X Factor 13, le pagelle: arpe urlanti, band-ologrammi e finalmente un po’ di talento | Rolling Stone Italia
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X Factor 13, le pagelle: arpe urlanti, band-ologrammi e finalmente un po’ di talento

Arrivati ai bootcamp la situazione sembra migliorare un po', anche se il pubblico invoca Rousseau mentre le under donna di Sfera Ebbasta sembrano tutte avere la stessa scoppiettante personalità di Samuel

X Factor 13, le pagelle: arpe urlanti, band-ologrammi e finalmente un po’ di talento

Sfera e le sue Under Donna

Quest’anno, come gli affezionati del programma e gli hater di Sfera sanno bene, X Factor ha deciso di fare quello che i Cinque Stelle hanno soltanto scritto in caps lock su Internet, ovvero attuare realmente un governo del cambiamento. Le uniche certezze rimangono Mara Maionchi, la Mattarella di X Factor, e Ale Cattelan, il Fico di X Factor.

Un’altra novità che si capisce subito è che i concorrenti non sono veramente concorrenti reali ma sono tutti ologrammi creati a computer grazie alle moderne tecnologie, probabilmente è meno rischioso che qualche ologramma femmina rimanga incinta di Morgan anche se non escludiamo che l’abile Morgan riesca ad ammaliare addirittura un ologramma riproducendosi come creatura incorporea e digitale, puro codice, la poesia del futuro.

1Momento styling

Sfera Ebbasta sembra desiderare di raggiungere effettivamente la forma sferica indossando una camicia oversize, mentre Malika Ayane decide di rendere omaggio a tutte le giudici donne che hanno ricoperto precedentemente il suo ruolo e poi sono decedute dopo una sola stagione portando un apotropaico scheletro di giudice donna deceduta al collo. Samuel invece, oltre al classico cappellino, decide di indossare soltanto la sua scoppiettante personalità.

Tocca alla categoria delle band, quella con più alta percentuale di persone con i dread che è stata assegnata a Samuel e alla sua boria sabauda. Siamo ancora tutti in dolce attesa di sentirlo comunicare qualcosa, ma forse è semplicemente che non si sente completamente a suo agio perché ancora a nessuno degli autori del programma è venuto in mente che lui per esprimersi ha bisogno di almeno due microfoni tenuti insieme con lo scotch americano.

Si parte con una band di ragazze, amiche e colleghe, le Freedas (vedi foto ologramma), che portano una cover accompagnata dal classico battito di mani fuori tempo del pubblico dimostrando di avere più o meno la stessa carica di Samuel come giudice. Le ragazze della media company tutta al femminile, nonostante le imprecisioni ritmiche nell’accompagnamento manuale del pubblico, si aggiudicano un posto.

Come secondo “progetto musicale” si esibisce una band di soli maschi vestiti di solo nero, non si sa se la monocromia o il sospetto che lavorino in una media company tutta al maschile sia la ragione per cui le colorate Freedas, dal loro trespolino, li guardano con disprezzo. I ragazzi comunque se la cavano bene soprattutto perché nessuno si è accorto che mentre due di loro si esibivano il terzo stava hackerando l’home banking di Alessandro Cattelan.

Dopodiché si esibisce un gruppo di adepti ad una setta cantando Take me to Church seguiti da un duo che per economia ha deciso di sostituire il batterista con uno che gli stava imbiancando casa il quale, preso un po’ alla sprovvista e non sapendo suonare strumenti veri, decide di suonare le latte di vernice utilizzate per dipingere casa dell’altro e i vestiti di Malika Ayane.

Samuel decide di non dare loro una sedia anche perché il batterista in questione aveva più volte espresso la volontà di stare per terra.

*PETIZIONE PER CHIEDERE A SAMUEL DI TOGLIERE IL PIEDE DALLA SEDIA*

Si ripresentano i Bowland che ora sono di Roma, purtroppo in cambio della romanità sono stati costretti a donare in sacrificio all’AMA i vari cucchiai, brocche Brita, cilum e cuscini scoreggini con cui ci intrattenevano lo scorso anno, ma il risultato è più o meno lo stesso, quindi siamo felici che passino.

