Un colossale, entusiasmante, delirio. Ieri alla Festa del Cinema di Roma, in collaborazione con il festival parallelo Alice nella Città, c’è stata la mega anteprima di Mare fuori 4: i primi due episodi sono stati dati in pasto ai fan con ben tre mesi di anticipo rispetto alla messa in onda Rai (a proposito, ecco le date ufficiali: 1° febbraio su RaiPlay; metà febbraio su Rai 2). In sala c’era gente che piangeva, applaudiva, faceva il tifo come allo stadio. Tutti erano entusiasti perché, come ha raccontato una ragazza in fila, il mondo doveva sapere: “Aspettare febbraio? Anche no, grazie!”. E adesso, appunto, il mondo sa. Chi era alla Festa ha già provveduto a postare la qualunque sui social, con tanto di intere scene rubate (e tanti cari saluti all’antipirateria). Noi cercheremo di evitare gli spoiler (li trovate solo nell’ultimo paragrafo), nel raccontarvi cosa ci è piaciuto e cosa meno dei primi episodi di Mare fuori 4.
Toni comedy
Mo’ fanno i simpatici. Già, avete capito bene: con Mare fuori 4 l’ex Gomorra minorile si trasforma in un circolo di simpatici guasconi che fanno battutine – pure azzeccate – con i secondini. Il che, onestamente, è un tantino sconvolgente. Ora, non vogliamo certo tornare ai toni super dark della prima stagione, dove veniva considerato un geniale scherzone scannare un cane e farci una bella pasta al ragù. Ma il clima da oratorio mancato, anche no… Se c’era infatti un pregio di Mare fuori, era proprio che si sottraeva ai toni buonisti delle reti generaliste che, vai a capire perché, anche nelle peggiori tragedie devono sempre infilare un paio di battutine sferzanti e rassicuranti. La speranza è che le puntate seguenti tornino a parlare il linguaggio di sempre…
Sesso sci-fi
Più del “chi ha sparato a chi?”, il vero mistero di Mare fuori 4 rischiano di essere le mutande di Edoardo. Mi spiego meglio. Come già sappiamo dal finale della terza stagione, il nostro si sveglia dal coma sui titoli di coda. Lo ritroviamo quindi, cosciente, in ospedale dove riceve una serie di visite che si trasformano subito in sessioni di sesso. La dinamica è: lui è steso mezzo moribondo sul letto e la partner (non diciamo chi) gli zompa addosso. Nella foga, però, nessuno si preoccupa mai di abbassargli i boxer. Resta sempre con le mutande ben addosso. Signori, è nato un nuovo genere televisivo: il sesso sci-fi.
La bambola assassina
Chissà perché gli autori di Mare fuori non ce la fanno proprio a scrivere un villain donna decente. Quelli maschili sono uno più bello dell’altro: tormentati, sfumati, criptici, alcuni persino insospettabili. Poi però passi nella sezione femminile e scatta subito l’effetto parodia. Dopo Viola, che sembrava uscita da una soap argentina, in questa stagione arriva un’altra picchiatella che fa dichiaratamente il verso ai film horror. Tranquilli, su di lei non c’è il rischio spoiler perché, per tutte le prime due puntate, non apre bocca: è muta, e nessuno sa come si chiama, nemmeno la direttrice del carcere. “Non ha i documenti”, spiegano. “Basterebbe prenderle le impronte digitali”, ti verrebbe da suggerire loro, ma evidentemente nessuno là dentro ha mai visto CSI. Il punto comunque è un altro, ossia che questa new entry è pensata a tavolino per parodiare i film horror: lo suggerisce prima la regia (sempre con quei toni da gag di cui sopra) e poi gli stessi personaggi che, guardandola, dicono: “Sembra la bambola assassina”. Pure una donna, seduta in sala accanto a me, commenta perplessa: “Sembra Mercoledì”. Annamo bene…
Niente più flashback?
Vi ricordate la struttura di Mare fuori? Ogni episodio si concentrava su un personaggio in particolare, di cui venivano mostrate svariate backstory, mentre nel frattempo si portavano avanti le linee orizzontali della trama. Ebbene, stando a queste prime due puntate (quindi niente è ancora certo), la struttura potrebbe cambiare. Il primo episodio non prevede infatti flashback, mentre il secondo si concede giusto un paio di salti temporali, per chiarire che fine ha fatto la mamma di Rosa, Ciro e Pietro Ricci. Lo spiegone non si aggancia però immediatamente a un personaggio in particolare, o comunque non lo fa con la stessa forza narrativa dei precedenti flashback. Forse, anche in questo, gli autori hanno deciso di cambiare? L’ipotesi è plausibile, visto che ormai sappiamo quasi tutto dei beniamini della serie.
I due mega spoiler
Chi non vuole rovinarsi la sorpresa non legga questo paragrafo. Qui si parla infatti dei due grandi colpi di scena di Mare fuori 4. O meglio. Il primo in realtà è puro nonsense, mentre il secondo, sì, ti lascia sconvolto. Ma procediamo con ordine. Come è ovvio, la stagione riprende là dove ci eravamo lasciati, vale a dire dalla sparatoria alla Piscina Mirabilis. Qui, per non sparare né a Carmine né al padre Don Salvatore, Rosa si era puntata la pistola sotto il mento. Entrambi quindi vanno verso di lei, per fermarla, e si sente un colpo. Spoiler: non ce lo fanno vedere (nel senso che ce lo dicono e basta) ma all’ultimo minuto Rosa decide volontariamente di sparare al padre. Il che, detto così, non ha molto senso. Pensi subito: “L’avranno spintonata ed è partito un colpo per sbaglio”, ma questa versione viene subito smentita. Di più non ci fanno sapere. Insomma, un po’ una delusione, soprattutto per quei fan che immaginavano un intervento di Carmela o della madre di Carmine. Sarebbe stata una svolta più interessante. La consolazione arriva però alla fine della seconda puntata, che schiera, lei sì!, un colpo di scena come si deve. Dopo 120’ di “Edo, devi cambiare”, “Edo, ravvediti”, “Edo, ti è stata data una seconda possibilità” (con tanto di crocifisso indicato a monito), ebbene lui che fa? Prende questa seconda possibilità e la butta nel cesso, andando nottetempo a uccidere Don Salvatore. La dinamica è priva di ogni realismo: il boss non si sveglia manco per sbaglio. Si lascia rimboccare le coperte da Edo, gli prende persino la mano continuando a dormire beato. Probabilmente non si sarebbe destato manco se avessero iniziato a ballare la macarena sul suo letto. Dopodiché, nonostante la differenza di stazza, Don Salvatore non riesce a buttare giù dal letto l’assassino. Detto questo, è chiaro che la sua morte apre le porte a un inferno criminale di cui non vediamo l’ora di sapere di più.