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Meno male che allo show ci pensano i tre tenori (e Fedez): top e flop della seconda serata di Sanremo 2023

Tutti in piedi sul divano a cantare con Morandi, Ranieri e Al Bano, male invece il "momento discoteca" starring i Black Eyed Peas. Ah, se volete lasciarci Francesca Fagnani anche domani a noi va benissimo

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

TOP:

I tre tenori

Uno su mille ce la faaaaa
Perdereeeee l’amooooore
E vaaaaaaaa, il mio pensiero se ne vaaaaa
C’è chi era in piedi sul divano a cantare con la mano sul cuore e chi mente. I nostri tre tenori del nazionalpopolare sono saliti sul palco e, sbam, lacrime negli occhi a tutto l’Ariston. Se non l’avete capito: è la prima volta che cantano insieme a Sanremo. Attacca Morandi con In ginocchio da te in galleria, risponde con Vent’anni Ranieri (in giacca simil-latex) dalla platea, Al Bano invece gorgheggia Nel sole (what else?) sul palco. E poi la sfida per arrivare al serale (cit. Spollon) continua: Andavo a cento all’ora (con Albano che fa ye ye ye ye ye ye e chunga chunga chu), Se bruciasse la città feat. il pubblico e Mattino. “Al Bano, ci vuoi uccidere con questi acuti”, ride Morandi. Chi non si sta esibendo guarda l’amico commosso e canta sullo sfondo, meraviglia, storia della canzone. Gianni sussurra “bellissimo” a Ranieri quando è il momento di Al Bano. Poi così, d’emblée, quattro torte di Knam per gli 80 anni anticipati random di Al Bano (li compie a maggio), che si mette pure a fare le flessioni sul palco (citofonare Rkomi). Finalone con Il nostro concerto all together, 240 anni in tre e i più fighi. Come si dice? Un bellissimo momento di televisione.

FLOP:

I Gotta (Bad) Feeling

Introdotti da Amadeus in galleria insieme a una “vecchia che balla”, i Black Eyed Peas dovrebbero essere i protagonisti del “momento discoteca”, spauracchio del Festival più ancora del “momento giovani”, che ora semplicemente sono troppi e si son confusi nella gara. Lo sapevamo che Fergie non c’è più da un pezzo, ma vederli con cantante generica (from The Voice of Philippines with love) al seguito e finire per rimpiangerla, ecco: speravamo de morì prima. Di fronte al medley si anima solo Simona Ventura (“Ci sarà un tour?”), ma ai BEP non corrispondo i BPM: è tutto bassissimo, tristissimo, una roba che doveva stare sulla nave da crociera e invece evidentemente non li hanno voluti manco lì. Ovviamente per Ama è un “momento incredibile, mai vista tanta energia all’Ariston” (boh, anche solo Lazza ci pareva più energico): pareva una di quelle superospitate di una volta che oggi, avendo di gran lunga migliorato il cast nostrano, non servivano più; e invece, per nessun motivo, ci tocca ‘sto spettro dei Sanremi passati. Ah, c’è anche un singolo nuovo: ma siamo andati in bagno.

TOP:

Una bella belvata

È, da qualche mese a questa parte, il magic moment di Francesca Fagnani, e lei lo sa. È successo tutto in fretta, tra Belve, social, meme, tormentoni. Ma lei ha l’età, l’esperienza, la gavetta nel giornalismo vecchia maniera (Minoli, Santoro), le spalle grosse. È una débutante della prima serata glam ma l’Ariston pare casa sua, Ama e Gianni sembrano parenti, è tesa ma nel suo elemento, spavalda ma tenera, decisa a fare bella figura ma anche in gita di piacere. Fa le sue risatine, le sue battutine, e poi le tocca anche il monologo, che però destruttura come una giacca Armani (pardon: c’è cascato l’occhio sui vestiti del signor Giorgio). Riprende i suoi dialoghi coi ragazzi di Nisida, ci costruisce sopra un bel discorso sulle carceri (è la nostra Kim Kardashian), le scuole, il crescere nella via sbagliata, una savianata già sentita ma confezionata da chi conosce la materia altrettanto bene. Ma Fagnani è intelligente, anzi è una belva: quindi porta su Rai 1 quella che è di fatto una fiction di Rai 2, cioè Mare fuori ma in real life. Tutto giusto, poi si torna alle domandine, ai birignao, “che belva si sente?”, e insomma se volete lasciarcela anche domani o dopo a noi va benissimo.

