Per quelli di voi che amano le produzioni televisive americane, stasera debutta su Sky una serie francese. Le Bureau – Sotto Copertura, che in Francia è già alla seconda stagione, è stata sviluppata con il supporto del Directorate-General for External Security (DSGE) – il corrispettivo francese della CIA – ed è basata su fatti realmente accaduti. Tutto si sviluppa intorno alla figura del protagonista, l’agente Guillaume Debailly, interpretato da Mathieu Kassovitz (protagonista di Amélie e Munich, ma soprattutto regista de L’odio). La serie parte con il ritorno a Parigi del protagonista, nome in codice “Malotru”, dopo sei anni in missione a Damasco sotto copertura. Al suo rientro, Malotru si trova a dover fare i conti non solo con la sua vecchia vita – composta da una figlia, un’ex moglie e un’amante siriana trasferitasi a Parigi – ma soprattutto con il suo vecchio sé. Il protagonista, diviso tra amore e fedeltà, ordini professionali e prese di posizioni dettate dall’etica, resta presto ingabbiato in una macchina in cui mentire una volta vuol dire essere costretti a farlo per sempre, con tutti i problemi che ne conseguono.
Ciò che rende Le Bureau – Sotto Copertura una fiction che ricorda le serie americane è l’approccio alla produzione. La presenza di uno showrunner e di un team di autori è un’assoluta novità per la televisione (ma anche il cinema) francese, da sempre profondamente autoriale – il che vuol dire che è sempre il regista ad avere l’ultima parola, non il producer. Quello che differenzia però questa produzione dalle tante serie televisive USA, è stata la capacità di produrre una fiction di qualità con un budget che è circa un decimo del costo medio di una stagione americana.
Vi immaginate una spy story alla James Bond? No, non esattamente. Fatti come gli attentati alla redazione di Charlie Hebdo e del Bataclan hanno sicuramente influenzato da vicino lo sviluppo di questa serie. Forse è proprio questa la ragione principale che ne ha decretato l’immediato successo.
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