Qualche giorno fa, Quentin Tarantino aveva fatto nuovamente parlare di sé. Aveva infatti cominciato a condividere quella che sarebbe, secondo lui, la lista dei migliori film del XXI secolo, finora. E l’aveva fatto criticando duramente un popolare franchise narrativo, Hunger Games, in quanto, secondo lui, sarebbe una copia fedele e non autorizzata di uno dei suoi lungometraggi preferiti degli ultimi 25 anni, Battle Royale di Kinji Fukasaku (ci torneremo dopo).
Ora, questa lista è stata completata, e condivisa dal regista ai microfoni dei Bret Easton Ellis Podcast.
Ecco dunque i 10 nomi che ce l’hanno fatta, e che sono entrati nelle grazie ufficiali di uno “dei” registi della contemporaneità: al primo posto, Black Hawk Down di Ridley Scott. Al secondo posto, Toy Story 3 (Lee Unkrich). Completa il podio Lost in Translation di Sofia Coppola.
E si continua. Nell’ordine: Dunkirk (Christopher Nolan), Il petroliere (Paul Thomas Anderson), Zodiac (David Fincher), Unstoppable – Fuori controllo (Tony Scott), Mad Max: Fury Road (George Miller), L’alba dei morti dementi (Edgar Wright), Midnight in Paris (Woody Allen).
Avete letto bene: alla fine, non è presente il film di Fukusaku… almeno, non nella top 10. La quale potrebbe deludere chi si aspettava una classifica rivoluzionaria da parte del regista di Pulp Fiction.
Tarantino ha motivato così la sua scelta, a partire dal “vincitore”: «[Black Hawk Down] mi era piaciuto quando l’ho visto per la prima volta, ma […] non me lo sono portato dietro come avrei dovuto. Da allora l’ho rivisto un paio di volte, non tantissime, ma penso che sia un capolavoro, e una delle cose che amo di più è che […] questo è l’unico film che punta completamente a un senso di obiettivo, di effetto visivo e di atmosfera alla Apocalypse Now, e credo che ci riesca. Mantiene quell’intensità per 2 ore e 45 minuti, o quel che è, e quando l’ho rivisto di recente il mio cuore è stato in affanno per tutta la durata del film: mi aveva preso e non mi ha più lasciato andare, e non lo vedevo da un po’. La prova di regia è straordinaria oltre ogni misura».
Sul second best, invece: «Toy Story 3 è un film quasi perfetto. Quegli ultimi cinque minuti mi hanno strappato il cuore, e se anche solo provo a descriverne la fine, mi metto a piangere e mi si spezza la voce […] È semplicemente straordinario».
Dunkirk, invece, a quanto pare non l’avrebbe apprezzato subito. E ci sarebbero voluti anni per arrivare a conquistare un posto nel suo cuore. «Quello che ora amo di quel film è che sento che c’è una vera maestria, e ci sono arrivato riguardandolo ancora, ancora e ancora. La prima volta non è che mi avesse lasciato indifferente – era talmente sconvolgente che non capivo davvero cosa avessi visto, era quasi troppo – e poi la seconda volta il mio cervello è riuscito ad assorbirlo un po’ di più, e alla terza e alla quarta è stato tipo: wow, mi ha completamente travolto».
Le scelte meno convenzionali (quelle, insomma, da segnarsi davvero) arrivano nella seconda metà della classifica, quella resa già nota, che si apre proprio con Battle Royale. E che continua con Big Bad Wolves – I lupi cattivi (Aharon Keshales e Navot Papushado), Jackass – Il film (Jeff Tremaine), School of Rock (Richard Linklater), La Passione di Cristo (Mel Gibson), La casa del diavolo (Rob Zombie), Chocolate (Prachya Pinkaew), L’arte di vincere (Bennett Miller), Cabin Fever (Eli Roth), e per finire: West Side Story (Steven Spielberg).
Insomma, ce n’è da vedere. E per tornare ancora una volta a Battle Royale: «Non capisco come lo sceneggiatore giapponese non abbia fatto causa a Suzanne Collins (autrice della saga dei libri diHunger Games, nda). I critici letterari idioti non andrebbero mai a vedere un film giapponese chiamato Battle Royale, quindi quegli stupidi critici non l’hanno mai messa di fronte all’evidenza. Parlavano di come fosse la cosa più originale che avessero mai letto, Cristo. Appena i critici cinematografici hanno visto il film hanno detto: “Che cazzo! Questo è Battle Royale, solo nella versione adatta ai bambini!”».












