Rolling Stone Italia

Terry Gilliam: «la satira era già morta, ma Donald Trump l’ha distrutta»

Secondo il regista, il secondo mandato di Donald Trump ha inaugurato un nuovo mondo. Uno in cui ridere e fare battute non ha nemmeno senso: «Come si può essere ironici sulle cose che accadono quando c'è lui che... fa queste cose?»

Terry Gilliam scattato in esclusiva per 'Rolling Stone' da Fabrizio Cestari a Venezia 76

La satira e la comicità non se la passavamo già molto bene, poi è arrivato Donald Trump e le he completamente affossate. Questo quello che pensa Terry Gilliam, che, in occasione del quarantesimo anniversario di Brazil, ha parlato del suo prossimo progetto e dello stato dell’arte della cultura, cinematografica e non, insieme a The Hollywood Reporter.

«Trump ha ribaltato il mondo», così ha dichiarato. Non solo: perché, secondo Gilliam, «ci sono stati attivisti woke con un punto di vista molto stretto ed egoistico, il che ha spaventato le persone e le ha rese più timide nel ridere e nel fare battute. E se stai facendo una battuta, significa che stai chiamando in causa qualcuno. Anzi, che stai trovando buffa l’umanità! Quindi l’ironia e la satira erano già praticamente morte».

Poi, però, è arrivato il secondo mandato di The Donald: «Penso che Trump abbia distrutto la satira. Nel senso, come si può essere ironici sulle cose che accadono nel mondo quando c’è lui che… fa queste cose?».

Questo clima ha toccato anche il nuovo oggetto a cui Gilliam lavora da tempo, The Carnival At The End of Days, che dovrebbe basarsi su un confronto tra Dio e il Diavolo, idealmente interpretati da Jeff Bridges e Johnny Depp. «Ma la storia ormai è superata»: questo quanto ha dichiarato Gilliam a Deadline, «perché era una satira del mondo per come era due anni fa. E poi è arrivato Trump, ed è lui stesso a essere il carnevale».

Iscriviti
Exit mobile version