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“Il silenzio degli innocenti” compie 25 anni

Nel giorno degli innamorati gli States furono stravolti da un serial killer, un cannibale Interpretato magistralmente da Anthony Hopkins. Celebriamo il grandissimo film di Jonathan Demme attraverso 10 curiosità che (forse) non tutti conoscono
La locandina de "Il Silenzio degli Innocenti", il film del 1991 con Jodie Foster e Anthony Hopkins

La locandina de "Il Silenzio degli Innocenti", il film del 1991 con Jodie Foster e Anthony Hopkins

Negli Stati Uniti il 14 gennaio 1991 è una data da ricordare. Nel giorno degli innamorati il paese fu stravolto da un serial killer, un cannibale dallo sguardo glaciale e dal cervello fino, conosciuto con il nome di Hannibal Lecter. Un mostro nato dalla penna di Thomas Harris, già portato sullo schermo nel 1986 da Michael Mann (in Manhunter – Frammenti di un omicidio il suo cognome era però Lecktor) e protagonista di Il silenzio degli innocenti.

La prova di Jody Foster e, soprattutto, il volto dell’assatanato Anthony Hopkins sconvolsero tutti. Questo film è il terzo in assoluto, dopo Accadde una notte e Qualcuno volò sul nido del cuculo, ad aver vinto i cinque premi Oscar più importanti: miglior film, miglior regia, miglior attore, miglior attrice e sceneggiatura (di Ted Tally). A 25 anni esatti dall’uscita del film, abbiamo raccolto 10 curiosità che lo rendono ancor più unico.

1. “Il significato dello strano titolo”
Il silenzio degli innocenti è la poco azzeccata traduzione italiana dell’originale The Silence of the Lambs, che si rifà a un aneddoto raccontato da Clarice (Foster) durante un incontro con Lecter (Hopkins). All’età di 10 anni, la donna rimase traumatizzata dalle urla disperate degli agnellini (lambs in inglese) durante la macellazione, episodio di poco successivo alla morte del padre.

2. “La falena sulla locandina”
Si tratta di una sfinge testa di morto, famosa per aver una macchia a forma di teschio sulla schiena. Quella che si vede nella locandina è in realtà un’opera di Salvador Dalì (presente anche in Un chien andalou di Luis Buñuel) in cui l’artista compose il cranio sulle ali della falena con diversi corpi di donne nude.

3. “Un personaggio reale”
Il super ricercato Buffalo Bill è la combinazione di tre serial killer esisti nella realtà: Ed Gein, che scuoiava le persone, Ted Bundy, che le adescava casualmente dal suo van e Gary Heidnick, il quale nascondeva le vittime in un pozzo nella cantina.

4. “Un casting infinito”
Vennero contattati diversi attori per il ruolo di Lecter, tra cui Christopher Lloyd, Dustin Hoffman, Robert Duvall, Jack Nicholson e Robert De Niro. Alla fine venne scelto Jeremy Irons, che però rifiutò la parte per via di altri impegni.

5. “Anthony Hopkins il buono”
Jonathan Demme disse di aver scelto Anthony Hopkins dopo averlo visto nei panni del buonissimo Dr. Treves in The Elephant Man. Secondo il regista ci voleva un attore così per interpretare “un altro brav’uomo, intrappolato però in una mente malata”.

6. “Il più terrificante sguardo della storia del cinema”
L’idea di guardare direttamente in camera nel corso dei lunghi dialoghi tra i protagonisti venne ad Anthony Hopkins senza mai averne parlato con il regista. Una scelta necessaria per trasmettere al pubblico le capacità persuasive di Lecter.

7. “Il “verso di Hannibal”
L’improvvisazione spinse Hopkins a partorire il terrificante sfregamento tra denti e labbra, che chiude efficacemente il racconto di Lecter della volta in cui mangiò il fegato dell’addetto ai censimenti.

8. “16 minuti per un Oscar”
Hopkins è riuscito ad aggiudicarsi un Oscar come miglior attore protagonista restando in scena complessivamente (solo) 16 minuti.

9. “La tuta bianca di Lecter”
La scelta di far indossare al dottor Lecter un completo bianco dopo il suo trasferimento non è affatto casuale. Secondo Hopkins, l’affinità cromatica serviva a incutere la stessa paura di un dentista.

10. “La scena “quasi” rovinata”
La catarsi si sa, è fondamentale per qualsiasi attore ma soprattutto difficile da ritrovare. Nel montaggio definitivo, durante uno dei confronti tra i protagonisti, si sente un tonfo pesantissimo. Nulla di voluto: qualcuno della crew fece cadere una chiave inglese, ma ciò nonostante la Foster continuò imperterrita a raccontare il suo passato ad Hannibal. Una sequenza talmente perfetta da non poter essere rigirata.

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