Lina Wertmüller e l’Oscar alla carriera: «Credo che ci sia lo zampino di Leonardo DiCaprio» | Rolling Stone Italia
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Lina Wertmüller e l’Oscar alla carriera: «Credo che ci sia lo zampino di Leonardo DiCaprio»

Durante l'ultimo Festival di Cannes la cineasta aveva incontrato l'attore prima della proiezione ufficiale di 'Pasqualino Settebellezze'

Lina Wertmüller e l’Oscar alla carriera: «Credo che ci sia lo zampino di Leonardo DiCaprio»

È stata la prima donna di sempre a essere nominata all’Oscar per la regia con Pasqualino Settebellezze nel 1976. E ora, dopo 43 anni, finalmente quella statuetta potrà stingerla tra le mani: il prossimo 27 ottobre a Los Angeles Lina Wertmüller ritirerà l’Oscar alla carriera insieme a David Lynch, Wes Studi e Geena Davis.

Durante l’ultimo Festival di Cannes la cineasta, 90 anni portati alla grande, ha incontrato Leonardo DiCaprio prima della proiezione ufficiale di Pasqualino Settebellezze nella versione restaurata dalla Cineteca: «Mi ha confessato che ha amato molto i miei grotteschi e ironici film. E poi all’orecchio mi ha sussurrato: “Sei una donna meravigliosa”. Credo che ci sia stato proprio il suo zampino per questo sorprendente Oscar», ha spiegato Wertmüller in una lunga intervista per IODonna.

Lina Wertmüller tra Giancarlo Giannini e Leonardo DiCaprio A Cannes 2019. Foto: Pietro Coccia

Lina Wertmüller afferma di non essersi sentita bistratta in Italia: «Viviamo in un paese ancora alla ricerca della propria identità nazionale, e questo riguarda anche il mondo del cinema». E racconta di non aver nemmeno mai avuto difficoltà in quanto donna dietro la macchina da presa: «Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola. Sono stata addirittura cacciata da undici scuole. Sul set comandavo io. Devi importi. Gridavo e picchiavo. Ne sa qualcosa Luciano De Crescenzo durante le riprese di Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren. Non faceva altro che gesticolare con l’indice di una mano e così per farlo smettere gli “azzannai” il dito». E per le donne registe e attrici la strada per la parità salariale «è ancora tutta in salita. C’è ancora molto da fare perché le donne artiste siano riconosciute come professioniste per il loro talento».