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‘X Factor 2019’ al via: «Sarà un’edizione rivoluzionata, migrante e autoriale»

Presentata l'edizione numero 13 del talent, in onda dal 12 settembre su Sky con tre giudici nuovi: Sfera, Malika Ayane e Samuel. Confermata Mara Maionchi e sempre più centrale il ruolo di Cattelan. «Sentivamo la necessità di cambiare», il commento

L’anno del cambiamento. Rischioso e necessario come tutti i cambiamenti.  Parte giovedì 12 settembre l’edizione numero 13 di X Factor su Sky Uno, al via con tre puntate di audizioni dal PalaAlpitour di Torino, che avranno tra gli ospiti Achille Lauro e il vincitore della scorsa edizione Anastasio. Il 3 e il 10 ottobre, poi, ci saranno i Bootcamp dal Mediolanum Forum, in cui i concorrenti saranno ridotti a 20, mentre il 17 ottobre sarà il giorno degli Home Visit. Infine i Live la settimana successiva. Allora saranno rimasti in gara 12 pretendenti, divisi come sempre in Under Donne e Uomini, Over 25 e Gruppi. La scelta del giudice da abbinare a ciascuna categoria spetterà a Alessandro Cattelan, che, al nono X Factor, da quest’anno è anche autore del programma, con la carica di “creative producer”.

Quasi completamente rivoluzionata, invece, la squadra dei giudici. Mara Maionchi è la sola confermata (e ci mancherebbe). Dalla prima puntata, in onda giovedì e che abbiamo potuto vedere in anteprima, appare subito evidente che uno dei leit motiv di questa stagione – resa inevitabilmente “diversa” dall’addio di due certezze degli ultimi anni come Fedez e Manuel Agnelli – sarà il suo rapporto con Sfera Ebbasta, l’attesissima novità dell’edizione. A completare la squadra Malika Ayane, che si prenota per il ruolo di giudice tecnica e rigorosa, e che ha già cominciato a portare avanti una querelle musica vs. immagine con la rapstar di Cinisello (un’altra delle sicure storyline della trasmissione). Infine Samuel, la cui centralità sarà da esplorare nelle prossime settimane, ma che ha dalla sua l’insindacabile talento che i suoi Subsonica hanno dimostrato dal vivo negli ultimi 20 anni.

“Volevamo cambiare la giuria perché è giusto ed fisiologico ricercare aria nuova, leggera e impegnata al contempo. Per questo abbiamo cercato giudici con esperienze del tutto diverse tra loro, con l’obiettivo di rappresentare una scena musicale variegata”, dice Lorenzo Mieli, AD di Fremantle Media, che produce lo show. “Il fatto che la giuria sia cambiata radicalmente è un bene, perché dopo un po’ è inevitabile dire sempre le stesse cose. Loro sono partiti alla grande, e sono contento che la gente possa vedere Sfera ‘a nudo’: sono sicuro che vincerà i preconcetti che ci sono ancora su di lui”, aggiunge Alessandro Cattelan.

La conferenza stampa del programma è appena cominciata, e già si è finiti a parlare di lui. “Come ti senti a tornare in tv e ad avere tanta esposizione dopo l’episodio di Corinaldo”, la domanda che gli viene rivolta. “Quella tragedia per me non passerà mai, non ci sarà un momento in cui verrà superata. Alle critiche sono abituato, ma quando sei davanti a cose così grandi non sarai mai del tutto pronto ad affrontarle”. “E perché, dopo Asia Argento, la scelta di un altro personaggio al centro di polemiche”, il quesito rivolto alla produzione del programma. “La scelta di Sfera è dovuta solo al giudizio sulla sua musica e le sue capacità da giudice. Siamo un programma popolare, non abbiamo bisogno di strategie comunicative. Non ci siamo fatti condizionare, abbiamo scelto solo nell’interesse del programma”, spiega Nicola Maccanico, Executive Vice President Programming di Sky Italia. Che aggiunge “siamo riusciti a portare su una pay tv come Sky qualcosa che non è verticale. Mentre il mondo ragiona su pubblici di riferimento sempre più specializzati, il nostro talent è trasversale. E ha risultati incredibili“

A questo punto i giudici possono dire la loro, a partire dall’esperta del gruppo. “Malika e Samuel sono per me dei maestri da un punto di vista tecnico, dove io sono una pippa, e li ascolto con estremo interesse. Con Sfera c’è stata immediatamente simpatia. Per quanto riguarda gli artisti, spero sempre nella novità, in qualcosa che mi coinvolga a livello psicofisico”, dice Mara Maionchi. Quest’anno, a ribaltare il paradigma del format, in cui un tempo dominavano le cover, la maggior parte dei partecipanti sono autori. “Ed è un bene. Guardate Lorenzo Licitra, che due anni fa ha vinto alla grande, ma ora sta facendo fatica. Questo perché le canzoni sono ancora fondamentali, e cantare le proprie dà qualcosa in più”, spiega Maionchi.

“Superata l’ansia iniziale è andata benissimo, sto imparando a essere meno puntigliosa, che può anche essere castrante. Devo riuscire a mediare il mio giudizio personale con l’identità di chi ho di fronte e il fatto che anche lui, come me, ha a che fare con un mezzo come la tv”, dice Malika Ayane, che pare calata molto bene nella parte. “Il mio imperativo è cercare sempre di ricordarmi di tutta la musica che ho dentro, per dire le cose migliori possibili possibili nel minor tempo possibile. Il passaggio più difficile? Dire dei no”, le parole di Samuel. Infine Sfera. “Questa è un’esperienza totalmente nuova per me, sia X Factor sia la tv in generale. Mi viene abbastanza naturale, anche se devo stare attento a non dire cazzate quando dò un giudizio: hai pochi secondi e devi trovare subito il punto chiave di una performance. Mi baso sulla sensazione iniziale e dò molto peso all’idea, l’ingegnosità e la creatività sono la cosa che mi colpisce di più”.

La chiusura è affidata a Lorenzo Mieli, che torna sul fatto che quest’anno la trasmissione non avrà un set fisso, visti anche i problemi del teatro Ciak.  “Oltre che multietnico e gender fluid, ora siamo anche un programma migrante. Per quanto riguarda il teatro che ci ospiterà stiamo valutando varie situazioni, ma siamo ottimisti”.

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