FLOP:

I due amigos

Per non affaticare troppo Ama con le marchette (anche se, ancora una volta, non è riuscito a schivare gli artigiani della qualità e l’energia rinnovabile), a ’sto giro al Suzuki Stage c’hanno mandato Morandi, che pare più instancabile del coniglietto della Duracell. Andava bene Piero Pelù. Stasera però abbiamo Francesco Renga e Nek, aka i due amigos “in risposta” ai tre tenori di cui sopra. E capite già qual è il problema: La tua bellezza e Fatti avanti amore, pur presentati come classici sanremesi dei rispettivi, non sono Uno su mille, Perdere l’amore o È la mia vita. E nonostante l’entusiasmo Nineties dei due e la spinta sugli acuti, di Al Bano ce n’è uno. Annalisa, aiutaci tu.

TOP:

Fedez did it again

 

 
 
 
 
 
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Senza Blanco la prima serata del Festival sarebbe stata una chiumma. Idem per la seconda. Per fortuna è arrivato IL dissing. Ovvero: Fedez vs Rai, atto secondo. Dopo l’affaire Concertone del Primo maggio, l’enfant terrible di Rozzano did it again. E dalla nave, che ormai pare una realtà parallela all’Ariston, snocciola un freestyle pem pem, sottolineando alla fine: “Voglio assumermi la piena responsabilità del testo”. Insomma, un’altra tranquilla serata di paura a Sanremo per Ama. Fedez ha problemi con tutti, soprattutto con il Codacons (ma dai) e con FdI:”Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite, forse è meglio il viceministro vestito da Hitler / Purtroppo l’aborto è un diritto, sì ma non l’ho detto io, l’ha detto un ministro / A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti, ma non lo faccio a spese dei contribuenti / Perché a pestarne di merde sono un esperto: ciao Codacons, guarda come mi diverto“. Frecciatone ai parlamentari meloniani e salutoni alla sua nemesi. Bella Fedez, ci hai dato qualcosa di cui parlare. E non è poco in questo Sanremo. Siamo vicini al tuo avvocato.

FLOP:

Zelig 2004 all'una di notte

Chi la Duro… scusate. Comunque (e non è spoiler): non la vince. All’una di notte (gesù, che fatica), Amadeus presenta Angelo Duro come comico molto controvèrzo, lanciando quasi un j’accuse alla cancel culture. Anche meno. Più che altro perché poi non arriva Louis C.K., ma uno per cui la stand-up è fare battute sulle puttane e l’essere secondogeniti, e mettersi in mutande per dire che oggigiorno è più rivoluzionario non avere tatuaggi. Praticamente Zelig 2004. Non avremmo mai creduto di dirlo, ma: oltre a Fergie, ridateci pure Pio e Amedeo.

TOP:

La loro Liguria

Elisabetta Canalis, ci manchi. Ma almeno per lo spot della Liguria, tassa da pagare ogni anno come uno scudo nella Genova del ’500 (abbiamo googlato), hanno preso due liguri. Quindi, “la mia Liguria” diventa “la loro Liguria”: di Maurizio Lastrico (from, ora Call My Agent – Italia) e Alice Arcuri (from DOC – Nelle tue mani), entrambi genovesi. E c’è anche una trovata: un period spot stile pirati dei carruggi, con le navi, il trucco e il parrucco. Vabbè, è anche passato a mezzanotte e un quarto: top anche perché a quell’ora ci bastava poco, pochissimo.

FLOP:

I fonici dell'Ariston

Commento poco tecnico e molto stanco (“Pensati sveglio”, cit. Fiorello). Non si sente niente, la voce sovrasta la musica ma le parole non si capiscono, non c’è autotune che tenga. Alla fine della seconda serata ci sentiamo di dire: aveva ragione Blanco. Per fortuna non abbiamo fiori in casa.

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