In memoria di 'Pretty Little Liars': cinque cose che ci ha lasciato la serie | Rolling Stone Italia
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In memoria di ‘Pretty Little Liars’: cinque cose che ci ha lasciato la serie

Dopo 7 stagioni è finita la serie ambientata a Rosewood. Alcune cose che ci mancheranno

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ione verrà trasmessa da luglio, via Mediaset Premium

Ogni cosa bella finisce. Le cose belle e trash magari durano un po’ più, ma non saranno eterne, per cui anche Pretty Little Liars è giunto alla fine.

In onda dal 2010, il telefilm durato sette stagioni e tratto da una serie di libri, assolutamente prescindibili, di Sara Shepard (la quale ha fatto anche un cameo nella serie come azzimata professoressa) ha avuto un successo planetario.
Le vicende di quattro ragazzine appartenenti alla middle class americana, che vivono in un paesino del Connecticut (in realtà le stesse scenografie, riciclate, di Una mamma per amica) ci hanno avvinto dal pilot, in cui le quattro vanno al funerale della loro migliore amica, la più bella e la più perfida. Alla fine della funzione, cominciano ad arrivare alle ragazze gli sms di uno stalker che si firma con l’iniziale del nome della ragazza scomparsa e (presunta) morta. Questo darà il via a omicidi, rapimenti, abusi su minori, gemelli che risorgono, incendi dolosi e accecamenti.
Non è un film horror, è il telefilm più amato dagli adolescenti (e non solo), che genera a ogni puntata un numero impressionante di tweet (con picchi di un milione a puntata), e ha vinto quattro People’s Choice Awards e 36 Teen Choice Awards.
Ora che siamo arrivati alla fine, tiriamo le somme.

Non è una buona idea girare nel bosco da sole.

Ma siamo noi spettatori a concluderlo, perché per ben centinaia di episodi le quattro cret…ehm, stolte, vagano garrule per cimiteri, ospedali psichiatrici abbandonati, ville gotiche in disuso, hotel con un tocco alla Shining. Inevitabilmente, sempre, si separano. O ci vanno da sole, a sperdersi nell’oscurità, con un nemico alle calcagna, che riuscirà ad aggredirle. Nonostante tanta stupidità e ignoranza dei fondamentali (Scream non vi ha proprio insegnato niente, siete una generazione perduta), Pretty Little Liars sarà sempre trending topic su Twitter.

I gufi non sono quelli che sembrano.

No, quello era un altro telefilm.
Ma in generale nessuno è quello che sembra nelle cittadine inquietanti in mezzo ai boschi, che siano attigue al Canada o a Philadelfia. I genitori delle protagoniste sembrano essere membri altolocati della società, ma nascondono figli illegittimi, relazioni adulterine, cadaveri in giardino e una noncuranza verso la prole, libera di commettere reati ed essere ricattata per anni senza che niuno se ne accorga.

La polizia di Rosewood, questo il nome della cittadina immaginaria dove è ambientato il telefilm, sarà inutile. Perdono le prove, si fanno corrompere, vanno a letto con le madri delle protagoniste. Oppure, ancora peggio, con una delle Liars protagoniste. Che ricordiamolo, per le prime stagioni sono minorenni.
Jessica Fletcher, ci manchi.

Il maiale nel bagagliaio, ovvero non c’è limite al trash.

Ci hanno propinato di tutto: il famoso cliffhanger alla fine della seconda stagione, ne è un esempio lampante.
Le quattro protagoniste guardano inorridite all’interno di un bagagliaio, gridando di terrore. Buio, sipario.
Abbiamo passato mesi a cercare di immaginarne il contenuto e alla fine era un maiale morto.
I teorici del complotto sono niente in confronto a Marlene King, produttrice e sceneggiatrice. Pensi che nulla, dopo il suino deceduto in circostanze avverse, potrà stupirti e lei invece ti rivela che il cattivo è l’ex fidanzata del fratello di Alison DiLaurentis.
Che è un uomo. E che era il loro stesso fratello, negletto e abbandonato in un istituto dove non si fanno remore a internare i bambini (certo, come no).
Vi siete persi? Nel frattempo c’è un nuovo cattivo in città, ancora più malvagio.

Non c’è fine ai villain.

La persistenza del cattivo di Pretty Little Liars, è sorprendente. Si rigenera dopo ogni tot di puntate, ma non muore mai. Siamo arrivati al terzo stalker pazzo e assassino e, se non fossimo arrivati alla conclusione per sfinimento, le protagoniste sarebbero state perseguitate fino alla pensione. Ma si parla già di un papabile film e di uno spin-off, quindi siamo salvi. Laddove ci sarà una reginetta del liceo con i suoi sporchi segreti, lì ci sarà un telefilm.

Se gli speciali di Halloween sono belli, nulla avrà più importanza.

Potrai inserire elementi di sceneggiatura improbabili, personaggi che appaiono e spariscono, attrici che recitano concitati dialoghi telefonici, tenendo l’Iphone al contrario, e il pubblico ti amerà comunque. Perché gli speciali di Halloween di Pretty Little Liars sono meravigliosi (ma in generale tutti gli speciali, come quello che ricalca i film noir) pieni di sangue, citazioni da Hitchcock, atmosfere gotiche e storie di fantasmi.
Un mistero avvincente non stanca mai, lo spettatore vorrà sempre sapere se il colpevole è il maggiordomo. In Pretty Little Liars è probabile che il colpevole sia il gemello cattivo del maggiordomo.
Con degli smaccati baffi finti.

Addio Pretty Little Liars, e grazie per tutto il trash.
Ti abbiamo tanto amato.