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Amici 21, le pagelle della finale: Luigi, fortissimamente Luigi

Vince chi merita ed è cresciuto più di tutti: non è poco. Un’ultima puntata che surclassa tutti i serali precedenti e ricorda i tempi d’oro, finalmente con ritmo e narrazione giusti

Foto via Twitter

Aveva ragione Fiorello quando diceva che Sanremo dovresti farlo in diretta radiofonica e mandare in tv solo l’ultima serata. Se avessero fatto così con Amici, sarebbe stato un successone. L’ultimo atto surclassa tutti i serali precedenti, si arriva quasi all’una quasi senza accorgersene. E non è solo per la curiosità su chi vincerà, ma anche perché ritmo e storytelling sono quelli giusti.

Luigi Strangis voto: 10

Vince all’ultima curva come farà il Milan, vince senza mai essere stato il favorito come il Leicester. Lo fa perché in questi mesi e soprattutto nelle ultime settimane è cresciuto più e meglio di tutti gli altri concorrenti, lo fa perché capisce che la pressione non è su di lui e allora si diverte e così riesce sempre più a farsi prendere sul serio. Lo storytelling di puntata lo aiuta: a ogni televoto schianta i favoriti che fino a pochi giorni fa facevano più numeri di lui. Questa grande chiusura la interpreta al meglio: si prende tanti rischi, se ne frega delle imperfezioni, si mangia il palco e i rivali. E non perde mai quel sorriso tenero e un po’ stranito, quel “che ci faccio qua”. E ci risparmia le scene lacrimevoli dei pianti dirotti del vincitore, quelle svolte patetiche di chi cerca, negli ultimi minuti, la captatio benevolentiae carpiata, rimane se stesso e alza la coppa tra l’incredulo e lo sfacciato, confessando che in fondo lui ad Amici mica era così convinto di andare. E convince anche i suoi detrattori della prima ora, me compreso. Ora comincia il difficile, però.

Michele Esposito voto: 9

Lui la pressione la sente, d’altronde Alessandra Celentano, una maestra che lo ha penalizzato durante tutta questa edizione usandolo come grimaldello contro le proprie idiosincrasie e per combattere le sue battaglie, ha fatto di tutto perché se la caricasse addosso. E infatti alla penultima curva della puntata con i complimenti sinceri e non di maniera a Serena si scrolla di dosso quell’eredità pesante. Siamo sinceri, a maestri invertiti avrebbe vinto lui, nella vittoria di Luigi c’è tanto dell’astuzia, della competenza, dell’empatia ruvida di Rudy Zerbi (voto 8, una sicurezza). Non si scompone (o quasi) neanche davanti a Roberto Bolle che gli fa i complimenti e lo chiama a ballare con lui. Una macchina da guerra che, vedrete, alimenterà la leggenda di quelli arrivati secondi ai talent, che di solito ottengono enormi successi facendo dimenticare a tutti chi ha vinto l’edizione a cui hanno partecipato. Un professionista fatto e finito in un programma di talentuosi dilettanti che cercano il loro posto nel mondo che amano. Era fuori concorso, e alla fine l’ha pagato.

Serena Carella voto: 8

Vince quando una delle scuole più prestigiose degli Stati Uniti, alla faccia della Celentano, le offre una borsa di studio. Quando perde la sfida con Michele si vede che sa che è giusto così e che la sua vittoria è il futuro che le si apre davanti. Ha saputo arrivare in finale senza mai perdere la tenerezza, la sua bellezza irresistibile dentro e fuori, mantenendo un’innocenza cazzuta che raramente si è vista ad Amici e forse in generale in tv. La gioia di fare ciò che ami la incarna meglio di chiunque altro e ieri balla libera, benissimo, è se stessa fino in fondo come probabilmente non era riuscita a essere compiutamente negli ultimi due serali, terrorizzata da un’eliminazione in vista del traguardo. Un po’ come i Bengala Fire a X Factor per lei contava godersi più esibizioni possibili, la coppa contava il giusto. In bocca al lupo Serena, lasci tanti cuori innamorati e ricorda che il meglio deve ancora venire.

