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X Factor: alla prima puntata dei Bootcamp Manuel batte Fedez

Aspettando il live, ecco le nostre pagelle ai Bootcamp di ieri del talent di Sky

La prima puntata dei Bootcamp di X Factor è subito una battle di ego: un serioso Fedez che ostenta una consapevolezza più adulta del suo look Supreme parlando di strategie, talento e mercato contro un super giovane Agnelli alla ricerca della perla punk nell’ostrica del capitalismo discografico. Chi dei due ha vinto la partita? Dalle squadre messe in campo – “Under Uomini” e “Gruppi” – alla performance individuali dei due giudici, ecco le pagelle di Rolling e il “gallo” vincitore del combattimento di ieri sera.

SQUADRA: UNDER UOMINI (voto 7)

Scendono in campo tutti in jeans stretti con l’acqua in casa, divisa officiale dell’hipster della generazione H&M, con tanto di chitarrina e ballad strappa leggins. Conformismo generazionale a parte, è una buonissima squadra: c’è Samuel Storm che – al netto di una biografia pronta per il cinema “impegnato ma pop” – ha una voce da navigato Soul Man, si mangia il palco per merenda e canta in maniera così spontanea che non è difficile immaginarlo vestito da Drake o The Weeknd; ci sono Gabriele Esposito e Domenico Arezzo, entrambi dotati di una personalità molto timida compensata però da quella freschezza da telefilm americano, modello acqua, sapone & profumo di cantautore. C’è Lorenzo Bonamano che riesce ad essere tanto emotivo quanto emozionante capitalizzando la sensibilità del pubblico e di Fedez in una standing ovation, nonostante “o’sientimento” (seppur in salsa r’n’b’) rischi di diventare da subito un cliché di maniera. Ah, c’è pure Kamless Kishnah, che – per usare un linguaggio X Factor – non mi è proprio arrivato. Colpa mia.

ALLENATORE: FEDEZ (voto 7)

Dichiara da subito di avere le idee chiare, di seguire una precisa strategia, assegnando e facendo cascare sedie col piglio dello scacchista russo. Forse si lascia scappare una voce “strana” come quella di Leonardo che fa una versione alt-country di Dune Mosse che manco Tune Yards, ma ha il merito di rimandare a una futura edizione l’emo-rapper Andrea Uboldi e di rispedire al mittente l’esibizionismo arrivista e un filo fake (anche se intonato) di Francesco Bertoli.

SQUADRA: GRUPPI (voto 8)

Vista da lontano sembra una barzelletta dei carabinieri: ci sono degli hippie di Roma Nord che cantano Caparezza (Maneskin), una coppia di fidanzati che fa cabaret electro-kraut (Sem&Stenn) e due spagnole in vacanza in Italia che hanno trovato il palco di X Factor su Airbnb (Ana e Carolina). A completare la squadra due bravi cristi intonati come i The Heron Temple e i Ros, buoni per tutte le cover. Detta così non gli daresti un euro, ma è proprio la somma di tutte queste identità così forti e diversissime tra loro a fare del team dei gruppi se non il più talentuoso (il mio euro di scommessa va sulle fichissime facce da schiaffi dei Maneskin) sicuramente il più interessante.

ALLENATORE: MANUEL AGNELLI (voto 9)

Cambia spesso idea, si fa prendere in giro da Fedez facendosi apostrofare “maestro”, ma alla fine a vincere è il suo gusto per le divertenti diversità dei talenti. Non crea solo una squadra, ma – con le sue scelte – rappresenta la complessità sempre più contemporanea di chi fa musica. Nessuno dei cinque gruppi in squadra sarebbe preso seriamente da una casa discografica tradizionale, quindi spero molto che il futuro di X Factor prenda spunto da questo affresco di gruppo post-punk disegnato ieri da Manuel.

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