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‘The Rise of Graffiti Writing’, l’arte dei graffiti da New York all’Europa


1986, la nuova scuola olandese. Il nuovo stile aggressivo, e la prima rivista dedicata ai writer, rivoluzionano lo stile europeo, finalmente libero dall’influenza newyorkese

Nel 1986 il fenomeno dei graffiti supera i confini danesi per arrivare nel resto d’Europa. I writer arrivano in Francia, nei Paesi Bassi ma soprattutto in Olanda: è lo stile olandese, infatti, a diventare subito quello dominante. «Era più tecnico, le pitture erano più stilizzate, aggressive, incentrate sui nomi e di dimensioni più modeste di quelle che facevamo noi», dice BATES, artista della scena di Copenhagen. «Quando sono arrivati è cambiato tutto, e tutti si sono messi a sperimentare. L’approccio, lo stile, cambiò tutto».

Il neonato movimento europeo aveva bisogno di una svolta, per dimenticare l’eredità newyorkese e costruire un percorso nuovo. «Quello che hanno fatto è stato aprirci gli occhi, mostrarci che i graffiti potevano essere differenti». Questo nuovo scambio tra writer sarebbe stato impossibile, o comunque molto più complicato, senza la prima rivista dedicata al graffiti writing danese. All’interno comparivano imagini dall’Inghilterra, dalla Germania, dalla Svezia, quasi un social network dei graffiti. «Per noi era fondamentale per far sì che i nuovi arrivati sulla scena sapessero subito che se dipingevano in un posto specifico potevano essere visti, e che facevano parte di un tutto», spiega CMP ONE, uno dei fondatori della rivista, protagonista del nuovo episodio di The Rise of Graffiti Writing, la serie di ARTE dedicata all’arte dei graffiti. Potete vederlo in cima all’articolo.

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