Sky e NOW
Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti fanno un grande lavoro sui sentimenti e sui corpi (riuscendo anche a uscire da “tipi” che frequentano spesso) per incarnare una love story che resiste al tempo e alla distanza e che ricorda perfino un certo cinema francese. I loro personaggi si innamorano ventenni durante un Interrail, poi la vita li separa, ma non si dimenticano mai l’uno dell’altra fino a che… La scrittura evita facili sentimentalismi e allarga il racconto a madri, mariti e figli. Mentre l’amore dei protagonisti vive nelle pieghe della quotidianità, negli spazi non ufficiali, dove tutto è poesia ed entusiasmo.
Prime Video
Una serie femminile come non se n’erano mai viste da noi. E visto che dobbiamo sempre usare un metro di paragone international: sì, ricorda Fleabag. Ma la buona idea di Antonia è Antonia stessa, un personaggio che può essere antipatico, anche irritante e che non ha un vero e proprio arco narrativo. Semplicemente è una donna che entra in crisi con il compagno (Valerio Mastandrea), con il lavoro (interpreta la segretaria in una soap), con il proprio corpo (scopre di avere l’endometriosi). E la interpreta (benissimo) Chiara Martegiani, che quel ruolo se l’è pure scritto (insieme a Elisa Casseri e Carlotta Corradi).
Sky e NOW (e al cinema)
Presentata a Cannes e poi in anteprima al cinema, prima di arrivare (prossimamente) su Sky e NOW, semplicemente perché è Cinema. Quello libero, pieno di grazia e seducente di Valeria Golino. Liberamente ispirato al caso letterario di Goliarda Sapienza, L’arte della gioia è il coming of age spregiudicato di Modesta, una ragazzina nata disgraziata ma decisa a prendersi tutto dalla vita e dal piacere. Un inno alla libertà del corpo femminile, una storia di empowerment e di dissenso implacabile eppure senza furia. Con le solite meravigliose Jasmine Trinca e Valeria Bruni Tedeschi e una protagonista strepitosa: Tecla Insolia, che si prende davvero tutto di questo racconto terribile e incantato, mai addomesticato.
Netflix
Un pezzo di Storia (italiana, anzi siciliana) che più local non si può per un prodotto internazionale che possa dire la sua in quegli ormai famigerati 190 Paesi and counting. Uno spaccato del brigantaggio al femminile con tre profili diversi di proto-femminismo incarnati da Ivana Lotito (MVP), Michela De Rossi e Matilda Lutz. Una produzione kolossal e scelte musicali ponderate e raffinate (vedi iosonouncane). Un modo contemporaneo di concepire la serialità period che adotta la prospettiva dei “fuorilegge” e sporca tutto, nel nome di una verità necessaria.
Sky e NOW
Nuove storie, un nuovo capo (!), nuove guest (le due Valerie!). Certo, la parte comedy resta preponderante, ma c’è anche una profondità, una delicatezza che va sempre di più, anzi, torna verso la commedia all’italiana. La seconda stagione della serie tratta dal cult francese Dix pour cent trova una cifra italianissima nel raccontare il dietro le quinte del nostro cinema e alza l’asticella da ogni punto di vista: scrittura, regia e produzione (la Mostra di Venezia!). Menzione speciale per la performance debordante di Gabriele Muccino.
Prime Video
La seconda stagione della creatura di Ludovico Bessegato costruisce meravigliosamente la tensione tra i suoi protagonisti (Mattia Carrano e Lorenzo Zurzolo, ma non solo) ed è più che mai “di regia”, si fida della narrazione, lascia parlare le immagini, non ha mai paura dei vuoti, anzi se li gusta, invece di cercare la frase ad effetto come vorrebbero gli stilemi del teen drama. Eppure c’è anche più concretezza rispetto al primo capitolo, più trama, ma mai a discapito di una certa poesia. Prisma un teen drama non lo è più, forse non lo è mai stato, nella sua anima di romanzo di formazione che l’adolescenza vuole raccontarla con il respiro corale della saga.
Netflix
Se il format originale norvegese si fermava alla stagione numero quattro, dopo aver calato tutto perfettamente nella nostra realtà Bessegato (e due) è riuscito a immaginare oltre. E il sesto capitolo (diretto da Tiziano Russo) è la seconda storia originale (e spaventosamente attuale). La protagonista è Asia (Nicole Rossi), che viene raccontata con il solito delicato realismo e senza l’ombra di sensazionalismi: soffre di disturbi alimentari, è antifascista, fa parte di un collettivo scolastico. SKAM Italia starà anche cambiando il gruppo storico, ma non cambia l’autenticità con cui parla dei suoi ragazzi e ai suoi ragazzi.
RaiPlay
L’adattamento di Francesca Archibugi del romanzo “impossibile” di Elsa Morante omaggia la tradizione dello sceneggiato all’italiana di una volta parlando la lingua di oggi. Con lampi di un’attualità devastante: la violenza sulle donne, il posto sempre laterale che le donne sono costrette a occupare nella Storia, l’orrore della guerra, dei bambini sottratti alle madri dalla polvere delle macerie. C’è il dramma, la divulgazione, pure una certa ironia e il gusto per la classicità del nostro racconto, oltre a una straordinaria (ri)costruzione di quel mondo. E, forse, la migliore interpretazione di Jasmine Trinca.