‘The Holdovers’ di Alexander Payne è stato accusato di plagio | Rolling Stone Italia
exposed at the oscars?

‘The Holdovers’ di Alexander Payne è stato accusato di plagio

Le accuse, giunte da parte dello sceneggiatore Simon Stephenson, sono contenute in un'esclusiva di 'Variety'

‘The Holdovers’ di Alexander Payne è stato accusato di plagio

Paul Giamatti con Dominic Sessa in ‘The Holdovers – Lezioni di vita’ di Alexander Payne

Foto: Focus Features

«Ho riscontrato un problema legato al diritto d’autore di un film piuttosto importante, sostenuto dalla WGA [Writers’ Guild of America, ndr]». E poi: «Ci sono prove schiaccianti, e impressionanti, del fatto che The Holdovers abbia plagiato battuta per battuta Frisco. Basterebbe confrontare anche solo una piccolissima parte delle due sceneggiature per giudicare l’atto “sfrontato”».

Era il 12 gennaio, e così iniziavano, con un richiesta di colloquio e successive conversazioni, le accuse di plagio a The Holdovers di Alexander Payne, nello specifico per la sceneggiatura del film candidato agli Oscar di questa sera in cinque categorie (Miglior attore protagonista con Paul Giamatti, Miglior attrice non protagonista con Da’Vine Joy Randolph, Miglior montaggio, Miglior film e Miglior sceneggiatura originale). A essere coinvolti in questi primi scambi, come riporta un’esclusiva di Variety, sono lo sceneggiatore Simon Stephenson, autore di film quali Luca e Paddington 2, e Lesley Mackey, Senior Director of Credits della WGA.

La pietra d’inciampo sarebbe una sceneggiatura risalente al 2013: quella di Frisco, film citato nella corrispondenza di Stephenson, di cui lui è autore e che si classificò al terzo posto nella cosiddetta “Black List”, la lista annuale delle migliori sceneggiature di Hollywood non realizzate, fondata dal produttore Franklin Leonard.

Secondo Stephenson, infatti, Payne avrebbe avuto tra le mani la sceneggiatura di Frisco per due volte nel corso dell’ultima decina di anni, la prima nel 2013 e poi ancora nel 2019. Poco prima, cioè, che il regista proponesse una collaborazione per un nuovo progetto allo sceneggiatore David Hemingson, che firmò la sceneggiatura di The Holdovers e che è oggi candidato a un Oscar. La veridicità dei fatti sarebbe supportata da una serie di email scambiate nel corso degli anni da diversi agenti e produttori di Hollywood.

Nel 2013 si legge, per esempio: «Ieri a pranzo abbiamo fatto avere FRISCO al produttore di Alexander Payne, Jim Burke. Crediamo che, in un mondo ideale, questo sarebbe il modo migliore per arrivare a un accordo con Searchlight [Pictures, ndr]». Quattro mesi più tardi, un altro scambio recitava: «Ho parlato di persona con Burke un po’ di tempo fa. Ha detto che Payne ha apprezzato la sceneggiatura, ma che non è interessato né a produrla, né a dirigerla». Scambi simili si sarebbero ripetuti nel 2019.

Né Payne né Hemingson hanno risposto alle richieste di commento di Variety. Lo scorso novembre, il regista si era espresso in questi termini sul processo creativo dietro la storia del film al podcast The Rough Cut: «Avevo avuto l’idea per un film – l’avevo rubata da un film francese del 1935 che avevo visto a un festival circa dodici anni fa – e così ho pensato “questa è un’ottima premessa per un film”. Non la narrazione, come si svolge, ma le sue premesse». Continuando poi a descrivere la sua collaborazione con Hemingson: «Io avevo avuto l’idea, insieme dovevamo trovarle il vestito diciamo… in realtà, alla fine, abbiamo sviluppato insieme tutta la storia. Mi inviava man mano diverse opzioni per lo sviluppo, e io dicevo sì, no, prendevo note, ed è così che è andata».

Per ora, lo scambio di email tra Stephenson e Mackey non ha portato a sviluppi concreti sul caso, la cui risoluzione, peraltro, potrebbe non riguardare direttamente la WGA. Il 25 febbraio, Stephenson ha inviato un’ulteriore email all’attenzione del Board della WGA, scrivendo: «Posso dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio che la più parte della sceneggiatura per un film supportato dalla WGA, e che è al momento candidato agli Oscar come Miglior sceneggiatura originale, è stata plagiata, battuta per battuta, da una mia sceneggiatura piuttosto conosciuta. Posso altresì dimostrare che il regista del film in questione ha ricevuto e letto per due volte, in occasioni lontane nel tempo e prima di entrare in produzione con il suo film, tale sceneggiatura. Con “la più parte” intendo letteralmente tutto: storia, personaggi, struttura, scene, dialoghi, tutto. A volte ci sono dei passaggi davvero sfacciati: parecchie delle scene-cardine non sono nemmeno state modificate, persino il loro layout è riconoscibile sulla pagina».

Per poi continuare: «Lavoro come sceneggiatore da vent’anni – ho cominciato nel Regno Unito, da cui provengo, prima di spostarmi negli Stati Uniti – e perciò so bene che, spesso, le persone possono avere idee sorprendentemente simili, e che, allo stesso modo, qualche elemento può essere “preso in prestito”, ecc. Ma non stiamo parlando di una situazione così. Le due sceneggiature, se analizzate, sono identiche, e piene di indizi rivelatori».

In quest’ultimo passaggio, Stephenson sembra voler lanciare una frecciatina nella direzione di Hemingson, che ha una carriera di autore decisamente più “giovane” della sua: dopo aver lavorato come avvocato nel settore dell’intrattenimento per Loeb & Loeb, Hemingson si inserì nella sceneggiatura televisiva negli anni Novanta, per poi arrivare a scrivere un lungometraggio solo con The Holdovers.

Il 5 marzo, cinque giorni prima della cerimonia di premiazione, la WGA stava ancora discutendo internamente le accuse di Stephenson. Non sembra, dunque, che nulla possa cambiare da qui alla premiazione di questa sera. Probabilmente, però, sentiremo parlare di nuovo di questa storia.