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Favino Ebbasta

Pierfrancesco Favino, sul palco di Sanremo, sa stare al gioco e si diverte pure un sacco: vedi alla voce “gnigni”. E dopo il ‘blob’ musicale in cui ha mescolato poesia, ironia e musica, con il suo monologo non ce n’è stato più per nessuno.

Favino Ebbasta

Questa storia dell’attore che è meglio che reciti e basta perché la televisione è un’altra cosa deve finire. Pierfrancesco Favino alla prima serata di Sanremo se l’è cavata benissimo. Non bene, benissimo. All’inizio era un po’ emozionato ok, ma vorrei vedere quanto sareste disinvolti voi nei primi dieci minuti sul palcoscenico più importante d’Italia. Pure a Michelle Hunziker, conduttrice e donna di spettacolo consumata, brava e spigliatissima, ad un certo punto si è allappata la bocca. La verità è che Favino è un attore dal talento enorme, che canta da paura e, ora lo possiamo dire, funziona anche sul piccolo schermo. Sì, ci sono stati dei momenti dimenticabili, improbabili persino, tipo la gag in cui gli è toccato gattonare con Baglioni ai piedi della Hunziker. Ma la responsabilità di un siparietto del genere (tra l’altro copiato da uno sketch degli anni ’70) è tutta degli autori.

Favino, elegantissimo, è stato misurato quando serviva e caciarone al momento opportuno. E sono almeno due i motivi per cui merita di essere promosso a pieni voti.

Il primo è che sa stare al gioco e si diverte pure un sacco: vedi alla voce “gnigni”, il tormentone nonsense lanciato dai The Jackal per Sanremo 2018. Dopo il successo di “termostato” lo scorso anno, il gruppo di videomaker napoletani ha “rapito” l’attore qualche giorno prima dell’inizio del Festival e, fingendo di sostituirlo con uno dei loro (il mitico Fru), ha sfidato Favino a inserire “gnigni” in un discorso durante la diretta. Pierfrancesco l’ha fatto scatenando il delirio in rete, complice ovviamente un nuovo video di Ciro & C. Voto all’ironia 10.

Il secondo motivo è che dopo il ‘blob’ musicale in cui ha mescolato poesia, ironia e musica, non ce n’è stato più per nessuno. Favino ha iniziato recitando A Silvia di Leopardi finendo per canticchiare Quando, quando di Tony Renis, ha tentato di ricominciare con L’infinito ma gli è partita Con le pinne, fucile ed occhiali. E poi ancora Eros Ramazzotti, Zucchero, addirittura Nilla Pizzi e Battisti. Il punto è che quel mash-up lo ha gestito e cantato con la stessa naturalezza di chi lo fa per professione. Anzi, pure meglio. Voto al talento da showman 10. Dopo Fiorello, il mattatore del Festival è Favino. Favino Ebbasta.

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