Sissi voto: 7

Un po’ scarica, come quei ciclisti che tengono la fuga in vita per centocinquanta chilometri ma poi arrivano spompati alla volata. Non è aiutata – ma forse tranne Luigi, non lo era nessuno – da un nuovo singolo ammiccante, che vorrebbe tirarla fuori dalla nicchia “brava, bravissima, ma…” e che per darle un’identità diversa ne propone almeno altre quattro e nessuna giusta. Può stare tranquilla, perdere in finale ai talent porta fortuna, tutti i grandi perdenti, da Mahmood ai Måneskin, poi hanno volato. Lei non deve lavorare su una voce già straordinaria né sulla capacità di affrontare ogni tipo di nota o spartito, deve solo costruire la vera Sissi, rendersi unica. Una cosa difficilissima, forse impossibile, cercando di vincere Amici dove devi cercare di piacere a tutti, pure a troppi, ma che da domani potrà fare serenamente.

Alex Wyse voto: 6,5

Il solito Alex, troppo amato per sporcarsi un po’, con inediti paraculi ma dimenticabili – a differenza di quelli di Luigi, non è un caso che le radio vogliano lui su un palco – che però quando si prende addosso la sfida coraggiosa di interpretare Freddie Mercury (a dir la verità più George Micheal) in Somebody To Love si scioglie fisicamente e a livello canoro, non fa il compitino ma si “sporca” un po’, si “luigizza” e regala la sua migliore prova di questi serali. Troppo tardi, ma non lo è mai, visto che la carriera inizia ora. E bravo per aver fatto questo viaggio con il carico di una “fragilità nascosta” come l’ha chiamata Maria, che non è banale da sopportare. Chi lo ha massacrato nelle pagelle, lo ha trattato come tutti perché questo ha dimostrato, di potersela giocare alla grande, ed è la sua più grande vittoria essersela giocata senza mai mettere ciò che ha davanti a ciò che è e sa fare. Certo, perde da favorito, dopo aver tirato la volata per settimane e questo deve bruciare. E dice molto sulla strada da fare per lui per trovare un’identità, per non essere solo la copia di mille riassunti. Da domani giochi meno in difesa, è un consiglio.

Francesco Cicchella voto: 6

Ha un monologo pieno di freddure che fa venire una terribile nostalgia di Made in Sud. Ottima la canzone sul politicamente corretto che gli vale la sufficienza, ha fatto capire meglio e in modo più divertente quello che Pio e Amedeo sia nel loro show in prima serata che da Maria hanno provato a dire con un’arroganza passivo-aggressiva decisamente patetica. Imitazioni niente male, nelle battute riuscite (non moltissime, ma comunque oltre la drammatica media di Amici) ci mette anche un tocco di originalità. Lo aspettiamo a Lol 3, che uno così farebbe un gran comodo nel cast.

Albe(rto) La Malfa voto: 5

Esce subito e non c’erano grossi dubbi. Non è neanche male il modo in cui affronta la finale, per quel poco che si è sentito, ma ha ancora le spalle troppo strette per capire se il ragazzo si farà. Paga una finale che era un premio troppo grande per quello che ha mostrato e lo dice l’impietosa reazione della stampa che alla domanda di Maria De Filippi: «C’è qualcuno dei giornalisti a cui piace Albe, che voglia dirgli qualcosa», risponde con un tonante e poco elegante silenzio (scusaci ragazzo, eravamo ancora nel prepartita pure noi). Meno male che Andrea Amato recupera con il suo voto, una pacca sulla spalla (togliendo ad Alex 25mila euro del premio Tim, perfido). Deve capire chi è, ovvero il Max Pezzali della trap (e da me è il massimo dei complimenti, non perdo un concerto del vate di Pavia), ma deve crescere parecchio pure per esserlo in modo credibile.

