Due dei più importanti appuntamenti della primavera tra musica e cinema si terranno, naturalmente adattati all’emergenza Covid: saranno immagini molto diverse da quelle a cui siamo abituati, ma si tratta di segnali importanti che arrivano dal mondo dello spettacolo particolarmente colpito, come molte altre realtà, dalla situazione.
Il tradizionale concertone del Primo Maggio ci farà, ma con una formula diversa: niente bagno di folla in Piazza San Giovanni a Roma, ma una prima serata su Rai 3 con esibizioni live da Parco della Musica di Roma, dove sarà installato l’Auditorium Stage Primo Maggio 2020, o da altre location italiane scelte dagli artisti stessi. Il titolo voluto da Cgil, Cisl e Uil è programmatico: «Il lavoro in sicurezza: per costruire il futuro». La serata sarà trasmessa in diretta dagli studi Rai di via Teulada, con ospiti, collegamenti, set musicali e contributi speciali.
Pure l’Uno Maggio libero e pensante di Taranto ha trovato un’alternativa all’evento musicale che si tiene al Parco Archeologico delle Mura Greche e quest’anno punta sul cinema. I direttori artistici Michele Riondino, Roy Paci e Diodato hanno deciso di mantenere intatto lo spirito della manifestazione con un docufilm per la regia di Giorgio Testi, Francesco Zippel e Fabrizio Fichera, tra live performance autoprodotte in quarantena da artisti e cittadini comuni e testimonianze sulla storia di Taranto e sulle battaglie di questi anni.
Anche gli Oscar del cinema italiano non si fermano: venerdì 8 maggio appuntamento su Raiuno per la cerimonia di consegna dei Premi David di Donatello in prima serata, condotta da Carlo Conti. Mancherà ovviamente il tradizionale saluto del presidente della Repubblica in mattinata al Quirinale e vincitori, candidati e protagonisti della stagione cinematografica non potranno essere presenti contemporaneamente. Per questo gli autori sono al lavoro per strutturare l’evento. «Abbiamo ancora poche certezze», spiega al Corriere Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia del Cinema Italiano. «Sarà un David dell’emergenza, rimarrà comunque storico. Ci è sembrato giusto dare forza al voto dei giurati, un segnale di presenza e di attenzione a un settore che impiega moltissimi lavoratori che vivono tempi incerti».