Da Leonardo bisessuale a Matilda De Angelis ‘friendzonata’: le cose più cult della serie di Rai 1 | Rolling Stone Italia
Serie

Da Leonardo bisessuale a Matilda De Angelis ‘friendzonata’: le cose più cult della serie di Rai 1

E il mai una gioia, le illuminazioni del genio, il Rinascimento (che era molto peggio di Westeros)

Da Leonardo bisessuale a Matilda De Angelis ‘friendzonata’: le cose più cult della serie di Rai 1

Matilda De Angelis (Caterina da Cremona), Aidan Tuner (Leonardo) e Freddie Highmore (Stefano Giraldi)

Foto: Lux Vide

Leonardo bacia tutti

E con tutti intendiamo proprio tutti al maschile, non tutt* o tuttƏ e le varie diciture inclusive. In sei puntate ci sono stati tre baci con altrettanti partner: dalla serata trascorsa con Jacopo Saltarelli, che li vedrà entrambi arrestati per sodomia (unico documento storico sulla vita sessuale di Leonardo), al limone duro con il leader della compagnia di attori alla corte di Ludovico il Moro, poco prima che questi venga ucciso con l’accusa di tradimento (vedi alla voce: mai una gioia), fino al bacetto più affettuoso con Giacomo Salaì, ex ladro diventato apprendista di Leonardo. Da Vinci era omosessuale? Bisessuale? Fluido? Gli studiosi dibattono da sempre sulla questione. Ma chissenefrega, anche perché, lo abbiamo già detto qui, Leonardo è una serie e per sua stessa natura romanza ampiamente la vita del genio rinascimentale per evitare la «rottura de’ palle» (cit. Matilda De Angelis). Intanto ognuno di quei baci in prima serata su Rai 1 pare un mezzo miracolo.

Matilda friendzonata

Foto: Lux Vide

La conseguenza è che Caterina di Cremona, il personaggio interpretato da Matilda De Angelis, subisce la regola dell’amica, per dirla con gli 883. Leonardo dice che «Caterina è l’amore», sì: ma un amore complesso e praticamente platonico. E la fiction la mette al centro del racconto e la considera la sua musa, ma la nostra viene pesantemente friendzonata due volte: quando viene a sapere dell’arresto per sodomia del protagonista (con annessi e connessi) e quando capisce che per lui la sua arte è più importante di qualsiasi altra cosa. Niente, Cateri’: hai preso due pali.

Mai una gioia per Leonardo

Va bene il genio tormentato, va bene il mystery rinascimentale, ma qui le sfighe e gli amici morti si accumulano sulle spalle di Leonardo a una velocità cui non si sta dietro: Da Vinci diventa primo apprendista del Verrocchio ma poi viene arrestato per sodomia e se ne deve andare, ottiene la prima commissione importante (L’adorazione dei Magi) ma l’abate boccia il bozzetto, dipinge il ritratto di Ginevra de’ Benci ma al padre di lei non piace e non viene pagato. E tutto questo prima di partire per la corte milanese di Ludovico il Moro, dove succederà l’inferno, e venire praticamente tenuto ostaggio a Imola da Cesare Borgia. Mettici anche che Caterina sarà sempre più distante e che l’attore di cui di si era infatuato viene giustiziato. Ah, mentre ripercorriamo la sua vita, Leonardo è in arresto e in attesa di essere giustiziato per l’omicidio della stessa Caterina. Mai una gioia way of life.

Le illuminazioni di Leonardo

Leonardo immagina un sistema di carrucole per portare un pesante globo dorato con una croce sulla cupola del Brunelleschi, in un gruppo di apprendisti intorno a una tavolo vede il futuro Cenacolo (e poi ci sarà il drama sul soffitto disegnato troppo in basso, ma vabbè), quando si ritrova steso a terra sotto un cavallo imbizzarrito immagina una nuova frontiera per le statue equestri, nel volto di Lisa del Giocondo viene colpito da quel sorriso enigmatico che farà la fortuna del suo dipinto più celebre (peccato che dopo LOL per tutti Monna Lisa abbia il volto di Elio). Da Vinci è costantemente colpito da idee, spunti, suggestioni, è un visionario. E la fiction prende la cosa un po’ alla lettera, rappresentando quei momenti quasi mistici un po’ come le visioni di Raven, la ragazzina veggente dell’omonima serie anni 2000. A volte è suggestivo, sì, altre un po’ fantasy-didascalico. E, a tratti, spoiler.

I momenti Game of Thrones

Mai affezionarsi a un personaggio, perché cinque minuti dopo te lo ritrovi morto stecchito: Game of Thrones docet. Qui l’esempio più lampante è il giovanissimo Gian Galeazzo Sforza, nipote del Moro e futuro Duca di Milano (che nella realtà visse fino a 25 anni e nella fiction invece viene ucciso che è appena adolescente): Caterina e Leonardo cercano di alleviarne la solitudine e di diventare suoi amici, ma il piano dello zio diventa chiaro nel momento in cui il ragazzino viene avvelenato. Shock collettivo per gli spettatori e tsunami di tweet a difesa di Gian Galeazzo. Ma i creatori di Leonardo Frank Spotnitz e Steve Thompson non hanno pietà. C’è pure una decapitazione à la Ned Stark: Cesare Borgia uccide nello stesso modo il capo delle sue guardie praticamente per ispirare timore nei sudditi e nei nemici. D’altra parte il Rinascimento era pure peggio di Westeros.

Altre notizie su:  Matilda De Angelis Leonardo