In difesa del ‘Grande Fratello VIP’ (e del ménage Alex Belli-Soleil Sorge-Delia Duran) | Rolling Stone Italia
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In difesa del ‘Grande Fratello VIP’ (e del ménage Alex Belli-Soleil Sorge-Delia Duran)

Non è roba per intellò? Chissene. Alfonso Signorini parla – in prima serata su Canale 5 – di scelte d’amore libere e contemporanee. E gli ascolti volano: forse lo guarda anche chi dice che non lo guarderebbe mai?

In difesa del ‘Grande Fratello VIP’ (e del ménage Alex Belli-Soleil Sorge-Delia Duran)

Alex Belli e Soleil Sorge al ‘GF VIP’ ora in corso

Foto da MediasetPlay

Bisogna sfatare un mito. Il Grande Fratello VIP non fa schifo, non è solo trash, non appiattisce le menti. Certo, è un ottimo svuota-cervello per chi, stanco dalla giornata, abbia necessità di non pensare e lasciarsi traghettare verso il letto nel più leggero e indolore dei modi. Però, il GF VIP ha dei meriti, molti di più dei vari e orrendi talk show politici, vuoti contenitori di banalità e di facce troppo viste che ci propongono ogni sera.

La cosa non piacerà agli intellettuali puri e duri che “per carità, solo Godard e Wes Anderson e Ippolito Nievo” altrimenti sei un reietto indegno di appartenere alla cerchia di chi si ritrova al caffè letterario a discettar di soli libri (preferibilmente russi, francesi al più) e solo a condizione che siano molto introspettivi e troppo noiosi, così introspettivi e noiosi da non essere piaciuti alla maggior parte delle persone che li hanno provati a leggere. Più che piaciuti, capiti, azzarderebbero gli intellò, ma non importa, poiché chi non apprezza sarà, appunto, chi – vergogna! – guarda il Grande Fratello e quindi cosa vuoi che capisca.

In ogni caso. Al netto degli ascolti da capogiro (è bene sapere che l’ultima puntata ha registrato 3.448.000 spettatori con il 23.5% di share, roba che si avvicina alla Champions per capirci), va detto che anche i temi affrontati, seppur in tono di svago come format e prima serata su Canale 5 impongono, sono temi di tutto rispetto portati, a maggior ragione vista la prima serata, con coraggio al grande pubblico. Senza retorica né perbenismo, bensì con la grande franchezza che solo amor di verità può avere.

Si parla ormai da tempo, e chi non è troppo impegnato con Ippolito Nievo lo saprà anche solo per averlo letto su qualche colonna di gossip o sui social, del ménage a tre tra Alex Belli, Soleil Sorge e la di lui consorte Delia Duran.

In poche parole. Lui, piacente attore di soap sposato con quest’ultima appunto, entra nella casa di Cinecittà e inizia a flirtare con Soleil, ex concorrente di uomini e donne, piacente anch’essa e – va detto – tutt’altro che scema. Quindi, la cosa sfugge di mano, il Belli se ne innamora e – comprensibile – fa parecchio incazzare la – anch’essa piacente, stando a certi canoni estetici che impazzano di questi tempi – moglie sudamericana che ne segue le gesta da fuori.

Così inizia il più trito, umano e diffuso dei drammi sentimentali: lui, lei, quell’altra. Ma, c’è un ma. Perché la di lui moglie non s’incazza tanto e solo perché lui fa lo scemo con un’altra, quanto perché lei in questa tarantella non è coinvolta. Cioè, spiegherà, le sarebbe anche potuto andare bene, se avessero scelto la terza incomoda di comune accordo. Chiamasi amore libero. O coppia aperta. È un concetto spiazzante per molti, in effetti. Eppure esiste, non ha nulla di riprovevole se accettato da entrambi i soggetti della coppia, ed è molto più diffuso di quanto si dica o si voglia dire.

E così, il buon Signorini ha preteso che la questione venisse sviscerata, nutrendo certo la pruderie dello spettatore medio che nel ménage ritrova un po’ delle emozioni perdute nella sua coppia ormai troppo rodata e con figli e cani e tasse e trallallà, ma anche stimolando discussioni, critiche, riflessioni. Perché il fatto che non siamo tutti uguali, che ognuno vive l’amore a modo proprio e così anche la coppia sono parole belle e consumate nei salotti benpensanti di chi sfoglia ancora i quotidiani (vuoi mettere la carta?) e i libri russi, e anche in quelli di chi si appassiona alle puttanate di certi talk show, ma sono poi questioni ben poco accettate dagli stessi, pronti a giudicare col dito fermo e puntato chiunque si scosti dalla comune morale.

Invece è sano dire davanti a milioni di persone che non esistono solo i due cuori e la capanna di cui troppo ci raccontano in toni eccessivamente entusiastici sin da bambini, e che anche se esistono non c’è nulla di male se i cuori sono tre o quattro o cinque o quanti si è disposti a farcene stare nel rispetto della volontà della persona con cui condividiamo quella capanna.

È sano e confortante parlare di omosessualità, bisessualità, coppia aperta, amore libero. E farlo partendo dai fatti, e dalle storie vere delle persone che con coraggio hanno voglia di raccontarle. Ed è ancora più sano farlo in televisione, in prima serata.

E quindi evviva il Grande Fratello, e pure Alfonso Signorini: perché, grazie al cielo, si può, si deve parlare anche di ciò che spaventa o sembra tanto lontano dalla normalità che ci hanno imposto, e sa farlo con una coerenza e una dignità degne di nota, oltre che di audience da bava alla bocca.