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Il regolamento di Sanremo? È una ca*ata pazzesca

Rose Villain, a rischio (spoiler: subito rientrato) di eliminazione, è la prima pseudo-vittima di quest'anno. Perché, da Bobby Solo a Fedez, c'è sempre chi prende troppo sul serio le regole di una gara di canzoni

Foto: Manuel Grazia

Recentemente c’era stato Fedez. Era il 2021 quando, pare per sbaglio, fece ascoltare un pezzettino del brano di Sanremo in anteprima nelle Instagram Stories. La canzone era Chiamami per nome, featuring Francesca Michielin. Brano che poi si classificò secondo dietro ai Måneskin.

Tre secondi di canzone che fecero immediatamente svegliare i dormienti guardiani del faro della riviera ligure: “Ha fatto ascoltare il brano in anteprima! È contro le regole! Squalificateli!”. Ore di panico. Fedez si scusò sempre nelle stories, leggenda narra che Francesca Michielin fosse nera. I giornali titolavano “Rischio eliminazione?”. Fu una domenica bestiale. Tutto si esaurì nel giro di poche ore. Telefonate, scuse, vertici aziendali Rai che manco li fanno per le cose importanti. Amadeus parlò. Prima al telefono con Fedez “facciamo le valutazioni, vediamo il regolamento, se ho novità domani dalla Rai ti mando un messaggio”. Poi, come fanno tutti i residenti al Quirinale il 31 dicembre, arrivò un messaggio alla nazione: “Pur esprimendo serio biasimo per l’accaduto, non si ritiene di dover prendere alcun provvedimento in merito. La durata dell’interpretazione nel video risulta essere estremamente ridotta e tale da non svelare di per sé il brano, che non può considerarsi diffuso e che mantiene quindi la caratteristica di novità richiesta dal regolamento della manifestazione”. Fiuuu. Fedez e Michielin tirarono un sospiro di sollievo, parteciparono al Festival e si piazzarono pure secondi.

Questa però è una storia che si ripete praticamente ogni anno. Nel 2023 è stato il turno di Giorgia. Il testo del suo brano Parole dette male finì in anteprima sul sito della Discoteca Laziale (che non è, purtroppo, una sala da ballo situata in centro Italia, ma uno dei negozi di dischi più importanti di Roma). Anche qui, apriti cielo. Il regolamento prevede che sia TV Sorrisi e Canzoni ad avere l’anteprima di tutti i testi. Se qualcuno esce prima, be’, i sorrisi e le canzoni potrebbero trasformarsi in sbraitate e schiaffoni.

Ma potremmo andare avanti. Nel 2018 fu il turno di Ermal Meta e Fabrizio Moro: la loro Non mi avete fatto niente somigliava troppo a un brano presentato per l’edizione di Sanremo Giovani del 2016, Silenzio. Se ne accorsero in corsa, a Festival iniziato; un pomeriggio di tragedia e poi niente, finita lì. Stessa sorte è toccata nel 2005 a Paola & Chiara con A modo mio, sempre per via di precedenti leak di pochi secondi.

Andando ancora più indietro nella storia del Festival, è successo veramente a Bobby Solo, che vide esclusa dalla finalissima Una lacrima sul viso perché, dopo una notte di baldoria, era rimasto senza voce. Alla finale cantò in playback e venne squalificato, sempre in base al regolamento. Vera rockstar. Poi ci fu il caso Loredana Berté, castigata dal regolamento di quell’anno: nel 2008 doveva essere in gara con Musica e parole, ma venne esclusa in quanto il brano presentava “analogie con una canzone di vent’anni prima intitolata Ultimo segreto“; le fu comunque concesso di presentare la canzone sul palco dell’Ariston, seppur non in gara.

Poi Povia: I bambini fanno ooh… doveva partecipare al Festival nella categoria Nuove Proposte, anno 2005. Venne esclusa perché era già stata eseguita in pubblico prima di presentarla all’Ariston. Andò comunque a presentarla sul palco, quindi anche qui cambiò ben poco. Anzi, quel passaggio contribuì al successo del brano, facendo tornare Povia sul palco l’anno dopo con l’indimenticabile (per vari motivi) Vorrei avere il becco. Vinse.

In sintesi, rischi se hai fatto sentire il brano per intero prima di andare al Festival e qualcuno ti ha ripreso, oppure se presenti un brano già edito cambiando nome e poco altro. E ci sta. Il resto, invece, è il solito rumore per nulla. E l’edizione 2024 è lontana, ma già c’è la prima vittima: Rose Villain. La sua colpa? Si è esibita in tv – ad Amici, per la precisione – dopo l’annuncio della partecipazione al Festival.

Leggiamo online che “il regolamento del Festival è molto chiaro in merito alle partecipazioni degli artisti. Essi non possono prendere parte a programmi, eventi o manifestazioni, sia in Italia che all’estero, che prevedano esecuzioni di brani musicali, anche diversi da quelli presentati a Sanremo, durante il periodo che va dalla comunicazione dell’intero cast in gara fino alla fine della Quinta Serata della kermesse”. Non si scherza un cazzo. I veri patti lateranensi sono quelli tra la Rai e la discografia, altro che Parlamento.

Forse a questo giro l’happy ending c’è già: Rose Villain, fanno sapere dal suo ufficio stampa, non rischia nulla perché l’esibizione ad Amici era registrata. Tiriamo un sospiro di sollievo, e ora possiamo finalmente tornare a occuparci di cose serie. Qualcuno ha capito chi è Maninni?

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