Le peggiori serie tv del 2023 | Rolling Stone Italia
Bad, bad, really bad

Le peggiori serie tv del 2023

Da 'Citadel', la spy story dei fratelli Russo, a 'Glamorous' starring Kim Cattrall e 'Secret Invasion' (nonostante Samuel L. Jackson). Il worst of dell'anno

Le peggiori serie tv del 2023

Artwork: Stefania Magli

Citadel
Prime Video

Un wannabe James Bond che non è né agitato né mescolato: solo pasticciato. I fratelli Russo – quelli della saga Avengers, già – pensavano di avere nella manica l’asso che avrebbe cambiato la serialità “blockbuster”. Complici le mille traversie produttive, la montagna ha però partorito un topolino: della trama spy (comunque irrilevante) si capisce poco o niente, gli effetti visivi sono dozzinali e i protagonisti Priyanka Chopra Jonas e Richard Madden sono belli che non ballano. Già annunciati diversi spin-off “local”, il primo in Italia: dal trailer, Citadel: Diana con Matilda De Angelis sembra già molto meglio dell’originale. Incrociamo le dita.

Everybody Loves Diamonds
Prime Video

Se la Casa di carta ha ristabilito una formula per l’heist movie contemporaneo, con i salti avanti e indietro nella trama e il focus sui personaggi, Everybody Loves Diamonds non fa nulla di più, ma l’esecuzione è meno coinvolgente e più – forse volutamente – trash. La storia vera raccontata (e romanzata), quella del “colpo di Anversa” del 2003, che fu definito dai media internazionali “il più grande furto di diamanti al mondo”, può richiamare un pubblico internazionale. Ma la serie, nonostante un buon cast (e camei come quelli di Rupert Everett e Malcolm McDowell), è “troppo italiana” (cit. Stanis) proprio quando la serialità italiana sta prendendo il volo.

FUBAR
Netflix

Schwarzy torna con la sua prima serie action-comedy a 75 anni, nei panni di un agente leggendario della CIA 65enne smanioso di godersi la pensione. Praticamente un’auto-parodia dei suoi più grandi successi, FUBAR è una sorta di remake non ufficiale di True Lies incentrato su un padre e una figlia anziché su un marito e una moglie. Non ci sono guizzi ed è tutto piuttosto prevedibile, con numeri un po’ forzati e spesso “passati”, praticamente la quintessenza della “Dad Tv”. Schwarzenegger gigioneggia come non mai e qua e là strappa qualche sorriso. Ma può bastare? No, ovvio.

Glamorous
Netflix

Il paradosso di Glamorous è che celebra il coraggio di essere se stessi, ma la serie non sa davvero quello che vuole essere. Un romanzo di formazione queer della Gen Z? Peccato che sembri scritta da un boomer. Un mix tra Il diavolo veste Prada e Ugly Betty nel ramo del beauty? Peccato che come comedy non abbia nemmeno lontanamente lo stesso mordente. Una rom-com fluida? Peccato che manchi il friccicore. Il resto lo fanno una scrittura monotona e una trama un po’ “a cazzo di cane” (cit. René Ferretti). Tanto che sembra annoiarsi pure la stessa Kim Cattrall.

Ossessione
Netflix

In principio fu Il danno di Louis Malle (1992), adattamento del romanzo di Josephine Hart starring Jeremy Irons e Juliette Binoche. E capite bene come già il confronto sia impari a prescindere. La nuova versione seriale non si risparmia, tra sesso kinky e svolte thriller, e ci sono pure una reale attenzione nei confronti della confezione e del cast, che tutto sommato funziona. È però quel genere di storia che ha problemi verso il finale: gli esiti non sono certamente all’altezza delle premesse (e delle promesse).

Secret Invasion
Disney+

Se Secret Invasion non è una visione obbligatoria nel quadro dell’MCU, non dà però nemmeno validi motivi per essere guardata indipendentemente. Tolta la prospettiva supereroistica, quello che rimane è una storia alla John le Carré o Graham Greene riscaldati, con vari cliché della Guerra Fredda ottimizzati solo un po’ per consentire ai cattivi di alterare le loro sembianze. Nonostante Samuel L. Jackson e un super cast, il tributo al padre degli Avengers Nick Fury sembra del tutto irrilevante. Ci risparmia i salti nel Multiverso, sì, ma la sua unica ragione di esistere sta nell’essere l’estensione di un marchio popolare.

Sex/Life 2
Netflix

In Sex/Life 2 si cerca bilanciare il desiderio carnale con dilemmi pratici che la maggior parte delle persone ucciderebbe per avere. Con la sua estetica softcore, il cast pieno di attori e personaggi surrealisticamente belli e pieni di soldi, la serie è uno studio sui problemi di chi i problemi non sa nemmeno cosa siano. Il sesso c’è spesso e volentieri, è “tanto” e molto atletico. Sembra davvero qualcosa che potreste aver visto una volta alle tre del mattino sulla tv via cavo. Sì, c’è così tanto sesso che alla fine può diventare pure un po’ noioso. E, a tratti, ridicolo.

Schede di Benedetta Bragadini e Mattia Carzaniga