Cremonini Special, viva Drusilla, abbasso il FantaSanremo: top e flop della terza serata di Sanremo 2022 | Rolling Stone Italia
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Cremonini Special, viva Drusilla, abbasso il FantaSanremo: top e flop della terza serata di Sanremo 2022

Cesare rules, chapeau alla co-conduttrice. Però diciamo basta a "papaline" & C: il meglio e il peggio del terzo atto

Cremonini Special, viva Drusilla, abbasso il FantaSanremo: top e flop della terza serata di Sanremo 2022

Cesare Cremonini a Sanremo 2022

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

Top: C’è chi ha cantato tutto il medley di Cesare Cremonini in piedi sul divano e chi mente

Prima cosa: ma il povero cameraman che si è ribaltato mentre cercava l’angolo migliore sta bene? Ok, allora possiamo procedere. Nonostante la moratoria che metteremmo su giacche e giubbottini con i lustrini (stylist, pietà, vi preghiamo), Cesare ha tutto: i pezzi, la voce, il carisma. Pare incredibile che al Festival non abbia mai partecipato: “Come mai sono venuto stasera? Bella domanda” (cit.). Risposta: «Sanremo mi ha dato la possibilità di tornare a suonare dal vivo, e io l’ho presa sul serio». Ma meno male che stai qua, Cesarone. Ouverture con Nessuno vuole essere Robin (appunto) su architettura à la Girl Gone Wild di Madonna, poi Marmellata #25, Logico, La nuova stella di Broadway e Poetica (con arrangiamento ad hoc, chapeau). Secondo blocco al piano per il nuovo singolo, La ragazza del futuro. E poi il momento pop, anzi, Lùnapop (pardon). Dall’Ariston ai colli bolognesi con Cremonini crowd-pleaser provetto: è tempo di “vespe truccate”. E di Ballo al basso. 1999, here we come.

Flop: Il FantaSanremo, anche basta

Gente che sul palco urla “FantaSanremo”, “un saluto a zia Mara” (Dargen ha addirittura modificato i versi della sua canzone), “papalina” o altre parole sconnesse da tre sere per far guadagnare i punti a chi li ha comprati nel gioco. Che una volta è divertente, due fa ancora sorridere pure chi non sa di cosa stiano parlando. Dopo la decima anche basta, raga. Non vogliamo nemmeno entrare nelle dinamiche o approfondire ulteriormente regolamento, quotazioni, leghe o quel che sono. E visto che il creatore dei bitcoin è sparito dalla circolazione, fossimo l’inventore dei baudi (che ci dicono essere la moneta de fantafestival) faremmo attenzione. Appello ad Ama: vogliamo mettere il divieto come per gli attori a farsi il selfie sul red carpet di Cannes? Sarà pure una nuova mania, ma non ci ha contagiato: ridateci “Situéscion”!

Top: Drusilla insegnaci la vita

Se Lorena Cesarini ha dovuto e voluto (comprensibilmente, teneramente) raccontare il perché della sua presenza all’Ariston, Drusilla Foer semplicemente “è”. Non deve spiegare niente, solo esistere. E il suo esistere è sinonimo di intrattenere, divertire. E nessuno allora discuterà di niente: si divertirà anche lui, e basta. Una lezione di spettacolo e di vita, ma senza proclami, perché si diverte anche lei e si vede. Il momento che spiega meglio tutto questo è l’entrata in scena vestita da Zorro: «Mi sono travestita». Game, set, match: altro che Berrettini. Peccato solo che il suo vero momento da primadonna arrivi all’una passata: per farvi perdonare, datele Sanremo 2023. Da sola, con bellissimi valletti. Il Paese è pronto.

Flop: Abbasso gli spot in stile Super Bowl – rivogliamo Coconuda!

Lo spot di Netflix piace a tutti – e te credo, con quel “Tudum!” che abbiamo tutti stampato in testa, courtesy of 187 lockdown. E poi c’è Amazon Prime Video, con le sue star verso l’infinito e LOLtre (scusate). E pure RaiPlay, che finalmente si presenta pubblicamente per il competitor di streaming quale è (bravi, riprendetevi tutt’ chell che è ’o vuost). Gli spot che passano nei blocchi pubblicitari (tantissimi: lo share vola, del resto) dimostrano che il Festival è davvero il nostro Super Bowl. Solo che adesso è davvero tutto troppo corporate (si dice così, giusto?). Lo era anche prima, ma in versione sagra della finocchiona che ci piaceva di più (siamo conservatori, siamo boomer). Ridateci “Voglio l’Amaro del Capo, sensazionale ghiacciato” (ma quella vintage). Ma soprattutto: Coconuda. Ma non questa nuova campagna che vediamo passare timidamente: quella di the one and only Anna Tatangelo, la più grande testimonial del Super Bowl che ci possiamo permettere. E l’unica vera Coconuda (con i brividi?).