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Zerocalcare: «Dall’uscita di ‘Strappare lungo i bordi’ la mia vita è invivibile»

Il fumettista romano ha confessato che la sua vita è cambiata, ma non in meglio, dopo l’uscita della serie più vista in Italia. E ha scherzato sui suoi guadagni

Foto: Netflix

Una serie evento, uno strascico di polemiche e la popolarità finalmente raggiunta. Dovrebbe essere entusiasta Michele Rech, in arte Zerocalcare, dopo l’uscita di Strappare lungo i bordi su Netflix. E invece ha confessato che la sua vita dopo questo progetto è diventata «invivibile».

La serie, che trattato con delicatezza il tema del suicidio e della fragilità emotiva, ha cambiato l’esistenza del 37enne romano, ma non in meglio. Almeno stando alle sue ultime dichiarazioni: «Da quando è uscita, la mia vita è diventata così invivibile che o trovo una centratura, oppure non mi va di stare ingolfato in mezzo alle polemiche. Non c’è niente al mondo che mi costringa a farlo. Sta a me. Ma se trovo un modo di sopravvivere, lo faccio».

Così parlò Zerocalcare in occasione della presentazione del suo nuovo libro, Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia. In particolare, al quotidiano Il Messaggero che gli ha chiesto se è già in programma uno Strappare lungo i bordi 2, ha risposto: «È andata oggettivamente super bene, ma non me la sto vivendo benissimo. Conto che sbollisca. Lo spero». La sua famosa ritrosia ad apparire, evidentemente, è stata scossa dal successo, così come dalle feroci polemiche scoppiate per la scelta di utilizzare il dialetto romanesco.

E infatti al riguardo ha puntualizzato: «La serie la si può criticare per mille motivi: può essere brutta, può essere che la mia recitazione sia inadeguata. Ma la questione del romanesco è ridicola, non vale nemmeno la pena discuterla. Chiunque sia capace di andare a fare la spesa da solo è in grado di capire Strappare lungo i bordi. Le altre persone o sono in malafede, o hanno bisogno di un pretesto per andare sui giornali».

Ma, nonostante abbia detto di non vivere bene tutto questo clamore, alla fine non ha mancato di fare una delle sue classiche battute quando gli hanno chiesto se ormai guadagni quanto Chiara Ferragni: «Spero per lei di no. Ho un tenore di vita che mi va bene. Se anche guadagnassi cento volte di più, quei soldi non saprei come spenderli».

Al di là dello sfogo, già si attende il suo prossimo progetto, in uscita tra maggio e giugno, nel quale racconterà del viaggio compiuto in prima persona in Iraq: «Sicuramente un tema che mi interessa di più della polemica sul romanesco».

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