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Barbara Palombelli è la più rock del Festival: i voti alla quarta serata di Sanremo 2021

Ma ci sono anche Mahmood, il duetto Emma Marrone-Alessandra Amoroso, Fiorello e Amadeus en travesti e i favolosi interpreti LIS. Come svoltare la più inutile delle cinque puntate

Foto: Jacopo Raule/Daniele Venturelli/Getty Images

Stasera Barbara Palombelli Voto: 9

Tailleur pantalone bianco, e via: Barbara Palombelli si prende la scala, il palco, tutto. A [non si dice l’età di una signora: ma se googlerete, cadrete dalla sedia], la signora con più ore di diretta tv quotidiana è fresca come un fiore della Riviera, si diverte, dice che “Francy” (Rutelli) lo chiama alternativamente “cucciolo”, ma poi si fa subito pragmatica: «Dov’è il mio cartoncino?». Non siamo mica qua a perdere tempo, bisogna presentare i cantanti, andare avanti con la gara. Semplicemente divina, al punto che, come le star del cinema, non guarda in macchina quando legge il consueto “dirige l’orchestra il maestro”. Su Twitter qualcuno scrive: «Non sa fare televisione!». Sì, certo, come no. Poi, arriva il Monologo (maiuscolo). Il Twitter s’indigna (ma dai): perché dice che Luigi Tenco non si drogava (anzi, dice che gliel’aveva detto Gino Paoli), perché sostiene che le ragazze di oggi si sono trovate i diritti bell’e fatti (come darle torto), perché non va mai bene niente. Annunciato furbescamente da Palombelli medesima come momento femminista, in realtà è un pezzo di storia personale con le corse in motorino, i primi amori, gli esordi da cronista, i Beatles e i «Rolling Stone» (detto così, come noi) e pure certi ricordi sanremesi. «Noi ragazze di Repubblica cominciammo a ballare impazzite», dice a proposito di quando sentì Portami a ballare di Luca Barbarossa, figlio d’una collega. Ed è tutto perfetto.

Le giacche di Amadeus Voto: 1

I nervi ottici erano già ampiamente sollecitati dalle serate precedenti, ma ora hanno avuto la conferma definitiva: le giacche di Amadeus vanno processate al Tribunale internazionale dell’Aia (o anche solo a quello di Forum). Quella con cui ha inaugurato la quarta serata pareva una di quelle statuette segnatempo che diventano azzurre o rosa e lasciano un sacco di brillantini sulle mani: ricordate? (parliamo alla Generazione X, early millennial al massimo). Hai l’occasione di presentare Sanremo, e scegli come stilista Gai Mattiolo: abbiamo detto tutto, vostro onore.

Achille Lauro che si percula (ma non si percula) Voto: 4,5

Achille Lauro fa il punk rock: «Dio benedica chi se ne frega» (semi-autocit.), ma è tutto piume come Lady Gaga sul red carpet veneziano di A Star Is Born. Scende le scale con la bandiera italiana sulle note dell’inno di Mameli punkrockizzato, al suo braccio c’è Boss Doms con il velo da sposa (polemichette in arrivooo). Glielo toglie e – indovinate, è facile – lo bacia. Poi inizia a cantare – cosa? Provateci, è facilissimo – Me ne frego. Ed è subito Sanremo 2020. Unica differenza: Fiorello con corona di spine che intona Rolls Royce, ed è subito Sanremo 2019. Achille prova ad autopercularsi, ma prende troppo sul serio la sua mission per farlo davvero. Niente, la rivoluzione dovrà aspettare anche a ‘sto giro.

Mahmood, il figliol prodigo Voto: 8,5

Versione figliol prodigo sanremese dopo la vittoria del 2019, Mahmood piazza un bignami della sua discografia (siamo stanchi di scrivere “medley”) da vero superospite. D’altra parte è l’unica popstar, l’unico performer degno di questo nome che abbiamo in questo momento in Italia (e la regia su di lui funziona alla grande, incredibile!). Attacca con Rapide a cappella quasi al buio, brividini. Su Inuyasha non è impeccabile (ma è un brano impossibile, un po’ quello che era Brava per Mina). Poi la situa si scalda con Barrio, Calypso, Dorado e, ovviamente, Soldi. A grande richiesta dei conduttori si presta pure a fare lo yodel. E lo dice benissimo Fiorello: «Incredibile, è già mixato, fa tutto da solo». Menzione speciale per lo spolverino dei Sith.

Carosello AmaFiore Voto: 3

Era praticamente il momento di varietà più annunciato, lo dicevano da due giorni che Fiore e Ama avrebbero cantato Siamo donne. Ad Amadeus/Jo hanno messo in testa il vello d’oro: «Sembri un argonauta», se la ride Fiore. «Volevamo salutare Jo Squillo e Sabrina Salerno, avete fatto la storia». Conclude Ama: «E noi l’abbiamo rovinata». Ecco. Rischiamo di vederli anche nei panni di Emma e Alessandra Amoroso, ma ci toccano invece in versione Bollywood sulle note di Caravan Petrol, l’omaggio a Carosone di un Enzo Avitabile che li guarda perplesso. E non solo lui.

Un pezzo di Apulia Voto: 7

Alessandra annunciata da sola, ma come!, un pezzo di cuore e… l’altro dov’è? E invece Emma, esonerata dal quadro di Achille Lauro della serata numero 3, ecco che arriva, le due s’invertono le strofe del loro primo singolo insieme, che trovata! Ridiamo, ridiamo, ma la scuola Amici di Maria si sente, eccome se si sente. Va tutto bene. Apulia meets “Perché Sanremo è Sanremo”: cantanti che si sgolano su ballatone strappa(pezzidi)cuore. Il Festival 2021 è già indie di suo, per una volta serviva la quota mainstream.

Il momento lavoratori dello spettacolo Voto: 5

Gli appelli per i lavoratori dello spettacolo sono necessari, sull’unico palco illuminato dell’unico teatro aperto d’Italia. Perché abbiano tutta l’attenzione che meritano, però, devono essere costruiti bene, la retorica è sempre in agguato. E il monologo a due starring Alessandra Amoroso e Matilde Gioli non riesce a uscirne, neanche quando la prima canta Una notte in Italia di Fossati. Molto meglio Lo Stato Sociale featuring Francesco Pannofino ed Emanuela Fanelli con la cover Non è per sempre e i nomi di teatri, cinema e club chiusi. Di bello stasera c’è almeno l’applauso degli artisti alle maestranze dal video wall.

Gli interpreti LIS Voto: 7,5

Non servono parole. Letteralmente.

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