Nel luglio del 2020, a 169 anni dal debutto veneziano del 1851, è l’opera Rigoletto, la più rivoluzionaria e cara al suo autore Giuseppe Verdi, il primo spettacolo dal vivo messo in scena in Italia dopo i lunghi mesi di chiusura legati alla pandemia. La maestosa cornice del Circo Massimo ha accolto una nuova regia, imponente e spettacolare, firmata da Damiano Michieletto che si è dovuto confrontare anche con le limitazioni imposte dal virus, prima fra tutte la necessità di rispettare il distanziamento sul palcoscenico.
«Un Rigoletto “on the road”, pensato e creato appositamente come evento speciale del Teatro dell’Opera di Roma al Circo Massimo per la ripartenza dello spettacolo dal vivo. Abbiamo iniziato le prove il 16 giugno 2020, il giorno della riapertura dei teatri dopo il lockdown. Il debutto era fissato per il mese successivo». Così lo stesso Michieletto, uno dei rappresentanti più interessanti e richiesti della nuova generazione di registi italiani sulla scena internazionale, racconta il suo film-opera. Dopo la presentazione alla Festa di Roma, Rigoletto al Circo Massimo e il documentario Rigoletto 2020. Nascita di uno spettacolo di Enrico Parenti andranno in onda giovedì 30 dicembre su Rai 3.
«Per realizzare questo progetto abbiamo utilizzato tre operatori steady-cam coordinati da una regia video live in modo da avere allo stesso tempo gli interpreti dell’opera sul palcoscenico e le loro inquadrature proiettate su un maxischermo alle loro spalle», spiega Michieletto. «Nel maxischermo sono presenti inoltre dei filmati che abbiamo girato con una piccola troupe durante il periodo di prove a Cinecittà, in modo da avere a disposizione uno spazio che corrispondesse al palcoscenico che nel frattempo veniva allestito a Circo Massimo. Una giostra a catene e sei automobili sono stati gli ingredienti scenici che abbiamo utilizzato per sintetizzare lo spazio della vicenda».
Il film consente ora, in una riscrittura che compone tutti i materiali e i punti di vista a disposizione, una nuova esperienza di fruizione che permette allo spettatore di entrare nell’opera. In questo senso Rigoletto al Circo Massimo è una delle risposte più originali, non solo alle limitazioni e difficoltà conseguenti alla pandemia, ma anche alla riflessione che essa ha prodotto in campo artistico. Il film, infatti, propone una contaminazione fra differenti linguaggi di cui sfrutta tutte le potenzialità con l’intento di restituire allo spettatore un’esperienza artistica nuova che si pone a metà strada tra la rappresentazione dal vivo e quella cinematografica.