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Spike Lee nel nome dell’Inter

Il regista newyorkese è l’host speciale di ‘My Name Is My Story’, un video che racconta la storia del club milanese

“Ehi gente, che si dice? Sono Spike!”. Così comincia My Name Is My Story, il video dell’Inter che vanta un host d’eccezione: Spike Lee, appunto.

“Questa è la storia di un nome: non un nome qualunque”, procede il regista newyorkese reduce dell’ultimo Festival di Cannes, dove ha presentato Highest 2 Lowest con Denzel Washington, prima di elencare una serie di nomi che hanno fatto grande la storia del team milanese: Luís Nazário, Ronaldo, Javier Zanetti, fino a “un’altra era”, quella di oggi, popolata da Diego “il Principe”, Samuel “il Re Leone”, Julio “l’Acchiappasogni”, e tutti gli altri campioni.

E poi il Triplete, gli allenatori storici, le altre figure chiave, i tifosi a Milano ma anche nel mondo. “Ma vedete, nessuno di questi nomi, nessuna di queste storie sarebbe accaduta senza che il nome di questo Club fosse ciò che è”.

Ed è qui che parte un’altra storia, una storia di integrazione: nel 1908, quando la regola era “solo giocatori locali”, l’Inter invece è stato fondato con lo spirito ribelle di accogliere chiunque, ed è questo, dice Spike, il tratto distintive del team, ancora oggi. Dopotutto, hanno deciso di chiamarlo Internazionale non per caso.

Dopo il mancato scudetto e la sconfitta in Champions League, questo video “hosted by” uno dei registi più cool in circolazione è di certo un ottimo risarcimento, per così dire.

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