Dopo aver già dichiarato che un suo riavvicinamento al franchising di Harry Potter era fuori discussione, Chris Columbus, regista dei primi film “originali” della saga, è di nuovo tornato sulla questione. Lo ha fatto in un’intervista con il Times of London, in cui ha ulteriormente specificato che il suo ritorno nel wizarding world non avverrà, soprattutto per la politicizzazione dei contenuti della storia avvenuta con le dichiarazioni di J.K. Rowling nel corso degli anni.
«Non succederà mai»: così ha risposto Columbus quando gli è stato chiesto se dirigerebbe un altro film di Harry Potter – il regista è tornato a far notizia per le interviste legate all’uscita del suo ultimo film, Il club dei delitti del giovedì, uscito il 28 agosto su Netflix. «È diventato complicato a causa di tutta quella roba politica. Ogni membro del cast ha la propria opinione, che è diversa da quella di Rowling, e questo lo rende impossibile».
«Saranno dieci anni che non parlo con Miss Rowling, non ho idea di come stia. Mi tengo invece in contatto con Daniel Radcliffe, ci siamo sentiti giusto pochi giorni fa. Ho ancora ottimi rapporti con tutti gli ex bambini che erano nel cast».
Columbus ha ricordato i tempi di Harry Potter anche in una recente intervista con GQ, in cui ha condiviso alcuni aneddoti sui “suoi” attori. «I libri erano famosissimi, e tutti volevano sapere chi avrebbe interpretato Harry Potter. Abbiamo guardato tantissimi tape [durante i casting], e Daniel [Radcliffe]… avevo visto David Copperfield», ovvero, un adattamento televisivo prodotto nel Regno Unito del romanzo di Charles Dickens, trasmesso nel 1999, in cui Radclife aveva avuto una piccola parte. «Mi ricordo di aver chiamato David Heyman [il produttore, ndr] e avergli detto: “questo ragazzo, Daniel Radcliffe, voglio conoscerlo”. E lui rispose: “la sua famiglia non è interessata a farlo essere nel film”. Quindi ci fu anche quel processo. Ma alla fine, Daniel disse di sì a fare qualche test in camera». Continua: «A tante persone Daniel non diceva nulla. Ma io vedevo in lui questo tormento, lo stesso del personaggi di Harry. Nessun altro bambino ce l’aveva». Il momento in cui la sua intuizione fu confermata, racconta, fu la scena finale di Harry Potter e la pietra filosofale, che girarono quasi all’inizio delle riprese. Vedendo come Radcliffe pronunciò la battuta: «Non sto andando a casa, non davvero», al momento di lasciare Hogwarts, Columbus capì di aver fatto centro.
Una loro aneddoto condiviso da Columbus riguarda Alan Rickman e la sua performance nei panni di Severus Piton. Rickman si era incontrato con J.K. Rowling prima dell’inizio delle riprese, ha raccontato il regista, e quindi sapeva delle cose in più sul suo personaggio, ma non aveva ricevuto l’autorizzazione per divulgarle. Colubus ricorda che, durante il primo film, l’attore sembrava quasi abbassare la guardia in alcune scene, e la cosa gli sembrava deviare dal personaggio. In realtà, in montaggio, si accorsero che Piton era diventato molto più complesso. Anche se non ne sapevano la ragione.
