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X Factor 2022, le pagelle della Last Call: la squadra più forte è quella degli esclusi

Il buono della puntata di ieri: dopo l'ultima chiamata per accedere ai Live non c'è un superfavorito. Il meno buono: troppe scelte discutibili. Mettiamo Francesca Michielin come quinto guidice?

X Factor 2022, le pagelle della Last Call: la squadra più forte è quella degli esclusi

Santi Francesi

Foto: Virginia Bettoja

Tutto bene, niente in ordine. La squadra più forte è quella degli esclusi. Per questo facciamo una proposta: promuoviamo Francesca Michielin – il cui stilista è evidentemente ancora latitante, ma lei non lo sa e porta il suo outfit improbabile con eleganza – a quinto giudice e diamole Cinzia Zaccaroni, Cecilia Quaranta e Martina Baldaccini. Un team all women che straccerebbe gli altri. L’unica cosa positiva di molte scelte discutibili è che a ora superfavoriti non ne abbiamo.

Santi Francesi voto: 10

Il loro Venditti è il segno di un talento cristallino, riescono a salvaguardarne l’anima rendendo proprio un pezzo personale e unico come Che fantastica storia è la vita. E lo fanno con una canzone non da X Factor, perché la loro identità è così potente, la loro musica sa entrarti talmente sotto pelle che non puoi fare a meno di farti trascinare. E poi quanto è figo il frontman con quella faccia da attore senza tempo, sexy senza voler esserlo? Ogni volta che canta e sorride dimentico d’essere (ancora per poco) eterosessuale.
 Ha ragione Fedez, hanno già un posto prenotato in finale. C’è solo un rischio: che X Factor possa rovinarli.

Cinzia Zaccaroni, Linda Riverditi voto: 9,5

Il dolore della perdita, il lutto di non poterla vedere ai live mi passerà. Sì, nel 2024. Decide di fare all-in e farsi orchestra e alla fine persino lei, solitamente umile, si sente sicura della scelta che sembra inevitabile. La Ain’t Nobody di Cinzia Zaccaroni è semplicemente perfetta. Troppo per il drammatico rifiuto della complessità di un tavolo di giudici che ha paura della fantasia e non sa bene, anzi per niente, come domarla. Domani, 22 ottobre, suona e canta a Birra Bellazzi (sì, è il diminutivo di Bella Zio, ma perdoniamoli lo stesso) a Via Fondè, 21 a San Lazzaro di Savena. Chi fa una macchinata con me per andarla a sentire? Ve l’ho detto, sarò la sua prima groupie, e ho tre posti in auto. L’unico con la proposta di matrimonio sarò io, però.

Consoliamoci con Linda Riverditi che con Skinny Love di Bon Iver ci fa semplicemente chiedere: dove può arrivare? Ha una “canna” pazzesca e un gusto pieno di grazia e grinta nelle scelte delle canzoni come delle intonazioni e delle interpretazioni. Speriamo sappia imporsi per non farsi cannibalizzare da un giudice interessante, ma anche pericoloso per la sua crescita.

Cecilia Quaranta voto: 9

Lutto bis. Lo ammetto, all’inizio l’avevo sottovalutata. Avevo scambiato la sobrietà e la consapevolezza nei suoi mezzi per eccessivo understatement, sembrava dimessa e invece era ghiaccio bollente. Ieri ce lo dimostra con Dog Days Are Over, sfidando Florence and the Machine. La fa da incenerirti davanti allo schermo, che ti senti a due passi da lei e non vuoi perderti neanche una nota. Anche lei, ieri, perfetta, persino nel look che la fa sbocciare e la sua bellezza quasi ti distrae dal fatto che ha nove vite e altrettante voci, può fare tutto e ogni volta che ci prova le riesce meglio. Sembra impossibile non prenderla, qualsiasi giudice potrebbe lavorarci in ogni direzione canora, di genere, di sperimentazione. 
Però Ambra aveva altre idee, malsane (leggi Siffredi, e non Rocco purtroppo). L’unica giudice donna non ha il coraggio di prenderne due in squadra e così la pur brava ma più monocorde Lucrezia le ruba la sedia. E a noi Ambra ci toglie un pezzo di cuore.

