‘Belve’ è l’unico programma di interviste che ci ricorda che il problema non sono mai le domande, ma le risposte | Rolling Stone Italia
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‘Belve’ è l’unico programma di interviste che ci ricorda che il problema non sono mai le domande, ma le risposte

Gran finale per Francesca Fagnani: un'Alba Parietti pem pem di ritorno, la sorpresa Isabella Ferrari e Melissa Satta (sempre più Elisabetta Canalis). Ma senza il botto (nemmeno di ascolti)

‘Belve’ è l’unico programma di interviste che ci ricorda che il problema non sono mai le domande, ma le risposte

Alba Parietti e Francesca Fagnani nell'ultima puntata di 'Belve'

Foto: Rai

Alba Parietti e l’amnesia fulminante

 

 
 
 
 
 
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Quinta puntata, ultimo tango con Francesca Fagnani. Quindi, scusateci, ma noi ci aspettavamo il finimondo: una Belva vera, di quelle che nessuno osa intervistare o che in tv vedi poco. Invece, non appena si siede sullo sgabello, Fagnani esordisce con: “Bentornata, Alba Parietti”. Ma come? Di nuovo? Parietti fu una delle primissime ospiti di Belve quando ancora il programma andava in onda sui canali del gruppo Discovery. Ora torna – forse per masochismo – ma a noi perché dovrebbe interessare? Non è che la Parietti si veda poco in video, o che non conosciamo nulla di lei. Invece Fagnani fa un mezzo miracolo perché, tra una risatina e l’altra, la mette all’angolo, le dà della “cialtrona” e Parietti dice pure: “Sì, è vero”. Il ko tecnico avviene nel giro di due mosse: prima la conduttrice insiste per avere il titolo di “un libro di Nietzsche, visto che sostiene di averli letti tutti” (risposta: “Non ricordo, ma le posso citare gli aforismi”), poi passa a parlare di chirurgia estetica. Qui Parietti ammette di essersi rifatta anche la faccia poi, colpita da un’amnesia fulminante, si corregge: “Vorrei tanto risponderle, ma è più bello mantenere il mistero, non trova?”. E Fagnani: “Io non so come dirglielo, ma mi ha appena ammesso, 30 secondi fa, di essersi rifatta”. Gelo in studio. Perché, per quanto sia sempre stato chiaro a tutti che Parietti è un’opinionista e non Margherita Hack, nessuno aveva mai gridato così a gran voce che il re è nudo. E soprattutto non davanti alla stessa diretta interessata. Ed è lì che capisci perché ancora non hai mai cambiato canale, in tutti questi martedì: Belve è l’unico programma di interviste che ci ricorda che il problema non sono mai le domande (scomode/inopportune/dirette), bensì… le risposte.

Isabella Ferrari e la cocaina pediatrica

 

 
 
 
 
 
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La vera sorpresa però è lei: Isabella Ferrari, l’attrice che dice di “avere la malinconia disegnata sul volto” (mai definizione fu più azzeccata) e che non si cura della vecchiaia, perché “quello che mi preoccupa veramente è risultare ignorante”. Già solo queste due dichiarazioni sarebbero valse il prezzo del biglietto. La nostra però va oltre, massacrando il sogno proibito di ogni femminista: la società matriarcale. “Io ho vissuto in una famiglia matriarcale: a casa mia si faceva tutto quello che decideva mamma. Senza discutere. Mio padre non aveva la forza di dire la sua”. La nostra lascia intendere un’infanzia non esattamente serena (eufemismo) anche se ammette che “a volte mia madre ci vedeva lungo: è stata lei a decidere che dovevo fare l’attrice”. Anche sul set, però, la vita non è stata facile: “Ho vissuto la prepotenza dei registi”. Di nuovo, però, non grida contro l’orco di turno, ma addirittura si colpevolizza, in un’auto-vittimizzazione secondaria: “Pensavo che alzare la maglietta e far vedere il seno fosse giusto, che quella era la strada”. E qui le femministe in ascolto morirono d’infarto… Anche a San Patrignano non devono però aver dormito sonni tranquilli, quando Isabella Ferrari ha detto – nell’ordine – di aver preso “droghe leggere, come la cocaina” (ah, be’!) e comunque “in dosi omeopatiche”. Magistrale la chiosa di Fagnani: “Praticamente una cocaina pediatrica”.

Ha ragione Elisabetta Canalis

 

 
 
 
 
 
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Nel mezzo c’era lei: Melissa Satta. Che è comunque sempre meglio di un Bova qualunque. Ebbene, dopo aver visto la sua intervista possiamo tranquillamente dire: “Cara Canalis, avevi ragione tu”. Com’è noto, Ely la mena da un sacco di tempo con ’sta storia che Satta le farebbe il verso. Be’, è vero. O, quantomeno, Satta non fa assolutamente nulla per differenziarsi da lei. Ieri più la guardavi e più dovevi ripeterti mentalmente: “Non è la Canalis, non è la Canalis, non è la Canalis…”. Una roba da mal di testa pazzesco, quasi quanto l’effetto specchio tra Fagnani e Parietti: erano vestite uguali, e pettinate identiche. Ma dicevamo: Melissa Satta. Anziché mettere un terzo ospite “maschio”, hanno optato per una belva donna che comunque può interessare a un pubblico maschile. Quello, per capirci, che sbava dietro alle veline di Striscia la notizia e allo sport. Si arriva ovviamente a parlare del suo fidanzato, il tennista Berrettini, ma Satta dribbla la polemica dando tutta la colpa agli infortuni. Poi però, quando Fagnani le legge un commento di Nicola Pietrangeli, lei chiosa scocciata: “Qui ormai sono tutti mister, sono tutti allenatori!”. Chi le spiega che, be’, Pietrangeli è Pietrangeli?

Gran finale, ma senza il botto

Dunque una puntata riuscita: niente ospiti maschi, un azzeccato ritorno, la sorpresa Ferrari e un’intervista a Satta che fa il suo. Bene, bravi, bis. Ma c’è un ma. Perché a rovinare la festa c’erano due nomi che, per tutto il tempo, ci ronzavano in testa: Barbara d’Urso e Fedez. Tanto l’una quanto l’altro dovevano sedersi sullo sgabello di Belve ma, per ragioni diverse, non è mai successo. Peccato, perché lì sì che si sarebbe fatto il botto (che ieri non è riuscito manco negli ascolti: 5,8% contro il 10% del debutto). E qui arriviamo al punto: Fagnani è bravissima, come lei nessuno mai, però le interviste sono un ballo a due. Devi avere qualcuno disposto a danzare con te, che abbia davvero qualcosa da dire e che non arrivi in studio avendo già fatto i compiti a casa (ossia preparandosi le risposte ad alcune domande). Il rischio è che si innesti l’effetto Grande Fratello: i concorrenti recitano a soggetto e lo spettacolo perde d’interesse. I casi quindi sono due: o si decide di fare ancora meno puntate, magari evento, con ospiti di altissimo livello (anche stranieri, why not?), oppure perlomeno eliminate le domande di rito, tipo “cosa direbbe se potesse rivedere qualcuno che non c’è più anche solo per due minuti?”, “mi dica un suo difetto, ma un difetto vero”, “lei è più amato o detestato?”. Qualcosa deve cambiare, pena l’usura di un programma che amiamo alla follia.