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Niccolò Ammaniti girerà il suo primo film: sarà un horror siciliano

Dopo la serialità con 'Il miracolo' e 'Anna', lo scrittore, sceneggiatore e regista esordirà al cinema. L'annuncio alla 24esima edizione del Linea d’Ombra Festival a Salerno
Niccolò Ammaniti sul set de 'Il Miracolo'.

Niccolò Ammaniti sul set de 'Il Miracolo'.

Prima le avventure seriali con Il miracolo e Anna e ora l’esordio al cinema. Niccolò Ammaniti si è raccontato nella serata di apertura del Linea d’Ombra Festival a Salerno e ha dato due notizie al pubblico.

La prima, di cui già si sapeva qualcosa, è che dopo sette anni è tornato a scrivere un romanzo: «Scrivere libri è una cosa fantastica, ti permette ti stare nella mente dei tuoi personaggi a lungo, cosa che in una serie e al cinema non puoi fare, perché devi dare spazio all’azione. Quindi mi sto divertendo, e dopo il gran culo che mi sono fatto sul set mi sono anche detto: “Adesso me ne sto a casa, comodo, con i miei cani, a scrivere”. Il titolo del romanzo sarà La vita intima».

La seconda è che è arrivato il momento di fare un film: «Non subito, voglio finire la prima stesura del romanzo, ma il film è già scritto. Non posso dire niente, se non che si tratterà di un horror siciliano, che ruoterà attorno alla mitologia di quella terra».

Durante la chiacchierata, introdotta dal presidente e fondatore del festival Peppe D’Antonio
e condotta dal direttore artistico Boris Sollazzo, lo scrittore, sceneggiatore e regista ha ripercorso gran parte della sua carriera, quella letteraria, che molto presto si è intrecciata con il cinema, e poi quella da regista di serie: «Dopo avere finito di scrivere Anna, il romanzo, mi sono accorto che avevo perso interesse nello scrivere, mi sono chiuso, non vedevo e non sentivo nessuno, e così per la prima volta in vita mia ho deciso di rivolgermi a uno psichiatra che semplicemente mi ha detto che dovevo vedere gente, fare cose nuove, solo che avevo allontanato tutti. Allora mi è venuta in mente una cosa che mi disse una volta Marco Risi, che stare sul set è bello perché hai un sacco di amici che paghi per stare con te. Ed è quello che ho fatto con Il miracolo, ho detto subito a tutta la troupe che dovevano essere miei amici, la mia famiglia, decidere di fare il regista è stata una necessità umana mediata da una sceneggiatura di cui tu racconti a ognuna delle persone che lavorano con te una verità parziale».

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