Beatrice Quinta voto: 8,5

Mi costa dar ragione per la seconda volta a Federico Lucia, ma quando canta lei succede qualcosa. Non ho ancora capito cosa, ma dietro quel biondume che si presenta furbescamente come uno stereotipo c’è una donna e un’artista che ha una strategia musicale, di gioco, di posizionamento (anche) televisivo che non è banale, anzi. Lo capisci quando fa un Renato Zero coraggioso con Il cielo e che fa intravedere qualcosa in più al di là e oltre il suo stile ben codificato e di fronte a un Dargen disorientato e non soddisfatto lo anticipa e si intesta un falso fallimento, «ho cannato» dice anticipandolo. 
Non era vero, ma là si conquista la sedia, e conquista lui. Sarà un osso duro, soprattutto per la sua intelligenza tattica. Pur di vincere sarà disposta artisticamente a tutto e questa è una sfida che sarà divertente godersi. Come scenografie e costumi che le cuciranno addosso.

Matteo Orsi, Giorgia Turcato voto: 8

Sempre a credergli, è la terza volta che Matteo Orsi si esibisce in pubblico. E portando En e Xanax, pezzo clamoroso di Samuele Bersani (ma quanto sarebbe figo come giudice lui?), allarga la sua comfort zone senza spaventare nessuno, perché le scelte peggiori questi giudici le hanno fatte per paura. Riuscirà ad andare avanti se saprà sfruttare la sua emotività: come fai a eliminare uno così bravo e che sa frignare così deliziosamente proprio quando dovresti decidere di farlo fuori? Di sicuro ha un suo passo, come quei ciclisti che pur non essendo scalatori in salita tengono botta ignorando le sfuriate altrui. Ed è un pregio straordinario. Giorgia Turcato come Cecilia Quaranta fiorisce alla distanza, poi capisce che portarsi una chitarra o un basso alle Last Call portava sfiga e allora pur sapendola suonare si affida solo alla voce. Canta divinamente come sempre, ma questa volta pure con personalità e la capacità di occupare il palco con carisma. Un’altra che ci sorprenderà parecchio.

Lucrezia Fioritti voto: 7,5

Brava, bravissima, bis. Ma. Ma l’impressione è che non esca dal suo talento nitido che a tratti sembra troppo bidimensionale. La scommessa di chi l’ha scelta è farla sbocciare nei live, renderla più eclettica, ma rimane la sensazione che ci fossero “rivali” più pronte e che lei potrebbe rimanere un bel vaso di cristallo in cui finiranno però sempre fiori troppo simili. Ma non vediamo l’ora di ricrederci. Merita i live, però, solo per aver scelto per la sua performance decisiva Andrea Laszlo De Simone.

Tropea voto: 7

Non sbagliano l’esibizione e a naso è forse la loro migliore qualità: l’affidabilità, unita a un sound definito e a una qualità media di esecuzione alta. Live spaccano e ieri si guadagnano così un’insperata vittoria: per la prima volta un giudice sembra ricredersi all’ultimo dopo aver sentito addosso la reazione esplosiva del pubblico. Il loro problema è che Ambra sembra non credere troppo in loro e che loro… ricambino. O nasce una chimica tra loro o la fine dell’avventura è solo rimandata, di poco.

Martina Baldaccini, Jacopo Rossetto voto: 6,5

Anche con Rino Gaetano l’allure Mia Martini che inizialmente era irresistibile, sembra invece essere la sua unica cifra. Troppo strutturata Martina per chi ha paura di qualcuno troppo bravo, in sette puntate forse neanche Manuel Agnelli sarebbe riuscito a scalfirne la corazza di talento e di stile. Ma valeva la pena provarci. A lei va rimproverato di non aver tentato lei per prima. Che voglia di sentirla cantare ancora però. Jacopo ha un mondo stupendo e sa raccontarlo – meno in questa Last Call, dove è sembrato sottotono – ma o sei N.A.I.P. o imporlo fino alla fine sarà difficile. Lui è uno che è impossibile non scegliere, ma che nel pop televisivo rischia di finire in un tritacarne che nella migliore delle ipotesi porterà a un’eliminazione prematura e nella peggiore a ibridarlo o addirittura a banalizzarlo.

