Conosciamo Pablo Neruda per le sue poesie d’amore, per il suo Premio Nobel, per essere uno dei nomi fondamentali della letteratura sudamericana e internazionale. Meno noto al grande pubblico delle sue raccolte e aforismi è il Pablo Neruda politico: senatore comunista dal 1945, aveva seguito la campagna elettorale del Presidente Videla, ma dopo il voltafaccia contro il partito comunista, l’imprigionamento dei minatori in sciopero nella regione di Bío-Bío e la svolta autoritaria del governo, Neruda divenne il più acceso critico di Videla, e ben presto un ricercato.
Il film di Pablo Larraín, regista di No – I giorni dell’arcobaleno – film sul referendum che ha messo in discussione la presidenza di Pinochet –, ha deciso di raccontare un pezzo di storia del Cile attraverso la vita e soprattutto l’esilio di Neruda, interpretato da Luis Gnecco, inseguito da un giovane e ambizioso ispettore di polizia, interpretato da Gael Garcia Bernal. In un delicato equilibrio tra biografia e finzione, Larraín non santifica il poeta e tiene alta la tensione. Il risultato è un biopic non convenzionale, che in un panorama saturo di film di questa tipologia è una boccata d’aria fresca.
Qui in alto una clip in esclusiva dal film, al cinema dal 13 ottobre.