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Golden Globe 2015, l’edizione delle sorprese

Perdono le serie della tv tradizionale e vincono quelle prodotte da Amazon e Netflix. Rosamund Pike (di "Gone Girl") era data vincente, e invece...
I vincitori dei Golden Globe. Da sinistra, il produttore Jonathan Sehring, il regista Richard Linklater, l'attrice Lorelei Linklater, la produttrice Cathleen Sutherland, gli attori Patricia Arquette and Ellar Coltrane, il produttore John Sloss e l'attore Ethan Hawk (foto: Jordan Strauss/Invision/Associated Press, Golden Globes via Facebook)

I vincitori dei Golden Globe. Da sinistra, il produttore Jonathan Sehring, il regista Richard Linklater, l'attrice Lorelei Linklater, la produttrice Cathleen Sutherland, gli attori Patricia Arquette and Ellar Coltrane, il produttore John Sloss e l'attore Ethan Hawk (foto: Jordan Strauss/Invision/Associated Press, Golden Globes via Facebook)

Il vincitore di quest’anno, c’è poco da fare, è Boyhood. Il film, che racconta il percorso di crescita del giovane Mason dall’infanzia fino alla maggiore e che è stato girato nell’arco di 12 anni, si è portato a casa il premio alla migliore attrice non protagonista (l’ottima Patricia Arquette), al miglior regista (Richard Linkater, già apprezzatissimo autore della trilogia dei “Before …”) e al miglior film drammatico. E dopo la vittoria di 12 anni schiavo la volta scorsa, possiamo dire che il 12 è un numero assai fortunato al cinema.

Come è nato “Boyhood”, il film che ha sbancato ai Golden Globe.

Altri importanti riconoscimenti sono andati a The Grand Budapest Hotel (migliore commedia) e al suo regista Wes Anderson (miglior regia di una commedia), al redivivo e strepitoso Michael Keaton (miglior attore di una commedia per Birdman), al giovane Eddie Redmayne (miglior attore di un film drammatico per The Theory of Everything) e il secondo Golden Globe di fila a Amy Adams (migliore attrice di una commedia con Big Eyes), dopo aver vinto nell’edizione del 2014 per l’interpretazione di American Hustle.

(Far) Gone Girl
Il personaggio cinematografico dell’anno, la bella e terribile Amy Dunne di Gone Girl (leggi la recensione), è stato completamente dimenticato e l’incredibile Rosamund Pike, che nel film di David Fincher ci ha regalato l’esibizione della vita, ha visto soffiarsi il riconoscimento dalla sempre meravigliosa Julianne Moore, malata di Alzheimer in Still Alice.

Anche la sceneggiatrice Gillian Flynn, già autrice del libro da cui è tratta la pellicola, ha perso il premio alla miglior sceneggiatura contro Alejandro G. Iňárritu per Birdman. Fossi in Julianne e in Iňárritu controllerei il flûte prima di brindare alla vittoria…

Per quanto riguarda la tv, resta a bocca asciutta pure The Good Wife, che dopo la sua stagione migliore torna a casa con un nulla di fatto, scontando il solito snobismo riservato alle serie trasmesse sulla tv generalista.

Fargo batte True Detective 2 a 0
Nei premi alla miglior miniserie televisiva Fargo batte l’altrettanto acclamata True Detective e Billy Bob Thornton soppianta sia Woody Harrelson che Matthew McConaughey come miglior attore protagonista. Questo non aiuterà l’umore già pessimo di Rust Cohle…

Uno dei post con cui ha festeggiato la produzione di “Fargo”:

La tv che non è tv
Transparent, che racconta le vicissitudini di una famiglia nel momento in cui il patriarca rivoluziona la sua vita diventando transgender, è incoronata migliore comedy dell’anno e il suo protagonista Jeffrey Tambor migliore attore. Kevin Spacey invece trionfa come miglior interprete drammatico per House of Cards. Il post con cui “Transparent” ha festeggiato il premio come Miglior serie tv:


Questi premi dimostrano in maniera sempre più evidente la rivoluzione in atto del sistema tv: le due serie infatti non sono prodotte dalla tv tradizionale, generalista o via cavo, ma dalle nuove piattaforme digitali di Amazon (Transparent) e Netflix (House of Cards). Il panorama televisivo si fa oggi ancora più complesso.

Vergini, mogli, amanti e showrunner
Contando anche la fantastica conduzione della cerimonia (purtroppo l’ultima) del duo Tina Fey & Amy Poehler, è stata un’annata importante per le donne in tv, sia in scena che dietro le quinte. Da una parte abbiamo la vittoria come miglior attrice comedy di Gina Rodriguez, protagonista della deliziosa Jane the Virgin, che regala al piccolo network The CW il primo riconoscimento della sua storia.

Dall’altra con i premi a Transparent e a The Affair (miglior serie drammatica e miglior attrice protagonista, Ruth Wilson) si applaudono due showrunner donne (Jill Solloway per Transparent e Sarah Treem per The Affair), dimostrando ancora una volta quanto la televisione batta il cinema in merito alla presenza creativa femminile.

La quota random
Come è ormai abitudine, ai Golden Globe sono assegnati premi a caso, da segnalare giusto per riderci su. Stavolta è il turno di due riconoscimenti, quello a How to Train a Dragon 2, che scippa il premio del miglior film d’animazione al superiore The Lego Movie, e quello a Joanne Frogratt di Downton Abbey come miglior supporting actress televisiva, al posto della rivelazione Uzo Aduba di Orange is the New Black.

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