Marco Zanini voto: 6

Bella performance, è cresciuto troppo piano rispetto ai tempi televisivi, paga il fatto che Fedez pur apprezzandolo avesse già deciso di non portarlo ai Live. Il team musicale di X Factor doveva darlo a un’altra squadra. O doveva esserci un altro giudice: Francesca Michielin per esempio.

Gaia Eleonora Cipollaro voto: 5,5

Funiculì funiculà mashuppato con Mas que nada era, sulla carta, una grande idea. Rimasta, appunto, tale. La sua fortuna è che la sedia Fedez gliel’avesse data già prima di questa Last Call. Anche giustamente, perché con lei si può sperimentare alla grande e uscire fuori dai soliti canali. Certo, l’ultima performance ti fa venire qualche dubbio sul fatto che abbia le spalle abbastanza larghe per riuscirci.

Filippo Ricchiardi voto: 5

Bravo nel portare una cover come Paparazzi, ma troppo tardi. Lui tutta questa voglia di essere in questo talent non l’ha mai data, l’unica cosa che lo accomuna a Fedez è lo sguardo scazzato, modello «che ci faccio qua? Sono troppo più bravo di tutti». Magari è anche vero, ma non dimenticarti di dimostrarlo.

Manal Harchiche voto: 4,5

Se non sai sceglierti canzoni e poi ti porti una chitarra solo per pizzicarla, puoi avere tutte le potenzialità che vuoi (e lei le ha) ma alla fine cadi. L’unica cosa positiva dell’essersi portata la chitarra e che la postura ha valorizzato un vestito da urlo. Ma è X Factor, non Gira la moda. Da studiare per capire tutto quello che una brava non deve fare a X Factor se vuole andare ai live.

Wiam Ait Bakrim, Violet End voto: 4

Li senti e pensi «che bravi». Poi però se hai il coraggio e l’incoscienza di portare Adele e gli Afterhours, non puoi farli bene, ma scolasticamente, senza nulla di tuo. Non vedi nulla oltre alla buona esecuzione, troppo acerbi per reggere l’arena dei live. L’impressione è che abbiano buttato un’ottima occasione senza giocarsela davvero.

Francesca Rigoni, Irene Pignatti voto: 3,5

Che bella idea scegliere artisti e pezzi lontani da te. Sì, se li hai capiti. Francesca Rigoni prende Tiziano Ferro e demolisce tutto ciò che di buono aveva dimostrato col suo animo da rocker e la sua voce diversa e possibile. Massacrando Sere nere, che è la colpa minore. Irene forse è troppo piccola e ingenua per capire Myss Keta e disinnesca l’unica cosa buona di Pazzeska, l’ironica sensualità del testo e della performance. Annichilenti per l’autolesionismo, che peccato.

Nervi voto: 3

Arrivati fin qui per un ottimo Bootcamp e perché Ambra era entrata in fissa e voleva dar loro una sedia immeritata, riescono a farsela sfilare dal pubblico che inneggia agli avversari e dalla scelta suicida di prendere il brano simbolo dei Rolling Stones facendone una cover così brutta che non sarebbe riuscita vincere neanche un concorso per le cover più brutte. Dove sono gli amici quando servono. O almeno dove sono quelli dei Nervi quando loro provano in sala i pezzi per X Factor?

Matteo Siffredi voto: 2,5

Mezzo voto in più perché Billie Eilish non la fa male e perché non c’è niente di meglio se sei un bluff nello scegliere la cantante più sopravvalutata del nuovo millennio per mostrare tutte le tue doti. La fa anche decentemente Lovely, ma quando ti piace in quelle acrobazie da ugola d’oro anni ’90 sembra sempre che canti in corsivo. L’unica cosa buona del fatto che andrà ai live (dopo aver fatto fuori una serie di ottimi concorrenti) è Dargen che ci divertirà prendendo in giro Ambra, come già fatto in questa Last Call.