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63 anni di Nanni Moretti in 7 scene

Sette scene e sette film per festeggiare il regista. L’esordio quarant’anni fa, nel ‘76. E un cinema che, presto o tardi, è diventato cult

Siamo abituati a immaginare Nanni Moretti mentre cammina avanti e indietro, capellone e barbuto, una giacca chiara sulle spalle e le mani allacciate dietro la schiena. Oppure mentre sta seduto su un prato e chiede “sì, ma che fai per vivere?” e dall’altra parte gli rispondono: “faccio cose, vedo gente”.
Nanni Moretti è stato un fulmine a ciel sereno quando nel 1976 ha esordito con Io sono un autarchico. Tutti si chiedevano: chi cazzo è questo. I giovani erano incantati. Finalmente qualcuno che parlava di loro, che sfotteva il politicamente corretto, il salottino e l’intellettualoide. Uno che c’andava pesante, senza mezze misure.

Oggi Nanni Moretti compie sessantatré anni e ne fa quaranta di cinema. La sua rivoluzione culturale – poco, tanto o male – l’ha fatta. Un cinema diverso, con lui, c’è stato: meno commedia e più d’autore. Per festeggiarlo, abbiamo scelto sette scene di sette film: il consiglio è di riguardarle; il desiderio, magari eccessivo, è di rivedere tutti i film, uno dietro l’altro, in un binge watching di metà agosto.

Ecce Bombo – “Mi si nota di più se…”:


È il 1978, nelle sale esce Ecce bombo, il secondo film di Nanni Moretti. È un successo. Tantissime scene entrano prepotentemente nell’immaginario comune: lo sfottò agli intellettuali tocca livelli altissimi (e anche a un certo tipo di comunismo e attivismo politico). Si ride, si scherza, ci si dispera. Genitori contro figli, è lo scontro generazionale al cinema. Di Ecce bombo tutti ricordano la scena di “faccio cose, vedo gente”. Ma ce n’è un’altra altrettanto memorabile. Questa.

Sogni d’oro – “La volgarità vince ancora”:


Terzo film, non ugualmente fortunato col pubblico. A Venezia vince il Leone d’Argento, ma qualcuno comincia a dire che il fenomeno Moretti è già finito. A Sergio Leone, addirittura, s’attribuisce la frase: “Fellini 8 e mezzo m’interessa, Moretti 1 e un quarto no”. Ma il film ha tanti momenti interessanti. Moretti interpreta un regista e in un certo senso si auto-analizza.

Bianca – “Facciamoci del male”:


Bianca segna il grande ritorno di Moretti. Produce Achille Manzotti, uno che ha prodotto anche i Vanzina e la coppia Cochi e Renato: quel genere di commedia che Moretti ha sempre criticato. Il film va bene. Convince. Metà dramma, metà commedia e metà giallo. Nel cast c’è una Laura Morante meravigliosa.

Palombella rossa – “Le parole sono importanti”:


Ci risiamo. Nanni racconta la politica. Il protagonista di Palombella rossa è un funzionario del PCI che perde la memoria e che, come lo stesso Moretti, è un appassionatissimo di palla a nuoto. Questa scena, “Le parole sono importanti”, è una delle più iconiche del cinema morettiano: ritorna la critica al qualunquismo intellettuale.

Caro Diario – “Un film di sole case”:


Un film a episodi, ambientato in piena estate, con Moretti che va in giro in vespa, che parte, che sta con gli amici. Delizioso il tour tra i quartieri di Roma.

Aprile – “Ho voglia di litigare con qualcuno”:


Nanni Moretti interpreta Nanni Moretti. Siamo in piena campagna elettorale, Silvio Berlusconi sta stravincendo; e Moretti racconta il punto di vista di un regista che vuole girare un docu-film ma che non riesce a tenere le distanze dalla realtà. “D’Alema di’ qualcosa! Reagisci!”

Il caimano – “Chi vuole sapere, sa. Chi non vuole capire…”:


Uno dei film “profezia” di Moretti (l’altro è Habemus Papam). Si parla di Berlusconi e del suo processo. E torna anche il racconto del cinema dietro le quinte, tanto caro a Moretti: tutta la costruzione del set, il casting e la produzione. Uno dei suoi lavori più riusciti.

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