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Checco Zalone ci insegna (di nuovo) la vita

E la politica, la musica, la guerra: «Inviamo bidet, non armi». È andato in onda in tv il suo spettacolo teatrale ‘Amore + IVA’. Ecco il best of

Checco Zalone ci insegna (di nuovo) la vita

Checco Zalone durante il suo spettacolo teatrale ‘Amore + IVA’

Foto: Mediaset

Il meglio: le canzoni

Amore + IVA - Martedì 14 novembre, in prima serata su Canale 5

“Ed Sheeran, sei finito!”, urla Checco prima di cantare. E mi sa che c’ha ragione. Quando inizia a suonare Angela, peraltro mixandola a Chopin (niente, quest’uomo è un genio…), viene praticamente giù tutta l’arena. I cellulari si accendono, la gente inizia a intonare la prima strofa manco fossimo a un concerto di Max Pezzali. “Oh, sono passati vent’anni, ora Angela è in menopausa”, scherza Zalone. Non ce ne frega niente: facce canta’, Checco. Non a caso, sono proprio le canzoni la parte più riuscita di Amore + IVA, lo spettacolo teatrale di Luca Medici trasmesso ieri sera su Canale 5, con una menzione speciale per la versione trap di Poco ricco. La (ri)vogliamo a Sanremo, e subito.

Facciamo i bidet, non facciamo la guerra

Due ore di battute. Così, una dietro l’altra. Roba da infarto comico. Scegliere quale sia la più riuscita è difficile, tuttavia l’invito “inviamo bidet, non armi” potrebbe diventare davvero oggetto di un’interrogazione parlamentare. Il buon Checco fa umilmente notare come, superato il confine italiano, dalla Francia si apre “una terra sconfinata in cui Saugella ha fallito”. Da lì in poi, non esistono più i bidet. La battuta di per sé non è certo nuova, ma la rilettura zaloniana è originale. A suo avviso, il bidet è uno strumento di sicurezza nazionale, nonché l’unica vera ragione per cui l’Italia non ha ancora subìto attentati. “Si sono riappacificati con l’Occidente perché non gli rode più il c..o”, chiosa. Da qui, la sua soluzione per la pace nel mondo.

La lirica secondo Checco

Altra gag, altro contributo per l’umanità: la lezione di Zalone su “come si dirige un’orchestra”. Ci sono buone possibilità che entri di diritto tra le materie dei conservatori italiani. Zalone rivela infatti il grande segreto di ogni aspirante Vessicchio: per dirigere un’orchestra, bisogna saper stendere i panni. “Fai così: stendi e ritira, stendi e ritira”, spiega il comico imitando la gestualità del direttore d’orchestra. “E poi a un certo punto fai così (il segno è di rallentare con la musica, nda): manca l’ammorbidente”. Epico anche il racconto sulla prima aria diretta da Riccardo Muti, che inizia con un “sì bemolle di sfintere” e finisce con una critica alle cantanti liriche: “Ma io dico: cosa cazzo dicono queste invasate sovrappeso sul palco? Orietta Berti quando canta si capisce, la Zanicchi pure, voi no. E poi siete lunghe: due ore e mezza. Negli ultimi tempi mi sono vaccinato contro l’orchite”. Greve ma giusto.

(S)ex, drungs and rock ’n’ roll

I pubblicitari prendano appunti: quando entra Vasco Rossi, aka Zalone, la scritta alle sue spalle viene corretta, la “S” di “Sex” viene sbarrata e la frase diventa “Ex drugs and rock ‘n’ roll”. Qui c’è oggettivamente del genio, così come nel suo Vasco attempato che non si droga più e gareggia con i cantanti paragonando le schede cliniche. “La, la, la, la, la là / fammi un clistere”, canticchia sottovoce. Quando gli propongono di cantare con Blanco, lui rifiuta perché “mi distrugge i gerani”, poi legge la canzone del giovane collega e conferma: “Ma fa cagare!”. A Brividi preferisce ormai “le emorroidi”: fa più real life.

One man show, a metà

È stato quindi tutto bellissimo. Però concedeteci un piccolo “ma”. A Checco Zalone serve una spalla comica: una vera, alla Claudio Bisio, che lo fermi, lo contraddica, lo interrompa. Senza controcanto, la grevità delle battute rischia di tradire il sapore della scorciatoia creativa – non sempre, ma nemmeno poi così raramente – e, soprattutto, costringe Checco a dei commenti post battuta che sanno di spiegone. Morale: si ammazza la risata. Per esempio, in quasi tutte le gag arcobaleno Zalone chiude gridando “viva l’amore!”, per ribadire che quanto detto fino a quel momento è una forzatura comica volta a gridare che il re è nudo. Lo stesso dicasi per la gag su Putin: la seconda, giocata sulle dimensioni del pene, si conclude con la frase “le guerre sono sempre nate per dimostrare chi ce l’ha più grande”. Non esiste cosa peggiore al mondo di un comico che spiega le battute… Se al fianco di Checco ci fosse una spalla comica, questa funzione passerebbe a lui e Zalone sarebbe davvero libero di essere politicamente scorretto. Fino in fondo.

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