Pensieri suicidi e abusi subiti quando aveva 13 anni: parla Armie Hammer | Rolling Stone Italia
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Pensieri suicidi e abusi subiti quando aveva 13 anni: parla Armie Hammer

L'attore racconta la sua versione per la prima volta due anni dopo lo scandalo e le accuse di stupro e cannibalismo

Pensieri suicidi e abusi subiti quando aveva 13 anni: parla Armie Hammer

Foto: Jason LaVeris/FilmMagic

Due anni dopo aver affrontato accuse di abusi sessuali che hanno distrutto la sua carriera cinematografica, Armie Hammer ha deciso di parlare. E in un’intervista per Air Mail ha raccontato per la prima volta la sua versione della storia, rivelando di aver contemplato il suicidio dopo lo scoppio della scandalo e di essere stato abusato sessualmente da un giovane pastore quando aveva 13 anni.

Hammer, indagato dalla polizia di Los Angeles per stupro, nega di aver mai commesso reati, ma ammette di aver abusato emotivamente delle ex partner che aveva incontrato su Internet. L’attore, che è stato accusato di avere un fetish per il cannibalismo, ora afferma che il suo interesse per il BDSM nasce dall’abuso sessuale da parte di giovane pastore quando aveva 13 anni. «Ha introdotto la sessualità nella mia vita in un modo spaventoso, che era completamente fuori dal mio controllo», spiega Hammer. «Ero impotente in quella situazione. E la conseguenza è stato pensare: “Voglio avere il controllo dal punto di vista sessuale». Air Mail riferisce che Hammer ha raccontato a due persone dei suoi abusi infantili e la pubblicazione afferma anche di aver confermato la storia con la sua madrina.

Hammer è stato accusato nel 2021 di abusi sessuali e comportamento improprio da parte di numerose donne: le denunce sono aumentate vertiginosamente sui social media e hanno messo l’attore di Chiamami col tuo nome al centro di una tempesta mediatica. Sulla scia dello scandalo, Hammer è stato abbandonato dalla sua agenzia, la WME, ed è stato licenziato da un sacco di progetti, tra cui Un matrimonio esplosivo con Jennifer Lopez. Negli ultimi due anni, l’attore ha lavorato come venditore di multiproprietà alle Isole Cayman e ha trascorso del tempo in una struttura di recupero. L’anno scorso, una docuserie Discovery +, House of Hammer, ha raccontato la caduta di Hammer con qualcuna delle vittime che si è fatta avanti pubblicamente davanti alla telecamera.

Hammer ha anche confessato di aver pensato al suicidio durante lo tsunami mediatico: «Mi buttavo nell’oceano, nuotavo il più lontano possibile e speravo di annegare, o di essere colpito da una barca, o divorato da uno squalo», afferma Hammer, ricordando il periodo alle Cayman. «Poi ho capito che i miei figli erano sulla spiaggia e che non potevo far loro questo». Hammer infatti è stato sposato con la conduttrice televisiva Elizabeth Chambers per 10 anni, e la coppia, che ha due bambini, ha annunciato la separazione prima che iniziassero a piovere le accuse.

Nell’intervista Hammer entra nei dettagli e confuta quelle accuse. La denuncia più schiacciante contro Hammer è quella di una donna, conosciuta come Effie, che lo ha accusato di averla brutalmente violentata, aprendo così indagini della polizia di Los Angeles. Effie è dietro l’account Instagram “House of Effie”, che per primo ha pubblicato accuse scioccanti contro Hammer, ottenendo un’attenzione diffusa all’inizio del 2021.

Hammer commenta anche i suoi rapporti con altre due donne che lo hanno accusato, Courtney Vucekovich e Paige Lorenze, riconoscendo che «le dinamiche di potere erano sbagliate» e ammettendo «al mille per cento» di essere stato emotivamente violento nei confronti di entrambe.

«Andavo con queste ragazze più giovani, sui 25 anni, io ero già sopra i 30, all’epoca ero un attore di successo. Magari erano felici di stare con me e avrebbero detto di sì a cose a cui forse non avrebbero acconsentito normalmente», dice Hammer. «C’era uno squilibrio di potere». Nell’intervista nega di aver commesso qualsiasi reato e riduce il suo comportamento e le successive accuse all’essere «uno stronzo».

«Sono qui per riconoscere i miei errori, assumermi la responsabilità del fatto che ero uno stronzo, che ero egoista, che ho usato le persone per sentirmi meglio e, quando ho finito, sono andato avanti», dichiara Hammer. «Ora sono più sano, più felice, più equilibrato. Sono finalmente in grado di esserci per i miei figli.. Sono veramente grato per la mia vita, la mia guarigione e tutto il resto. Non tornerei indietro per cancellare tutto quello che mi è successo».

Hammer afferma di essere migliorato parecchio durante la sua ripresa e ora sta facendo da supporto a un altro tossicodipendente uscito dalla riabilitazione. «Mi trasferirò da lui e vivrò con lui, gli farò seguire una routine, lo inserirò in un buon programma di riunioni [di recupero], lo porterò in palestra, cucinerò cibo sano per lui», dice Hammer. «Sembra che la mia guarigione abbia preso una svolta: da me che ho bisogno di aiuto per rimanere sobrio, a me che sono in grado di aiutare gli altri».

Hammer conferma anche la notizia secondo cui Robert Downey Jr. lo ha sostenuto durante lo scandalo e il periodo in riabilitazione. (Vanity Fair aveva scritto che l’attore di Iron Man ha pagato per la sua rehab e gli ha fornito ulteriore assistenza finanziaria e un posto dove stare per aiutarlo a rimettersi in piedi): «Ci sono esempi ovunque, Robert è uno di loro, di persone che hanno passato queste cose e hanno trovato la redenzione attraverso un nuovo percorso. E questo, credo, è ciò che manca in questa cancel-culture», afferma Hammer. «Nel momento in cui qualcuno fa qualcosa di sbagliato, viene annullato. Non c’è possibilità di riabilitazione». E continua: «Quando gettano qualcuno come me sul fuoco per proteggersi… non fanno altro che aumentare il fuoco. E quel fuoco ora è fuori controllo e brucerà tutti».

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