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‘The Walking Dead 8’: cosa è successo nel primo episodio

Lo show più sanguinolento della tv americana torna in grande stile: qualcuno, però, non ha niente da festeggiare

Nei titoli di coda della prima puntata dell’ottava stagione di The Walking Dead compare una dedica a George Romero: il regista è morto quest’estate (aveva 77 anni), dopo una vita dedicata al cinema e agli amatissimi zombie, che ha inventato con il suo classico La Notte dei Morti Viventi. È tutto molto bello, certo, ma la prima ora della nuova stagione ci ricorda proprio quanto The Walking Dead sia ormai lontanissima dall’opera di Romero.

Pensate ai primi minuti del nuovo episodio, Mercy. La sceneggiatura di Scott M. Gimple e la regia di Greg Nicotero prendono la serie e la portano dritta nel territorio della televisione d’autore, assemblando un montaggio impressionista che dovrebbe aiutare lo spettatore a tirare le fila dei primi sette anni passati insieme e a capire cosa succederà nel prossimo futuro.

Tutto avviene nel giro di cinque minuti, e pensiamo che valga la pena fare una veloce analisi di quello che abbiamo visto, che si può suddividere in tre categorie:

1. Rick incoraggia i suoi uomini con un discorso dei suoi: il mondo appartiene ai giusti e a chi vuole vivere in pace, non a chi uccide. Dopo di lui è il turno di Ezekiel e Maggie, che sostanzialmente gli danno ragione, spiegando quanto sia meglio vivere in comunità piuttosto che nella paura di un dittatore.
2. Le varie colonie si preparano alla battaglia contro i Saviors. Carol e Tara sono impegnate a studiare i movimenti dei morti viventi. Al Santuario, invece, Dwight e Dwayne inviano informazioni con arco e frecce.
3. Vediamo due possibili scenari futuri, ognuno con un Rick Grimes diverso. Nel primo è in piedi vicino a due tombe appena scavate; nel secondo cazzeggia a casa sua ascoltando Another One Rides the Bus di Al Yankovic (si, sul serio). Non è chiaro se le due scene siano alternative o meno. Il piano di Rick potrebbe costare la vita a due persone amate, oppure potrebbe portarlo a una vita di dolce routine accompagnata da parodie delle canzoni dei Queen.

La nuova stagione di The Walking Dead cerca un equilibrio tra il nichilismo e la speranza

Dopo questo inizio artsy l’episodio racconta quello che succede nel corso di una tipica giornata da sopravvissuti. Sembra che siano passati alcuni mesi dal finale della scorsa stagione: Michonne è guarita, la piccola Judith è cresciuta e gli alleati hanno finito di estrarre il metallo. I loro veicoli, ora, sono vere e proprie macchine da guerra.

Quello che la première vuole venderci, però, è il cambiamento di Rick. Il protagonista ora è un vero leader, e cerca di tenere il suo ego fuori dalle decisioni che deve prendere per il bene della comunità. «Questa guerra non riguarda solo me», spiega a Padre Gabriel, che gli dà ragione. Il problema, però, è che arriverà il momento in cui il conflitto si farà personale: Rick ha promesso un’infinità di volte che avrebbe ucciso Negan, ed è quello che ha intenzione di fare a prescindere dagli interessi della sua comunità.

Mercy, in barba a tutte le regole della buona televisione, nasconde il suo super-cattivo per una buona mezz’ora. Il ritardo sembra indispettire lo stesso Negan, che si entra in scena dicendo «Merda, scusate, ero in una riunione». Subito dopo, come prevedibile, si lascia andare all’ormai tradizionale scambio di minacce con il caro Rick.

Una volta finite le presentazioni arriva finalmente il momento dell’azione. «Spero che ti sia messo i pantaloni adatti, perché ti cagherai addosso», dice Negan a Gabriel alla fine dell’episodio, dopo l’ormai classica scena con Lucille – vederla in movimento è sempre uno spettacolo per gli occhi, lo ammettiamo.

Il momento più interessante, però, non c’entra niente con la violenza e con la guerra tra Negan e Rick: riguarda Carl, che si ritrova faccia a faccia con uno straniero (apparentemente) inoffensivo durante una delle sue ronde. Nella scena successiva gli porta da mangiare, un cambiamento notevole per un personaggio che sembrava destinato a trasformarsi in uno psicopatico omicida.

Mercy è il 100esimo episodio di The Walking Dead, e la serie si ritrova di fronte a un bivio: gli ascolti (e l’interesse del pubblico) sono crollati; dopo anni di vagabondaggi i suoi personaggi sono tutti nello stesso posto, e anche i fan più hardcore sono stanchi di vederli incastrati nella stessa situazione. Che strada prenderà ora lo show?

I film di Romero erano classici perché brevi e conclusivi, un modo intelligente per rendere il loro pessimismo più efficace. Non è facile fare la stessa cosa per 16 ore ogni anno. La nuova stagione di The Walking Dead, quindi, inizia cercando un equilibrio tra il nichilismo e la speranza, una sorta di terza via tra il cimitero e Al Yankovic. «Se decidiamo che domani comincia adesso», dice Rick nel suo discorso, «non importa cosa succederà, avremo già vinto». E anche se questo dovesse costare la vita a due persone amate, non è detto che abbia torto.

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