Mattia Torre era capace di raccontare la realtà, in perfetto equilibrio tra serietà e ironia, come pochi altri. E da quando se n’è andato, a soli 47 anni nel luglio del 2019 dopo una lunga malattia, il ricordo commosso e affettuoso di colleghi, amici, colleghi diventati spesso amici e in generale di tutto il mondo del cinema italiano è stato costante. Ora arriva finalmente anche un premio che porta il suo nome.
I dettagli saranno annunciati lunedì 5 maggio in una conferenza stampa, a cui parteciperanno i colleghi e amici Valerio Aprea, Giacomo Ciarrapico, Luca Vendruscolo, la moglie Francesca Rocca Torre, Geppi Cucciari (in collegamento video), Alfonso Antoniozzi (Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Viterbo), Graziano Graziani (scrittore e giornalista), Moira Mazzantini (agente cinematografica), Mauro Morucci (Direttore organizzativo del Tuscia Film Fest), Giulia Pietrosanti (agente letterario), Alberto Rollo (editor, saggista e scrittore).
Scrittore, regista, autore tv e di fiction, Torre ha creato – insieme appunto a Vendruscolo e Ciarrapico – la serie cult Boris. Cresciuto nell’ambiente teatrale romano, aveva iniziato la carriera nei primi anni ’90 insieme a Ciarrapico scrivendo alcune commedie (L’ufficio, Io non c’entro, Tutto a posto e Piccole anime). Da allora ha continuato la carriera da autore: film (Piovono mucche, Ogni maledetto Natale ), monologhi (In mezzo al mare, o i più recenti interpretati da Valerio Mastandrea), trasmissioni televisive (Parla con me, The Show Must Go Off) e serie come Boris, Dov’è Mario? (con Corrado Guzzanti) e La linea verticale (con Valerio Mastandrea), basata sul romanzo autobiografico di Torre, che raccontava l’esperienza dell’autore dopo la diagnosi di un tumore. Nel 2020 esce anche Figli, di cui Torre aveva scritto la sceneggiatura, andandosene però prima di poter girare il film. La regia era stata affidata dall’autore stesso a Giuseppe Bonito.