Invece no. Carmine, in cima alla scalinata, capisce che Rosa non entrerà in chiesa e le manda un bacio. Fine. Lui continua con il programma testimoni, insieme alla piccola Futura, e ciaone a Rosa. In quale parte del mondo Carmine farebbe una cosa del genere? Ma soprattutto non poteva farlo prima, risparmiandoci mezza quintalata di puntate? Già che c’erano gli sceneggiatori hanno sepolto vivo – letteralmente – un altro personaggio carismatico, Edoardo. Quindi adesso dovremmo appassionarci alle vicende di Cardiotrap, Alina, Silvia, Cucciolo and friends? Alzi la mano chi li trova appassionanti quanto Carmine o Edo. Ecco, appunto.

La poetica (?) dell'assurdo

Yeva Sai (Alina). Foto: Sabrina Cirillo

Mare fuori ha sempre tradito un taglio nonsense. Il patto con lo spettatore è infatti sempre stato: io ti do una serie profonda, dai grandi ideali e con personaggi tridimensionali, e tu, cortesemente, chiudi un occhio sui buchi della trama. Era un buon compromesso perché la serie è davvero edificante. Anche queste nuove puntate sono portatrici sane di speranza: un messaggio che vale da solo il prezzo del biglietto. Tuttavia c’è un limite a tutto: dal nonsense, qui si è passati all’assurdo. Citiamo solo alcuni esempi in ordine sparso, perché altrimenti qui si fa mattina: in cima alla lista, c’è il tuffo carpiato di Alina dal terrazzo del carcere, manco fosse la figlia illegittima di Aquaman. Davanti alla secondina, la ragazzina ucraina prende la rincorsa e si lancia nel vuoto, cadendo indenne in mare. Dopodiché arriva comodamente a riva (ma avvisare le guardie che piantonano l’ingresso, no?) e fugge via. Oppure vogliamo parlare ancora di Carmine? Tutti – amici, guardie e parenti, madre criminale compresa – sanno che entrerà nel programma testimoni. Giusto per mantenere la segretezza, lui esce dal carcere urlando a squarciagola “la libertà cercatela prima dentro, si può fare, ce la potete fare!”. Un discorsone bellissimo, nulla da eccepire, ma così facendo tutto il quartiere sa che lui è a piede libero. Notevoli anche le doti dimostrate da Pino, che riesce a sgombrare, ristrutturare, ridipingere e arredare una casa nel giro di una settimana scarsa. Altro che addestratore di cani, doveva mandare il cv al Brico. E ancora: il figlio del Capitano entra nel carcere e punta la pistola contro Mimmo. L’arma è infilata dentro a uno zaino ma persino voi e op, che siamo dei semplici spettatori, capiamo che non lo sta minacciando con il volume di Fisica 2. Invece le guardie, che sono a pochi metri da lui, non fanno nulla… Cristiana Farina, ideatrice della serie, ha già detto che lei non prenderà parte alle stagioni 5 e 6. Ora iniziamo a capire perché.

Codacons, questa è per te

Clotilde Esposito (Silvia) e Antonio De Matteo (Lino). Foto: Sabrina Cirillo

Noi non siamo certo dei bacchettoni. Il Codacons un filo sì. Quindi siamo tutti già qui, con i popcorn alla mano, per vedere quale pandemonio si solleverà quando su Rai 2, in prima serata, andrà in onda la puntata numero 10: quella dove il secondino quarantenne Lino (che per i detenuti è comparabile a un insegnante di scuola) ammette a Silvia di essere innamorato di lei. Ora. I due si erano già scambiati un casto bacio nella precedente stagione ma sembrava uno scivolone, destinato a morire lì. D’altronde lei aveva 17 anni, lui 40, e quindi subito tutti abbiamo pensato: “È la Rai, mica promuove relazioni amorose con minorenni”. Invece nella quarta stagione succede. Furbescamente accade pochi giorni dopo i festeggiamenti dei 18 anni di Silvia, ma, insomma, è un tecnicismo paraculo. La polemica è servita. Per la verità Silvia non è nuova a questo genere di relazioni: l’avvocato D’Angelo, che amava, aveva almeno 30 anni. Però lui era “uno dei cattivi”, quindi nessuno faceva il tifo per loro. Lino invece è dei buoni. Ma ha pure 40 anni ed è il suo secondino/maestro: siamo sicuri che siano tutti d’accordo in Rai su questa ship?

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