Bravo Fedez, con tre secondi di canzone hai fatto suonare tutti i tromboni d’Italia | Rolling Stone Italia
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Bravo Fedez, con tre secondi di canzone hai fatto suonare tutti i tromboni d’Italia

Il rapper pubblica per sbaglio un video in cui si sentono alcuni secondi della canzone di Sanremo. Il Codacons chiede l’esclusione «con effetto immediato». Non sarebbe il caso di prendere tutto con un po' di leggerezza?

Bravo Fedez, con tre secondi di canzone hai fatto suonare tutti i tromboni d’Italia

Fedez

Foto press

È successo di nuovo: una canzone di Sanremo è finita online prima di Sanremo. Non una canzone intera, un pezzettino. Minuscolo, tra l’altro: tre secondi, quattro. Pochi per capirci qualcosa, troppi per chi invoca una squalifica. Perché, da regolamento, ma pure da tradizione, le canzoni del Festival devono essere inedite. Ma non solo inedite: segrete, come i misteri delle piramidi e come avrebbe dovuto essere il contenuto del Baby Alieno, primo eliminato dalla nuova edizione del Cantante Mascherato (per chi non l’avesse visto: erano i Ricchi e Poveri).

Protagonisti di questo ‘spoiler’ Fedez e Francesca Michielin. Più Fedez, perché il casino l’ha fatto lui. Ieri sera infatti sul profilo del rapper è apparso un video in cui si sente un pezzetto di quella che sarebbe Chiamami per nome, l’inedito di Sanremo 2021.



Che è successo? Probabilmente un errore, una disattenzione. Qualcuno stava filmando in sala prove, non si è reso conto e ha caricato il video. Anche perché prima o poi capita, soprattutto se fai 500 stories al giorno. Video subito rimosso, ma ovviamente qualcuno lo aveva già registrato e messo su Twitter. Occasione ghiotta per gli hater di Fedez che sui social chiedono ‘giustizia’ (?). In tutto questo il regolamento credo non l’abbia letto nessuno. Né io, non ci penso neanche, né le persone su Twitter, né Fedez e manco Francesca Michielin (che immaginiamo in versione Beatrix Kiddo, incazzata nera, sulle tracce del rapper).

Quello che possiamo capire da questa storia intanto è che il Festival è iniziato davvero. Anche se non è cominciato, anche se non si sa se si farà, anche se non sappiamo se ci sarà il pubblico o ci sarà un parterre di medici, di figuranti, di figuranti congiunti o di semplici cartonati (l’importante è che un posto in prima fila sia riservato ad Alba Parietti). Ma pure che dovremmo prendere un po’ tutto con più leggerezza. Fedez ha sbagliato, vero. Ma che sarà mai, son 3 secondi di canzone. Non trenta, manco tre minuti. E poi perché in passato questa cosa è già capitata diverse volte. Lasciamo parlare i tweet di Eddy Anselmi, tra i più grandi conoscitori del Festival in Italia: «Premesso che l’unico organismo deputato a decidere è l’organizzazione del Festival, ci sono almeno 3 precedenti analoghi al caso «di cui si parla oggi. Caso Paola e Chiara, a Sanremo 2005: 30 secondi della loro canzone sono ascoltabili in rete prima del Festival sulle pagine promozionali. Un errore materiale che scatena la polemica. Prevalse il buon senso. Caso Nicolas Bonazzi, Sanremo 2010, fu la prima volta in cui le canzoni della «Nuova Generazione» erano disponibili da dicembre sui siti Rai. Ma quella di Bonazzi era già sul suo MySpace (archeologia del web) mesi prima. Caso D’Alessio-Bertè, Sanremo 2012, 30 secondi del duetto su YouTube a inizio gennaio, prima che il brano sia ammesso al Festival. Solo qualche giorno dopo l’annuncio il video diventa privato, ma resta qualche traccia. Respirare resta in gara». Ma ci sono pure casi più recenti: «Poi ci sono i precedenti diversi. Cristicchi 2006, Civello 2012 e Meta Moro 2018 di fatto riproposero al Festival canzoni identiche (degli stessi autori) già presenti su CD promo, circolate in rete o ancora scaricabili dai siti Rai.Anche queste tre canzoni restarono in gara». Qui la conversazione completa sul suo profilo Twitter.

Sul caso è intervenuto pure anche il Codacons, chiedendo l’esclusione «con effetto immediato» di Fedez dal Festival, minacciando di denunciare penalmente la Rai e di chiedere risarcimenti, anche per conto degli altri artisti che risulterebbero «penalizzati». Si fomentassero così per tutte le cose che non vanno davvero saremmo un paese virtuoso, tipo la Svizzera. Ma quella tra Codacons e Ferragnez è una storia vecchia, non ci si aspettava niente di diverso. Nell’attesa di una probabile archiviazione, ricordiamo a tutti gli artisti in gara di stare all’occhio perché infrangere il regolamento è semplice (e trovare qualcuno che vi rompa le palle lo è ancora di più).

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