Alessandra Celentano voto: 4

La sua versione buona, o meglio sedata, è quasi peggio di quella isterica, rancorosa, pregiudiziale. Sembra quasi che Michele gli abbia chiesto di stare zitta almeno in finale o che Maria l’abbia tenuta al guinzaglio. Come al solito la sua ironia sembra sempre quella dello zio che a Natale cerca di metterti in imbarazzo con freddure da supergiovane. Davanti alla tua fidanzata.

Veronica Peparini e Anna Pettinelli voto: 3

Tre come i secondi in cui compaiono in questa finale. Ha senso avere una terza squadra che, di fatto, è solo un serbatoio di eliminati e con due maestre il cui unico ruolo sembra l’essere il funzionale punching ball di Alessandra Celentano e Rudy Zerbi? Non pensavo di dirlo, ma sento una nostalgia lacerante di Arisa. A una cosa servono però: grazie a loro capisci quanto sono bravi gli altri maestri, molti finalisti non avrebbero fatto lo stesso percorso senza l’attenzione, la generosità e la voglia di valorizzare talenti di Zerbi, Todaro e Cuccarini (ottima coppia quest’ultima, penalizzata nel risultato finale da un format della finale rivedibile, ma i loro ragazzi sono cresciuti tanto ed è un gran merito).

Boris Sollazzo voto: 2

Dopo aver massacrato tanti in queste settimane, è giusto che per una volta provi anche io l’ebbrezza della bocciatura. Pronti via Maria mi presenta come «quel signore che nelle sue pagelle mi mette sempre zero». E subito senti le mani viola per la bacchettata della maestra. Divertente stare dall’altra parte per una volta e poi aprire i social e gustarsi gli insulti (meno di quanti temevo, più di quanti speravo) di chi non ti sopporta, con alcune battute geniali come «4 per la camicia aperta senza il petto villoso» di Oberon242. La platea di colleghi merita più spazio anche nelle altre puntate, ieri soprattutto nei momenti inevitabilmente più mosci (la finale è così, la suspense finale si mangia quasi tutto il resto, così come le maratone di performance che a momenti ci ammazzava Michele Esposito) dà un po’ di brio. Anche perché nell’ultimo atto non ti va di rovinare la festa e non sarebbe neanche giusto, ma nei serali precedenti si potrebbe trovare anche un po’ di pepe in più da quelle parti, senza le piazzate trite e ritrite di maestre consumate dai loro stessi personaggi. Contate che persino io mi sono sentito più buono, miracoli di Maria.

Maria De Filippi voto: 1

Le do un voto in più rispetto al solito, viste le lamentele. Scherzi a parte, Maria dimostra di essere sempre la numero uno nonostante, come ammette alla fine, negli ultimi due anni in produzione hanno fatto miracoli per metter su la trasmissione. Quando si scioglie è un’altra. Il «mi stai coglionando» a Sabrina Ferilli o quando scalza e con la scarpa in mano dice «sto a fà una figura di merda» sono momenti cult, ma anche l’affetto con cui tratta i suoi ragazzi – qui si sente tutta l’eredità della mamma professoressa, amatissima dai suoi alunni e a loro dedita sempre – riscaldano una trasmissione fredda e troppo compassata negli ultimi anni. Gli ascolti record delle ultime edizioni ci dicono che ha ragione lei, se batte tutti i primati anche col freno a mano tirato non c’è ragione di spendere e spendersi di più. Ma Amici un tempo era una Ferrari, ora è l’ultima Mercedes di Hamilton. I guizzi da campione si notano ancora, ma sono piccole parentesi. Probabilmente basterebbe un rimescolamento di uomini e regole, rivoluzionare senza snaturare il format per stupire e ripartire alla grande. Grazie per l’ospitalità, che non era affatto scontata. Ho dovuto spegnere il telefono, tanto Amici è seguito. Ma devo ringraziarti: inseguivo il mio falegname da mesi e mi snobbava, ieri mi ha scritto durante la trasmissione: vengo in settimana. Maria per il sociale.

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