In generale le band dimostrano che nel 2019 quasi nessuno sa suonare più veramente.
Si succedono prima due rapper non particolarmente esuberanti e poi i Tappezzerias, appena arrivati dal Primavera Sound, che suonano un pezzo dei Foals e conquistano con le loro fantasie camiciali il giudice Samuel e le donne eterosessuali del pubblico in cerca di un’avventura con un ragazzo sensibile che esce da una relazione complicata.

Dopo di loro si esibiscono i Negramaro romeni, uno di loro ha trovato gli strumenti abbandonati dai Bowland nel bidone AMA e ha deciso di suonarli tutti insieme.

Due trapper masochisti cantano una canzone in cui raccontano di aver ricevuto una pioggia di meteoriti sul pacco. Samuel si fa intenerire dalla loro storia di martirio ed elimina le Freedas.

Arrivano i Booda che sono la band ufficiale dei Gilet Jaunes e per dimostrare il suo apprezzamento per la performance Malika Ayane decide di autoamputarsi quattro falangi coi denti

Avevamo tutti notato il cambio di chitarrista dei Sewards, quindi giustamente spendiamo lunghi minuti a ricordare l’ex chitarrista dei Seawards a cui tutti eravamo profondamente affezionati e al quale auguriamo buona fortuna per le sue prossime avventure fuori dal mondo dei chitarristi.
Durante l’esibizione dei Seawards i due trapper sono molto stupiti perché è la prima volta che sentono delle note.
Anche con il nuovo inaspettato chitarrista però il duo convince e qui Samuel deve prendere una dura decisione su che “progetto musicale” eliminare per fare spazio al nuovo progetto con il nuovo chitarrista dei Seawards, e per farlo decide di fare la pipì sul pubblico.

Il pubblico qui inizia un’operazione di Rousseau in real life votando con le proprie dita la band che Samuel in sua pubblica opinione dovrebbe eliminare. Samuel però aveva appena fatto la pipì sul pubblico, ricordiamolo, un atto dimostrativo della sua “alternativeness” che significa che se ne frega dei gusti popolari. Lui è l’avanguardia.

Per cui con un colpo di coda dell’underground più inintelligibile decide di eliminare i Tappezzeria, tradendo platealmente l’esito del voto di Rousseau. I due trapper che avevano appena sentito una nota per la prima volta e già non capivano un cazzo, si ritrovano in un mix di emozioni e informazioni da processare che li manda in iperventilazione, i Tappezzeria se ne vanno amareggiati e lo esprimono a Samuel, Rousseau infiamma bandiere e grida al complotto, e così si conclude il turno di scelte del Subsonica, che devo ammettere dimostra il proprio carattere in maniera assolutamente contorta.

Tocca a Sfera Ebbasta, il giudice che meglio interagisce con Mara Maionchi della storia a cui toccano le Under Donne che sono la categoria da cui ogni anno speriamo che venga fuori il vincitore invece non succede mai. Devo ammettere che, nonostante lui mi convinca molto, le ragazze invece sono briose quanto Samuel, finché non arriva Sissi.

Melodrammatica, perfetta, fighissima, SEMBRA L’OSPITE INTERNAZIONALE. Le mie preferite di questa puntata sono lei, Maria D’Amico – nome e una morfologia da Carla Bruni – Maryam e Kimono, nonostante le scelte musicali tradiscano che in realtà sia una 75enne che ha trovato il modo di rubare il corpo di una sedicenne per poter portare La Leva Calcistica della classe 68, una canzone che prosciuga ogni voglia di esistere, sul palco di X Factor. Devo ammettere che sulle Under Donne un po’ mi sono distratta, ma la colpa non è mia, purtroppo la mia attenzione, da un certo momento in poi, è stata catturata dalla concorrente che un tempo portava i dilatatori, che sul finale si è giocata il posto con la concorrente più fastidiosa di questa puntata, quella che urla con l’arpa. Dopo un animato dibattito che io e la mia amica Simona Bastioni abbiamo intrattenuto cercando di decretare cosa fosse più fastidioso tra l’arpa e i lobi dilatati senza dilatatore, e immagino che Sfera ci stesse ascoltando, perché prende una decisione dettata chiaramente dal nostro ragionamento.

Vi saluto amici, che sia per voi una settimana piena di lobi e di arpe.