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5 motivi per guardare ‘Ti spedisco in convento’

Nato sulla scia del 'Collegio' e della 'Caserma', il nuovo reality in onda su D+ e Real Time ha come protagoniste un gruppo di suore (che potrebbe stupirvi)

5 motivi per guardare ‘Ti spedisco in convento’

Le suore di ‘Ti spedisco in convento’

Foto: Discovery

Fan del Collegio che siete là fuori: sappiamo che ci siete e che siete pure tanti, lo dice lo share, mica noi. Ed è per questo motivo che oggi parliamo di un programma che, sulla scia del fortunato istituto scolastico in onda su Rai 2, è arrivato sui nostri schermi: Ti spedisco in convento.

La formula è sempre quella: si prendono dei personaggi indisciplinati e si mandano a vivere nei posti più regolamentati dell’universo. Questa volta toccherà alle suore portare sulla retta via Emilia, Valentina, Stefania, Wendy e Sofia, cinque ragazze diverse ma unite da una vita tutt’altro che monastica, tra shopping, Instagram, viaggi e sveglie a mezzogiorno. Se siete ancora indecisi se seguire o no le prodezze delle protagoniste, alle prese con vespri, lavori manuali e canzoni sull’amicizia, vi diamo cinque buoni motivi.

Le suore

A differenza degli reality sopracitati, in cui sono i concorrenti a diventare star trash dei social, qui le vere protagoniste sono le suore. Anche solo per i loro nomi: Suor Arleide, Suor Felicita, Suor Analia, Suor Monica e Suor Daniela. Hanno dai 28 ai 76 anni, quattro su cinque sono brasiliane e il loro motto è «essere ferme, più che dure». Anche quando una delle ragazze che dovrà passare 30 giorni con loro si mette a twerkare sulle scale. «Quello che possiamo fare facciamo, il resto lo fa Dio». Amen.

Le regole

Se, sia in caserma che al collegio, le regole ce le potevamo immaginare, qui c’è un elenco che solo per leggerlo ci va mezza giornata. Una cinquantina in tutto, partendo dalla sveglia alle 7 per pregare al “silenzio”, cha arriva alle 22. In mezzo ci sono ordine e pulizia, puntualità, vestire modestamente, mangiare senza lamentarsi, povertà, castità, obbedienza, lettera e testamento. Provateci voi.

I temi

Nonostante i presupposti per assistere al programma più trash del globo ci siano tutti, Ti spedisco in convento vi stupirà. Non sostituisce sicuramente una puntata di Geo, ma è interessante vedere come, siparietti a parte, le ragazze e le suore riescano a dialogare di temi come la maternità, la castità, ma pure genitori assenti e famiglie problematiche. Scoprendo, alla fine, che tra la cubista e la suora ci sono molte più cose in comune di quelle che si possano pensare.

Le solite dinamiche

Ok, qui qualche volta si va un po’ più nel profondo. Ma non per questo mancano i momenti trash che hanno decretato il successo di programmi del genere. Tipo: le ragazze si ribellano al dress code del convento e si presentano a cena vestite da Pussycat Dolls. O ancora: si ubriacano rubando l’alcol nella cucina del convento. Fino a massime tipo: «Le scarpe sono le mutande, non si indossano mai due volte». So’ ragazze!

Il numero di puntate

Cosa buona anche il numero (basso) di puntate. Sono solo quattro, e le trovate appunto su D+, il nuovo servizio on demand targato Discovery. Se non vi fa impazzire ma rientrate comunque in quella categoria di persone che si impongono di finire quello che hanno iniziato, non ci vorrà molto. Che la fede sia con voi.

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