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X Factor, le pagelle del primo live show

Giovani fuoriclasse, Måneskin, e i pipponi di Lodo Guenzi: ecco cos'è successo ieri sera

Siamo entrati finalmente nel vivo della questione con questa edizione di X Factor, perché diciamoci la verità, le audizioni sono divertenti, ma i live sono tutta un’altra cosa. La spettacolarità e l’attenzione per il dettaglio cresce ogni anno e ormai gli ospiti, la bravura dei partecipanti e le coreografie della prima puntata, equivalgono a quelle di una finale.

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Giovani fuoriclasse
Fermatevi un minuto a ripensare a voi stessi a sedici anni. Ecco, vi farà sicuramente più impressione ripensare alle esibizioni di Luna Melis (voto 7,5), Emanuele Bertelli (voto 7) e Martina Attili (voto 8), tre sedicenni che hanno tenuto il palco come se non avessero mai fatto altro nella vita, il che probabilmente è vero, visto che sono così giovani. In questa nube radioattiva di pubertà, Luna Melis è sicuramente quella che fa più paura per la sua credibilità nel rappare e apparire come una piccolissima pop star internazionale. Emanuele Bertelli è tutto fuorché piccolissimo, anzi assomiglia a una versione maxi del giovane Dave Gahan con una voce pazzesca. Infine Martina, dichiaratamente una delle nostre preferite sin dalla prima audizione e che non poteva finire in mani migliori di quelle di Manuel Agnelli che sa perfettamente come farla rendere al meglio, l’assegnazione di Castle In The Snow dei Kadebostany è un meraviglioso esempio.

Foto di Jule Haring

Veterani
Detta così fa ridere, perché Sharol Dos Santos (voto 7,5) e Anastasio (voto 7) hanno ventuno anni e Naomi (voto 7,5) ventisei, dunque non sono affatto vecchi. Eppure è già evidente a tutti che deve succedere qualcosa di strano per non vederli dalle parti del Forum di Assago fra qualche settimana. Per motivi diversi sembrano già tutti e tre dei veterani di questa competizione: Sharol, semplicemente perché ha una voce da paura, Anastasio perché su due piedi potrebbe rappare il testo della vostra lista della spesa e renderlo struggente, Naomi perché è una cantante lirica che si mette Beyoncé in tasca come se niente fosse e sul palco ha la grazia di una gazzella sotto metanfetamine, tutto questo basta e avanza per amarla.

Foto di Jule Haring

I pipponi di Lodo
Sono abbastanza sicuro che se fate un salto negli studi di X Factor troverete la ditta che fa le pulizie e ancora Lodo Guenzi (voto 6) che parla a un palco vuoto. Il buon Lodo ha tutto il nostro affetto, perché è stato catapultato in questo programma in corsa, con tutte le difficoltà del caso, però non per questo è giustificato ad attaccare delle solfe infinite dopo ogni esibizione. Persino i suoi colleghi giudici a un certo punto hanno iniziato a sbuffare, mi immagino lo staff dietro alle quinte che si sbraccia e strappa la scaletta e i tempi mandati in vacca. Sono sicuro che su tre ore di programma, almeno due e mezzo sono di Lodo Guenzi che parla, oltretutto senza creare nessuna polemica o spargimenti di sangue, ma solo per dispensare melensi complimenti. Ci auguriamo fortemente che dalla prossima puntata il nostro sia un po’ più sintetico e/o più tagliente. Con affetto e immutata stima.

Foto di Jule Haring

Måneskin
Ieri la band romana è tornata in pompa magna sul palco che li ha lanciati e che ingiustamente non li ha visti trionfare lo scorso anno. Poco importa, visti i risultati, nessuno aveva dubbi sul fatto che avrebbero fatto strada e oggi sono in uscita con il primo disco di inediti che assesta un brutto colpo a tutti i detrattori per partito preso dei talent, visto che il disco dei Måneskin (voto 9) è di gran lunga migliore di moltissimi altri lavori di colleghi provenienti dall’indie, in termini di estetica, arrangiamenti e fottuto rock’n’roll.

Prova finale
Qua c’è subito da recriminare. I due concorrenti finiti al ballottaggio per l’eliminazione sono stati la band Red Bricks Foundation e Matteo Costanzo, che ci ha salutati, nonostante tutti concordassero sul fatto che la sua esibizione fosse stata migliore. Dunque, siamo stati i primi a divertirci e ad apprezzare i Red Bricks Foundation, per la loro “attitudine” british e indie, che non si vede spesso dalle parti di X Factor, ma questo ora non è più sufficiente per meritarsi la prima serata. Onestamente, a differenza di Matteo Costanzo, la band romana non sembra avere molte altre frecce interessanti al proprio arco – visto che il cantante non sa palesemente cantare – a meno che il tema della prossima puntata non sia “imitare male band inglesi già di per sé poco interessanti”. Lo scopriremo giovedì prossimo.

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